L’agente Flounder questa notte ha ricevuto un ennesimo segnale dal destino.
Non è la prima volta negli ultimi tempi. E’ dallo scorso ottobre che riceve continui avvertimenti.
Il destino ha assunto le forme più svariate per bussare alla sua porta: attentando al suo corpo, alla sua persona, distruggendole un’auto e lasciandola miracolosamente illesa, facendola tirare via dall’auto nuova da due malintenzionati che si sono impossessati dei suoi beni, provocandole noie e disturbi fisici di una certa importanza. Colpendo le persone che più le sono care.
Stamattina alle sette l’agente Flounder, passando dalla stanza da letto al salone ha notato dei dettagli: un cassetto aperto, una borsa fuori posto, la zanzariera aperta.
E laddove risiedeva il centro del potere il vuoto totale. Sparito il portatile.
Unico oggetto mancante. Non è stato sottratto altro, né assegni, né carte di credito, né oggetti elettronici. Un portatile e 20 euro.
L’agente Flounder abita al quarto piano. Non ci sono tubi, non ci sono grondaie.
Gli inquirenti sostengono che si tratti di piccoli rom, ma dentro di sé l’agente Flounder sa che un furto così può essere compiuto solo dagli acrobati del circo di Pechino. Le ritorna in mente il caso del pelo pubico.
Il terrore si impossessa per brevi istanti dell’abitazione. L’importante è che le persone siano salve.
Ma l’agente pensa con raccapriccio ai duecento e passa racconti che non sono mai stati salvati su supporto magnetico e scoppia a piangere. Glielo racconta anche alle forze dell’ordine, che la guardano con perplessità.
Si chiede se il destino le voglia suggerire di dedicarsi ad altro. Poi si ricorda della scatoletta.
Sì, è arrivato il momento. Mettetela nella scatoletta con i buchini per respirare e conservatela.
Guarda gli agenti con fierezza ed esclama: ho solo una pretesa, essere amata e accompagnata a far la spesa.
Mettete a verbale!
Avete perso una blogger, fino ad acquisto del nuovo pc.
Accetto proposte per vacanze a Lourdes, Medjugorie e altri luoghi di culto. Se avete amici esperti di santerìas presentatemeli.
giugno 1, 2005 alle 10:20 am |
😦
giugno 1, 2005 alle 10:27 am |
ti capisco..(non per il furto ma per la faccenda della spesa)..tieni d’occhio i libri di racconti che usciranno nei prossimi mesi..e torna presto sul blog. un abbraccio.
giugno 1, 2005 alle 10:37 am |
ho letto un libro giallo: notizie sull’autore. di colapinto
inizia proprio con il furto di un portatile…
giugno 1, 2005 alle 10:53 am |
e come va a finire?
giugno 1, 2005 alle 11:31 am |
eccheccà ! Ma insomma possibile davvero? Senti io fossi in te una santera napoletana intanto che mi levi il malocchio me la cercherei… ce ne dovrebbero essere parechie dalle tua parti.. poi analizzarei i fatti… io un’iea ce l’avrei
giugno 1, 2005 alle 11:47 am |
il portatile apparteneva ad un grande scrittore sconosciuto. muore dopo pochi giorni dal furto investito da un’auto. il compagno di appartamento, scrittore fallito, gli sottrae le copie stampate del romanzo e lo pubblica a suo nome. grande successo, diventa ricchissimo. la donna che ha rubato il portatile lo ricatta… dopo inseguimenti ecc. lui confessa tra le lacrime, e scrive un romanzo suo, in prigione.
di successo.
giugno 1, 2005 alle 11:53 am |
muore dopo pochi giorni dal furto investito da un’auto
non ce la posso fare.
sabato e domenica sarò al salone vitivinicolo. potrei morire per eccesso di ingestione alcolica, ad esempio. e subito prima farmi rubare l’auto, per completezza.
anna, anche io avevo qualche idea, ma è stato derubato anche un altro condomino: un cellulare, 45 euro e occhiali da lettura.
dice che aveva cose ben più preziose a vista. così siamo perplessi. forse era solo una prima esplorazione del territorio.
giugno 1, 2005 alle 11:56 am |
secondo me
siete vittime di un cleptomane
che non altro che di esser fermato…
secondo me
se mttiamo in fila oggetti e cifre rubate
ne viene fuori un bel rebus…
proviamo?
chiamo Bartezzaghi?
giugno 1, 2005 alle 12:01 PM |
poco fa ho sentito la voce del destino che mi sussurrava all’orecchio: mo’ che non tieni il pc, jesce e tuocca l’uommene
ma sono ancora sotto choc e quindi non potrei esserne così certa.
so solo che sarei disposta a pagare un riscatto.
giugno 1, 2005 alle 12:03 PM |
vedendo mio commento sembra che
a me abbiano rubato la padronanza
della tastiera e della grammatica
bastardi!
giugno 1, 2005 alle 1:24 PM |
scriverai post su pergamene. no, no. non usare il sangue come inchiostro! noooo.
