Non ci è stato dato niente gratis.
Niente, che fosse bene o male. Nemmeno uno spillo.
Oppure una briciola, una macchia di inchiostro.
Neppure la gioia di strappare un sorriso.
Per quel sorriso pagavo con la moneta dello scandalo.
Per la libertà dall’odio sto pagando in moneta sonante.
Per quest’amore che ci lega pago in risvegli notturni, per controllare se ancora respiri, se digrigni i tuoi piccoli denti e se hai paura del buio, di un incubo che ti assale.
Per questa forza di esserci pago ogni volta il prezzo della rabbia.
Per il coraggio di allontanarmi sarà corrisposto versamento in ansia.
Per le dita che scorrono sul mio corpo mi è stata fatturata la nostalgia.
Per chi arriverà ho già messo in conto un momento di follia.
Per ogni lacrima il pudore di doverla mostrare.
Per ogni perdita lo sforzo di dover ricominciare.
Nessuno ha barato, non si è ingannato sullo scambio.
Se qualcuno vi raccontasse che è iniquo non dategli ascolto: questi sono prezzi calmierati.
Comprensivi di IVA, esenti da accisa, regolarmente indicizzati.
Non pagherete più di quanto abbiate ottenuto. Non otterrete più di quanto siate disposti a pagare.
La ditta è seria: niente sconti né omaggi.
aprile 3, 2006 alle 12:27 am |
non voglio nemmeno cercare di pensare a una battuta che sfrutti il parallelismo introdotto da questo post..é perfetto cosÃ, non lo voglio rovinare.
aprile 3, 2006 alle 12:35 am |
bellissimo, si e -cazzarola- quanto è vero
aprile 3, 2006 alle 12:53 am |
il listino prezzi è a titolo esemplificativo. varia da persona a persona.
(il codice di classificazione delle merci emotive invece resta probabilmente lo stesso per tutti)
aprile 3, 2006 alle 1:18 am |
non un’oncia di più,
non un’oncia di meno.
entropia
aprile 3, 2006 alle 2:01 am |
…pagamento in con.
e tanti.
(brezza, a rovinarlo ci ho pensato io)
lisa
aprile 3, 2006 alle 2:08 am |
non si chiedono sconti, né omaggi. Ci mancherebbe.
ma una dilazione? Un pagamento rateale in venticinque anni, che magari alla fine si sarà pagato pure dieci volte tanto la somma iniziale, ma in rate così piccole che non ci si è nemmeno accorti di farlo?
E poi : siamo tutte persone d’onore, qui. Non basterebbe almeno fare come una volta, dire : me lo metta in conto?
Poi nessuno si sottrarrebbe. Nessuno farebbe il furbo. Se c’è da pagare si pagherà , ma quando si è pronti, quanto si decide che ce lo si può permettere. Magari tutto insieme, alla fine, proprio all’ultimo, dopo che ci si è goduto tutto per bene e per un bel pezzo.
No, eh?
aprile 3, 2006 alle 2:12 am |
ma poi il codice taric non è per la dogana?
Allora… ehm… ecco… dico io: ricorrere al contrabbando, invece?
(neanche così, eh?)
va be’
aprile 3, 2006 alle 8:54 am |
TARIC sta per cosa?
Io non la vedo esattamente come te, Flo’. Secondo me la vita ha messo i saldi dall’inizio. A pagare, qualcosa paghi. Ma ne vale sempre – moltissimo – la pena. E ti becchi pure qualche gadget in omaggio.
aprile 3, 2006 alle 10:31 am |
è che esiste un equilibrio complesso.
Per ogni cosa in alto, ne deve esistere una in basso.
Per ogni sorriso, un dolore.
Per ogni vita, una fine.
Per ogni sole, da qualche parte tuona.
(suppongo che questo sia molto mediterraneo, con mia sorpresa)
aprile 3, 2006 alle 11:21 am |
Su, il problema è proprio quello delle dilazioni: a volte ti propongono degli affari che sembrano convenientissimi, proprio perché le conseguenze non sono immediate.
io se potessi ricorrerei al pagamento anticipato: datemi prima tutto il peggio della faccenda e dopo mi godo tranquillamente il meglio.
