Sono al lavoro. E dall’orario di arrivo, dalla facilità di parcheggio e decine di altri dettagli ho compreso che oggi siamo in minoranza.
Lavorerò anche domani e dopodomani, dalla mattina fino alla serata tarda e continuerò fino alla fine del mese a ritmi feroci.
Giugno, e spesso anche luglio, è il mese lavorativo più tremendo che abbiamo. In cui si concentrano le chiusure dei corsi di formazione, l’arrivo delle delegazioni dall’estero, i grandi convegni, i saloni specializzati.
E’ il portato consequenziale delle grandi operazioni di marketing territoriale. E allora si approfitta di una terra bella, ammaliante, per ospitare gli stranieri un paio di giorni in più e farli innamorare di Positano, Sorrento, Amalfi. Nascondere un poco la verità di un territorio devastato dalla camorra, dalle discariche abusive, da un disordine strutturale e irreparabile.
Io sono il Cupido della situazione. E’ a me che tocca questo ruolo, da anni.
Perché mi piace, fondamentalmente. Perché piace ai nostri ospiti, ai quali racconto storie di ogni genere. Mi piace che si innamorino delle cose e dei luoghi che amo. E per anni restano vivi i contatti, per lo più professionali. Nel tempo qualcuno si trasforma e diventa un’amicizia garbata fatta di telefonate, scambi epistolari. Cose lievi, di superficie, che arricchiscono un po’ il senso della vita.
Ma questi sono giorni in cui troppi nodi stanno venendo al pettine. Vecchi grovigli affrontati e mai risolti. Come osservare una carta geografica muta, in cui si intravede solo una parvenza di confine e si sente con oppressione il peso di dover imparare a dare i nomi ai fiumi e alle città. Una necessità improcrastinabile per non perdersi in mezzo al conosciuto.
Come se qualcuno avesse messo in lavatrice un paio di jeans con una banconota in tasca e dopo l’asciugatura guardi quel pezzo di carta che una volta aveva un valore sostanziale e di cui al momento resta solo quello nominale. Più o meno così.
giugno 3, 2005 alle 10:22 am |
buon giugno
giugno 3, 2005 alle 10:33 am |
uhm
giugno 3, 2005 alle 11:30 am |
ma i nodi non hanno a che vedere col tuo lavoro, no?
giugno 3, 2005 alle 11:46 am |
diciamo che il lavoro non è causa di nodi. anzi!
ma c’è un nodo a monte che poi si scarica anche nel lavoro, piuttosto.
più che districare occorrerebbe un forbicione e zac.
giugno 3, 2005 alle 12:03 PM |
magari la banconota era comunque ormai fuori corso…
giugno 3, 2005 alle 12:53 PM |
Per me giugno e’ un mese speciale: sotto ogni angolazione
Le cose belle e quelle brutte della mia vita: sempre a giugno
Un abbraccio
ghita
giugno 3, 2005 alle 1:14 PM |
giugno è il mese del profumo inebriante dei tigli. in quei dieci giorni mi sembra sempre che si stia per compiere un miracolo.
in realtà l’unico miracolo è quella fioritura.
giugno 3, 2005 alle 1:18 PM |
e poi c’è una cosa che non diciamo mai, o poche volte, e nei tuoi perchè ne manca uno flo’: “perchè ai nostri ospiti, so, so perchè la cosa si ripete, so di piacere io, con la mia curiosità , con le cose che so loro raccontare e con tutto il resto”
perchè il desiderio di piacere di essere ri-conosciuti è bene o male uno dei fondamentali della nostra vita … senza quello non esisteremo, credo
giugno 3, 2005 alle 1:19 PM |
ed è quella la ragione fondamentale per cui ti piace
giugno 3, 2005 alle 1:47 PM |
e va bene, ma un po’ di modestia la devo pure coltivare 😀
(tutti pazzi per flounder)
giugno 3, 2005 alle 1:57 PM |
giugno e’ un mese speciale
anche per me, ma insieme a luglio. i tigli, tutti i miei fiori fioriti, la luce, le giornate lunghe, l’alba.
giugno 3, 2005 alle 2:22 PM |
ah ecco vedi che lo sapevo tutti pazzi per flo’ (la modestia va coltivata è ovvio sennò si cade subito nel delirio, ti ho solo aiutata a superare la tua giustissima reticenza flo’)
giugno 3, 2005 alle 3:25 PM |
già , si riuscisse a dare chiaramente il nome giusto ad ogni cosa, orientarsi sarebbe più facile…
(dovrei ripetere ciò che ho scritto al post sotto, perciò basta :-))
ah…no, una cosa : l’immagine della banconota è memorabile.
giugno 3, 2005 alle 3:52 PM |
giù (g) no
il mese che ti tira su
giugno 3, 2005 alle 4:44 PM |
vabbè, ma io c’ho sonno, stanotte ho dormito un’oretta e mezza… e faccio finta di lavorare, però pure ‘sta finzione mi stanca assai… uff…