-marika-
giugno 1, 2005 alle 1:41 PM |
ehi flo e io che non avendo tempo di leggere volevo usare quel diabolico marchingegno del tag board che posso fare?
:–)
giugno 1, 2005 alle 1:46 PM |
hladik, stamattina mi manca totalmente la presenza di spirito.
ho una filosofia tipo: il mondo è una merda, la gente fa schifo, l’amicizia non esiste, l’amore nemmeno, tutti sono vigliacchi e ipocriti, quando possono ti usa etc etc.
poi mi passa, non so quanto poi, ma mi passa.
giugno 1, 2005 alle 2:01 PM |
poi passa tutto ……sempre…importante è crederci e mantenere alta la bandiera della fiducia….ops, qui c’è il vento e la bandiera è cedevole 🙂 ! (mi spiace….)
giugno 1, 2005 alle 2:03 PM |
passa, passa. per il contromalocchio vedo cosa posso fare.
giugno 1, 2005 alle 2:20 PM |
La voce, per la verità , diceva così:”Jesce! Scinn’ mmiez’ a’ via! Va’ a rrubbà ! Tuocca ll’uommene!”.
giugno 1, 2005 alle 2:38 PM |
mi dispiace per i tuoi testi.
tutto il resto si può ricomprare.
quelli no.
giugno 1, 2005 alle 3:35 PM |
ma nemmeno una copia stampata?
ti capisco. è come se perdessi i miei disegni. ci tengo più della mia vita.
giugno 1, 2005 alle 4:47 PM |
le derive cara flo’ io le vivo spesso e senza mezze misure, lo sai, però l’amicizia esiste, questo non ho mai smesso di crederlo, mi pare 🙂
meglio?
giugno 1, 2005 alle 4:47 PM |
volevo dire stai meglio ora flo?
giugno 1, 2005 alle 5:07 PM |
forse è un segno
di ritorno
alla natura
orale del racconto??
giugno 1, 2005 alle 7:42 PM |
Ma il famoso Prete Ricchione è di difficile reperibilità ?
Mi spiace assai! :*
giugno 2, 2005 alle 9:38 am |
Senti, flo’, tra le mie straordinarie doti non annovero la capacità di consolare via web. Perciò fottiti
giugno 2, 2005 alle 9:39 am |
Hey, aspetta, stavo scherzando 🙂
giugno 2, 2005 alle 9:48 am |
Tu quei 200 racconti probabilmente saresti in grado di riassumerli a grandi linee. Questo significa che non sono persi per sempre: devi semplicemente riscriverli. E comunque eri sicuramente insoddisfatta di quei racconti, perciò li avresti riscritti comunque. 200 racconti non sono poi così tanti. Pensa che quando un virus mi ha cancellato 20 racconti, mi sono detto: che sarà mai, 20 racconti li riscrivo in due anni.
E ho pianto. E non li ho mai riscritti.
Ma tu sei diversa: io ho un’infinità di tempo a disposizione per scrivere e riscrivere quel che voglio, tu invece sei impegnata a tutto campo, che non è una trasmissione di Piccinini. Insomma, volevo consolarti, e non ci sono riuscito. Questo mi rende triste. Credo che dovrai impegnarti per consolare me. Ciao
giugno 2, 2005 alle 4:09 PM |
MEGLIO IL PORTATILE CHE I SOGNI
giugno 2, 2005 alle 6:58 PM |
sono sul pc paterno, che non ha nemmeno l’adsl, brav’uomo. con un morale proprio sottoterra. che non dipende dall’aver perso un portatile, beninteso.
né dall’aver smarrito scritti e foto e musiche. anche se poi non si riscriveranno mai più, checché climacus sostenga.
si scriveranno altre cose.
sarebbe come pretendere che si possano dare due baci allo stesso modo. non sarà mai possibile. forse i baci a venire saranno migliori, più intensi. ma non saranno quelli di prima.
e nemmeno c’è da desiderarlo, sennò ogni cosa sarebe solo una pallida fotocopia di quella che l’ha preceduta.
comunque mi sento male.