shemale, ti copio pari pari la definizione da Wikipedia:
La Tariffa Doganale (TARIC)
Ogni merce deve per prima cosa essere classificata, cioè abbinata ad un numero specifico. Per farlo, internazionalmente si utilizza la Tariffa Doganale Armonizzata (HTS), un prontuario diviso in Sezioni e Capitoli ordinati per tipologia merce (ad esempio la Sezione I è relativa agli animali vivi, la Sezione II ai prodotti del regno vegetale, fino alla Sezione XX relativa ai Prodotti diversi non classificati altrove e alla Sezione XXI che tratta delle Opere d’arte). Le “Voci” di questa Tariffa Armonizzata sono composte da 6 cifre. Ogni Stato può suddividere ulteriormente le merci comprese in queste voci, perciò dalla settima cifra in poi le varie tariffe doganali sono diverse fra di loro. La Tariffa europea si chiama TARIC ed i codici sono di 10 cifre.
perché a me i malevoli cercano di persuadermi che sono una maniaca della classificazione, e che ci sono dele cose che invece sfuggono alle classificazioni.
allora mi piace un sacco mischiare gli ambiti, per esempio parlare dei sentimenti come fossero leggi di economia politica o delle azioni umane come merci da sdoganare e sulle quali pagare un dazio.
(deformazione professionale, non ci posso fare niente)
alla fine secondo me tutto è classificabile, anche la confusione.
la difficoltà delle cose non è mica nella classificazione, quella si impara facilmente.
aprile 3, 2006 alle 11:25 am |
Alla fine, secondo me, tutto è molto confuso. Anche le classificazioni.
aprile 3, 2006 alle 11:47 am |
va bene, flo.
detto con grazia e compensibilissimo 🙂
aprile 3, 2006 alle 11:50 am |
no, she, è molto meno confuso.
poi un altro fatto: tu parli di saldi e gadget inattesi.
sì, è possibile.
se ci si mette in una condizione di superficialità e si accetta tutto come un dono, evitando che ci lasci tracce dentro, è davvero possibile.
si può beneficiare di una serie di piccoli piaceri e soddisfazioni senza che ci scavino dentro e ci modifichino.
ma in ogni caso credo che un conto – non necessariamente – in negativo, si pagherà .
(oggi sto assai cogitabonda, abbiate bontà )
aprile 3, 2006 alle 12:40 PM |
Che un equilibrio ci sia (e quindi un prezzo) secondo me è anche salutare; non so perché, ma gli uomini (e le donne spesso non sono da meno) sono portati a sottovalutare ciò che arriva sotto forma di regalo, o già scontato.
Quanto al mediterraneo di cui parla l’Herr, direi che è più universale. Come canta Merlino nella “Spada nella Roccia”, quando deve insegnare a Semola/Artù le cose della vita (lo so, le mie citazioni sono sempre colte):
Dest sinist, dest sinist, qui e lì, notte e dì,
questo il mondo fa girar.
Bianco e ner, falso e ver,
questo il mondo fa girar.
Per ogni qua c’è sempre un là ,
per ogni se c’è sempre un ma,
per ogni su c’è sempre un giù,
per ogni men c’è sempre un più.
Più o men, vuoto o pien,
questo il mondo fa girar,
Qua e là , vaâ e staâ…
(ma non per questo, la “leggerezza” è meno vera)
aprile 3, 2006 alle 1:19 PM |
“tu parli di saldi e gadget inattesi.
sì, è possibile.
se ci si mette in una condizione di superficialità e si accetta tutto come un dono, evitando che ci lasci tracce dentro, è davvero possibile.
si può beneficiare di una serie di piccoli piaceri e soddisfazioni senza che ci scavino dentro e ci modifichino.”
Secondo me c’è una vechia tendenza a scimmiottare Paul Verlaine, Jim Morrison e Jean Paul Sartre. Si è diffusa, da moltissimo tempo, l’idea che la vita non possa essere (anche) gaia e generosa, perchè questi signori non sarebbero stati d’accordo. Però, c’è un sacco di gente autorevole e intelligente che ha (o ha avuto) una visione assai più leggera dell’esistenza (Ludovico Ariosto, Einstein, Umberto Eco). Questa storia che sia obbligatorio essere superficiali per poter beneficiare di una piccola serie di piccoli piaceri e soddisfazioni, oltre che falsa, mi sembra molto “vecchia”, fuori tempo massimo e anche “luogocomunista”. Sono sceso un secondo alle Poste. C’era in strada un sole formidabile e una luce schiacciante. Ovviamente, in Iraq non hanno smesso di farsi la guerra per questo. Però è stata una piccola esperienza meravigliosa. La vita è – anche – una continua esperienza meravigliosa.
Ovviamente, sono molto desolato per Jim Morrison.
