E allora raccontami di me, ti chiederei in uno di quei momenti sospesi, senza sostanza. Quando le pareti della stanza sono percepibili a stento.
Sei bella, mi diresti.
Bella come? Bella quanto? Bella perché? e intanto scivolerei lentamente in quella fase che precede il sonno.
Nessun rumore, nessun movimento. La tua voce parlerebbe piano e mi racconterebbe. Io mi addormenterei nella scatola di bellezza che hai confezionato per me.
Sarei felice.
Nella scatola. Chiusa. Con i buchini per respirare.
Così voglio stare.
aprile 19, 2005 alle 8:17 am |
Boxing Flounder? (io non ci dovrei essere, eppure ho acceso il piccì solo per stare un po’ con te. Mia mamma diceva sempre che la vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita. Ho impiegato 22 minuti per scrivere questo delizioso commento: ricordati che ti voglio bene, anche se sei particolarmente litigiosa)
aprile 19, 2005 alle 9:45 am |
Non è frequente conoscere o ricordarsi di “Io amo a te”, è anche doloroso ritornarci sopra ora che Renzo Imbeni è morto, ancora giovane.
aprile 19, 2005 alle 9:48 am |
sorrido ad immaginarti rannicchiata… le ginocchia contro il petto, nella scatola di bellezza… 🙂
aprile 19, 2005 alle 10:08 am |
… non sono l’unico allora ad avere voglia di rovesciare gli occhi inidetro e andare a vivere dall’altra parte! la scatola con i buchini protegge. z
aprile 19, 2005 alle 10:14 am |
giá..é un senso di ‘contenimento’ che dá conforto.
aprile 19, 2005 alle 10:24 am |
a me la scatola diventa presto scomoda.
fuori, per forza di cose.
aprile 19, 2005 alle 10:33 am |
non ti ci metterei mai dentro a una scatola con questa parlantina
aprile 19, 2005 alle 12:22 PM |
climacus
che carino. volevi stare un po’ con me alle 8.17? io mi stavo svegliando proprio in quel momento. sì, ho fatto tardi, lo confesso. poi per uscire dalla scatola non ti dico, una fatica…
cuoreditenebra
mi ricordo dell’acquisto di questo libro, in una primavera in cui vivevo a milano. l’ho comprato alla feltrinelli dalle parti dell’uomo. c’era un’afa tremenda e io avevo male allo stomaco da giorni. quel male di quando vorresti esercitare un possesso e non ci riesci, oppure ci riesci e sai che è ingiusto. coasì l’ho visto, l’ho preso e l’ho letto.
l’ho ripreso in mano un paio di mesi fa e credo che lo farò ancora, in questi giorni.
e.l.e.n.a, brezzamarina e zop
dopo l’esperienza della scatola monolocale, sto pensando di ampliare le possibilità . mi assesterei una scatola a scomparti, un tre vani con coperchio avvolgibile, climatizzazione e interni foderati in velluto. eventualmente finestrella in cellophane per vedere cosa accade fuori 🙂
lupinfabula
perché non ti hanno mai messo nella scatola giusta
fuoridaidenti
ricordati di averlo detto. non si sa mai.
aprile 19, 2005 alle 12:45 PM |
con l’interno in velluto mi ricorda vagamente la bottiglia di Jinny 😉
aprile 19, 2005 alle 1:22 PM |
flà , la mia giusta è quella disponibile per soddisfare al meglio talune necessità .
variabile personale, se non addirittura intima.
(con l’interno in velluto mi sa tanto di culto dei morti)
aprile 19, 2005 alle 1:28 PM |
sono tornato ora. Mi sembra che tu abbia risolto coi feed di blogitalia. Ad ogni modo, ti consiglio di usare quelli offerti da splinder (che vedo già usi). Se hai comunque problemi o domande, contattami pure. Ciao.
aprile 19, 2005 alle 1:45 PM |
l’altro occhio, please (c’è?)
aprile 19, 2005 alle 1:48 PM |
a me è piaciuta quella cosa dei buchini nella scatola, gli dà un guizzo personale, messo così. potrei esprimermi meglio ma oggi ho il bioritmo intellettuale bassino
aprile 19, 2005 alle 2:00 PM |
una piccola e affascinante gabbia….
certo ha un suo fascino immenso 😉
aprile 19, 2005 alle 2:07 PM |
jinny, che bella. mannaggia a te, brezza, mi hai messo in testa la musichetta e non riesco amaltirla.
calma questo è l’occhio bello, l’altro è suo fratello..
binario è che quando scrivo cose un po’ melensucce poi il censore interno si ribella e devo aggiungere un dettaglio risibile. poi mi sento a posto.
calibano (premesso che quando leggo il tuo nick mi viene in mente il film di Greenaway e il suo Calibano con tre palle, dipinte di rosso, ma ammetto che sia un problema personale..), ho una certa fissazione con le gabbie, vere o virtuali che siano, con le scatole, con il dentro e il fuori delle cose, con le prigionie e le autoprigionie, con i legacci, i legami, gli spiragli, le fughe, i ritorni, i rientri, le sbarre, le corde, le scappatoie, i nascondigli, i paraventi and so on
aprile 19, 2005 alle 2:07 PM |
sono io, ma perché anonima?
flounder
aprile 19, 2005 alle 2:26 PM |
sotto quale voce le cerco queste scatoline nell’elenco telefonico???…ultimamente non trovo piu nulla…
aprile 19, 2005 alle 4:22 PM |
e la chiesina? e il campanello?
aprile 19, 2005 alle 6:04 PM |
uèèèèè, e che è tutta ‘sta confidenza?
aprile 20, 2005 alle 10:51 am |
‘AFFANCULO! Ti svegli alle 12 per dirmi che sono carino, io, carino, io, carino, io che ero in tiro dalle 6 del mattino solo per te, io che ho impiegato 22 minuti per lasciarti un messaggio struggente a dir poco, io. E tu pensi ‘uh, bellino. Ma con me non funziona. Io li voglio bellissimi e più intelligenti di Gump. Sfigato’ e poi mi dici ‘carino’. Io. Carino. Io. Carino. Col cazzo che sono carino. Sono uno splendore! Dove hai messo il mio portafogli?
aprile 20, 2005 alle 10:57 am |
è sotto i tuoi occhi, splendore
e mi piace anche la cravatta che hai stamattina, e il modo in cui ti sei sbarbato, e quella curiosa vertigine che ti alza i capelli tutti a destra.
mio splendore
aprile 20, 2005 alle 11:00 am |
Grazie 🙂 Per la barba ho usato depil soap. La curiosa vertigine dipende dal riporto. Mi aiuti a fare il nodo? E’ la prima volta che indosso la crav