continuo a entrare e uscire dalla doccia, come ad avere addosso una sensazione di sporco che non va via.
un senso di violazione.
immagino cosa possa essere uno stupro.
o anche quella perdita di sicurezza di cui raccontavano dopo l’11 settembre.
in piccolo, ovviamente, ma credo che nella sostanza sia uguale. sapere di essere così facilmente esposti, vulnerabili.
meglio il portatile che i sogni, scive l’utente anonimo chissà chi. mi viene da piangere. era meglio che non scriveva niente.
giugno 2, 2005 alle 11:20 PM |
qualche mese fa mi è capitata all’incirca la stessa cosa, solo che non eravamo in casa. al ritorno al posto della cassaforte (si fa per dire, un A4 intero non ci stava) c’era un bel buco nel muro e calcinacci e polvere per tutta la camera da letto. c’erano un libretto assegni, copie delle chiavi, la collana di perle che avevo regalato a mia moglie prima del matrimonio, il suo orologio, gli orecchini che le avevo regalato quando è nata paola, il braccialetto del battesimo della piccola. più valore affettivo che altro.
ma il disagio più grande è stato sentire violata la propria tana. l’intimità delle tue quattro mura, delle tue stanze, quelle ditate sui muri, quelle orme nella polvere sul pavimento. il mio letto disfatto per avvolgere nelle lenzuola il maltolto.
purtroppo quel senso di avvilimento, di violenza dura qualche mese finchè l’abitudine e la cura quotidiana non tornano a farti sentire la casa il tuo guscio.
ecco, forse ci è rimasta addosso un po’ di cattiveria da animale ferito. penso che se trovassi un estraneo in casa istintivamente lo menerei prima di proferir verbo, io che in vita mia non ho mai alzato un dito.
coraggio flo’ magari una passata con straccio spazzolone e disinfettante aiuta anche te.
giugno 2, 2005 alle 11:34 PM |
mi spiace, Flo.
è sempre più difficile avere buona predisposizione verso il prossimo
giugno 2, 2005 alle 11:40 PM |
spiace anche a me
però… insomma…
io in genere sono pessimista…
ma noi non siamo le nostre cose
(eh si rubo la battuta ad un libro e ad un film)
tu racconti
tu ascolti
il resto è magazzino
veramente pensa ai vecchietti
che raccontavano le storie a bambini e focolare
mica l’avevano un blocchettto degli appunti
loro
eppure
oh
e comunque mi spiace
è una scocciatura
lo so
però
non si vorrebbe
che magari
pensi di non scrivere
per sta cosa
capisci
l’affetto
è anche dipendenza
giugno 3, 2005 alle 11:42 am |
ormai i racconti non c’entrano più.
nelle trasmigrazioni da un pc all’altro ne ho persi talmente tanti che alla fine so che non ha importanza. a certe perdite ci si rassegna.
a volte faccio delle pulizie colossali, butto lettere, mail, biglietti. mi serve a sbarazzarmi psicologicamente dall’idea del possesso, dalla fissità sulle cose. proprio per quello che dicevo prima: il timore di fare la fine di quelle vecchiette nostalgiche o quelle zitelle che si attaccano a una fotografia di vent’anni prima e smettono di vivere senza nemmeno accorgersene.
in realtà sto male per altro. per un certo senso di disordine complessivo di cui non riesco a venire a capo. di quelle cose che nel quotidiano ti pare di controllare, ma quando subentra una difficoltà imprevista si svegliano tutte insieme.
giugno 3, 2005 alle 3:19 PM |
azz…
Ti capisco.Davvero.
Non solo perché i ladri negli anni si sono portati via quei quattro beni di famiglia che mi sarebbe piaciuto conservare, ma perché l’anno scorso in un botto mi sono ritrovata in quello stato di disordine che così bene descrivi qua sopra. Ho perso quasi tutto il perdibile tra cose, persone, animali. Anche la posta di tre anni sul Pc(e già abbiamo avuto occasione di parlare della mia ossessione per la memoria). Ho provato anch’io a piangere davanti a sconosciuti burocrati che mi ascoltavano con perplessità .
Un anno e mezzo o forse più in cui il caos mi ha sommersa. da cui sento che inizio ad uscire, faticosamente, solo ora.
Niente. Non so che dire. Solo una (parziale) comprensione empatica da dare, stavolta.
[PS : io comunque stavo pensando al cammino per Santiago, ‘sta estate.]
giugno 3, 2005 alle 10:25 PM |
situazione ingarbugliata.
se vuoi posso farti fare una controfattura dalla mia bruscia (=strega) di fiducia:
è un portento.