P.S.): Siete mai stati al cimitero di Parigi dove Jim Morrison è sepolto? Beh, andateci, se potete, e osservate con attenzione la faccia e gli atteggiamenti di chi ancora piange dinanzi la sua tomba. Cambierete subito gusti, se non l’avete già fatto.
aprile 3, 2006 alle 1:42 PM |
per me si tratta sempre di uno scambio..magari non equo, anzi quasi mai, peró uno scambio c’é sempre..
aprile 3, 2006 alle 1:46 PM |
She, lâottimismo a tutti i costi è unâidiozia, tanto quanto lo è il pessimismo a oltranza. Si tratta di quelle trappole logiche ed emotive che servono a non concludere niente e a darsi duemila possibilità oppure nessuna. Basta che non ci sia da impegnarsi.
Eâ chiaro che il bel tempo me lo danno gratis, non si discute su questo. Mi danno anche albe e tramonti e una serie di altre cose meravigliose.
Il prezzo si paga per poterselo godere: io ieri per schiantarmi tra i bastioni del castel dellâOvo ho dovuto fare 56 km tra andata e ritorno, brigare venti minuti per un parcheggio, fare due chilometri a piedi.
Ma nemmeno questo è tanto importante, in definitiva. Uno sa che vuole fare una cosa e si sobbarca gli inconvenienti. Così come per passare una nottata in spiaggia a fare la romantica metterò in conto un attacco di cervicale al mattino seguente. Al terzo attacco di cervicale, con complicazioni lombosciatalgiche, lo farò solo se vale veramente la pena.
Il problema dazi e pedaggi si pone invece quando devi avere a che fare con altri esseri umani o quando si dispone di sentimenti altrui o propri.
Verlaine, Sartre e chi vuoi tu non câentrano niente, nemmeno il luogocomunismo e neppure lâautoflagellazione cattolica.
Ogni passo che muovi verso una persona o che viene mosso nei tuoi confronti ha un suo peso, anche quando sembra irrilevante. Non credo che sia una questione passibile di andare fuori tempo massimo.
(vi ricordo che questo blog è in sindrome premestruale e dunque siamo più rompicoglioni del solito. senza sconti, ovviamente)
aprile 3, 2006 alle 1:53 PM |
(in realtà tutto questo è solo un momento di introduzione per dire che a partire da questo momento per entrare ion questo blog bisognerà esibire un biglietto di ingresso regolarmente acquistato. sono possibili abbonamenti e sconti comitive)
aprile 3, 2006 alle 2:00 PM |
per i signori puoi emettere una carta pre-pagata assolutamente anonima come quella che pubblicizza sky [la battuta me la passate..questo é ancora un blog sessista, no?] ahahah
aprile 3, 2006 alle 2:03 PM |
Senonchè io non ho mai parlato di ottimismo a oltranza. E anche quando si tratta di muovere “verso una persona”, non mi sembra che la cosa debba avere per forza “un suo peso, anche quando sembra irrilevante”. Vallo a dire ai tanti “scambisti”, che, invece, si divertono un sacco a muovere l’uno verso l’altro e non pagano proprio alcun dazio. Oppure, qual’è il dazio di una piacevole e interessante chiacchierata dal barbiere (che tu hai pagato solo perchè ti tagliasse i capelli)? Qual’è il prezzo per l’affettuoso rapporto con gli inquilini del secondo piano che, tra l’altro, conservano una copia delle tue chiavi di casa e ti hanno fatto risparmiare, sino ad ora, circa 18.000 ⬠di fabbro? Il prezzo sta nel contraccambiare le loro gentilezze? Direi di no, perchè sinceramente è un piacere. Oppure sta nel sapere che tu rappresenti qualcosa per loro da un punto di vista emotivo e sentimentale? Beh, allora, significa che uno è proprio tirchio, perchè come prezzo mi sembra proprio bassino…
Concordo, invece, pienamente sul fatto che sei in piena sindrome premestruale.
aprile 3, 2006 alle 2:07 PM |
scusami shemale..ma la constatazione della pms é consentita *esclusivamente* alla persona interessata dalla suddetta sindrome! ;-p
aprile 3, 2006 alle 2:21 PM |
diglielo, brezza, diglielo
(che ha usato un tono di compatimento e sufficienza)
aprile 3, 2006 alle 2:24 PM |
“Per la libertà dallâodio sto pagando in moneta sonante”…
…anche io…
😦
un abbraccio, sarebbe gratis….
aprile 3, 2006 alle 2:39 PM |
Ho soltanto sangue e carne e forse un po’ di cuore, quanto basta.
Ho solo sogni che non ricordo mai ad ogni risveglio.
Ho molte impossibilità .
Pagherò con quelle, come fosse una carta di scredito
aprile 3, 2006 alle 2:45 PM |
lui oggi scrive così.
che un po’ assomiglia a questa storia di prezzi da pagare.
aprile 3, 2006 alle 2:48 PM |
una carta di scredito è sempre meglio di nulla (contiene carne, sangue, cuore e anche una percentuale di fegato)
aprile 3, 2006 alle 3:13 PM |
però il prezzo è solo una delle due componenti del teorema, che si conclude solo con la risposta al Quesito: ora che conosco il prezzo, sono disposto a pagarlo?
IVA inclusa, naturalmente. Codice accisa 9763. E senza fattura non cambia, quello è.
aprile 3, 2006 alle 3:24 PM |
bolilla, qua la verità è che vogliono lavorare tutti su aperture di credito per anticipo crediti senza avere la documentazione necessaria.
e se gli si propone il salvo buon fine si offendono pure 😀
aprile 3, 2006 alle 4:32 PM |
concordo con te sul rigore finanziario. una buona finanzia è la base per un buon conto economico.
spendere solo quello che si ha, perchè a buffo costa il doppio.
😉
aprile 3, 2006 alle 6:29 PM |
…straordinaria.
Io ho la residenza dell’anima a montecarlo. un bel vantaggio…
aprile 3, 2006 alle 6:33 PM |
La prendo alla lontana.
Qualche mese fa, passeggiando per la strada (meravigliosa) che porta all’isolotto di Nisida, Valeria ed io parliamo della sua scelta di avere figli (ne ha avuti due) e della mia di non averne. Dopo una discussione piuttosto animata, mi ha detto una cosa che mi è piaciuta moltissimo: “Ma scusa, a te piace vivere? No, perché, se ti piace, desideri farne dono ad un altro essere umano, mentre se pensi che il bilancio sia in perdita, è chiaro che non desideri donarla a nessuno. Per me, con un bilancio che va dall’attivo fino al pareggio, vale ancora la pena. Se l’idea di avere figli rende da felici a indifferenti, i figli vanno fatti”.
Il tuo post mi ha fatto ripensare a questa conversazione. Se il prezzo da pagare per ogni oncia di felicità conquistata fa finire (o meglio, fa sentire finita) la partita, non dico con una vittoria, ma anche solo con un pareggio, ne sarà valsa comunque la pena.
aprile 3, 2006 alle 10:17 PM |
il problema è che nessuno ti fa un mutuo decente. e per pagare quell’unico istante, finisci per mendicare tutta la vita.
aprile 4, 2006 alle 12:43 am |
io sono ottuso,
io non avevo capito niente,
forse ero rimbambito,
chi è cosa è che dovrebbe darci qualcosa?
Io ho letto qui:
“Non ci è stato dato niente gratis.”
Cioè chi è, qual’è la ditta che da?
Cioè c’è la ditta dio padre onnipotente o è tutto un caso un cazzo di cane di mondo che o lo prendi così o lo prendi storto?
Io a volte me lo dico; mi son guadagnato tutto con le unghie e a morsi e ho fatto una fatica bestiale. Solo perché ho giudicato che ad alcuno è andata più facile ( a vedersi).
Invece non è vero proprio:
sono io che mi illudo, non mi arrendo all’evidenza che non vedo il di dentro delle cose di questi atomi di queste cellule che volano qui e là quasi senza senso e dico: anima, morale, etica, fortune, caso….
MarioBlù
aprile 4, 2006 alle 9:58 am |
! l’impiegatuccia frustrata ha riaperto il bloggo? Hai ritrovato il portatile che fingesti di aver smarrito per sputtanare le persone?
aprile 4, 2006 alle 10:03 am |
no, no. adesso ho due pc fissi.
posso scatenarmi.
aprile 4, 2006 alle 12:18 PM |
mario, è questo il punto: nessuno ci darà niente.
(ci dobbiamo fare un culo così)
hanging, voglio conoscere valeria anche io.
immagino faccia parte di quelle belle persone che non hanno bisogno di mettere al mondo figli per riempire un buco nero.
aprile 6, 2006 alle 11:14 am |
Non me lo pongo il problema… tanto sono di passaggio come voialtri.
aprile 6, 2006 alle 2:35 PM |
salti’, il pedaggio si paga comunque
aprile 6, 2006 alle 4:56 PM |
E caro anche.