Ieri era una di quelle giornate in cui la gente dice: ma beata te, che bel lavoro che fai. E io mi sento quasi in colpa.
Ma in verità non ha importanza che io sia uscita da casa alle nove per farci rientro alle ventitré, maledicendo il dio dei tacchi alti. La questione è che tutta la giornata, che prevedeva la consegna dei diplomi a 40 nostri allievi master, a seguire un concerto e per concludere una cena che nemmeno un matrimonio e i fuochi d’artificio sul mare (e lì mi sono astenuta, supplicando il capo di riportarmi a casa sennò avrei chiamato i sindacati), ecco, tutta questa cosa fantasmagorica, è stata messa su da Fiorella.
Fiorella è una deliziosa fanciulla che è entrata nella mia vita in un modo molto particolare: un paio di anni fa, uscendo dall’ufficio per tornare a casa, ho trovato un portafogli accanto alla mia auto.
Non conteneva soldi e nemmeno carte di credito, ma un biglietto da visita e svariati documenti.
Così ho chiamato e ho comunicato il ritrovamento.
Il giorno dopo la fanciulla viene in ufficio a riprendersi il tutto.
Tra una chiacchiera e l’altra mi dice che si occupa di formazione e proprio quella mattina era in giro per presentare curricula.
Me ne faccio lasciare uno.
Dopo nemmeno un mese la richiamo per un colloquio e la assumiamo per sei mesi.
Lavora così bene che alla fine del contratto, viene riassunta dalla nostra direzione formazione, a Roma, dove resta un annetto.
E lì incontra il tizio che, alla scadenza del co.co.co, le offre un ottimo lavoro, che comincerà nei prossimi giorni.
Ieri sera, su questa meravigliosa terrazza che dava sul golfo, illuminata da candele e torce, le ho chiesto: ma in definitiva quanto c’era in quel portafogli?
Meno di duecento euro, ma per me era un capitale, allora. Le cose della vita sono incredibili, ha aggiunto languidamente.
Vorrei a questo punto raccontare che dieci giorni fa ho perso gli occhiali da sole, con lenti graduate.
Deve essere accaduto quel sabato che eravamo da Intramoenia per le Scritture di strada.
Ho ripercorso tutti gli itinerari, ho telefonato a tutti i negozi in cui sono passata. Inutile.
Non dico che da qui volevo che cambiasse la mia vita, ma mi sarei banalmente accontentata di ritrovarli.
E invece no, nisciuno sape niente.
aprile 4, 2006 alle 10:33 am |
Che hai perso gli occhiali me ne sono accorto. E pure il telefonino mi sa.
aprile 4, 2006 alle 10:35 am |
…ehm…
aprile 4, 2006 alle 10:36 am |
Gli occhiali scuri nel tuo caso occultano meraviglie, quindi da un certo punto di vista lo smarrimento è un bene.
(i quesiti mi ricordano A chi servono questi quattrini?, di cui ho visto la versione cinematografica, con Eduardo e Peppino)
aprile 4, 2006 alle 11:22 am |
zu, caro, la ragione principale per cui indosso occhiali scuri è proprio questa: vi voglio, tutelare, proteggere, difendere.
( fanatica, ridicola, ma chi ti credi di essere? ecco, me lo son detta da sola, vi risparmio la fatica)
aprile 4, 2006 alle 12:54 PM |
grrazie (per la fatica, dico)
Ma è chiaro che un giorno suonerà alla sua porta il facoltoso nonché intelligentissimo ac coltissimo e perché no, pure straordinariamente bello rampollo di una primaria azienda del settore ottico, che presentandole i suoi occhiali nerograduati e msarriti dirà , con voce di miele e zenzero:
Miss Flounder, suppongo
(e giù violini e mandole)
aprile 4, 2006 alle 1:35 PM |
Non hai visto nulla, dunque, a Castel dell’Ovo?
aprile 4, 2006 alle 1:41 PM |
(e mica so’ cecata)
aprile 4, 2006 alle 1:44 PM |
…era per darti il la.
Ora esplicito: com’era la fiera?
aprile 4, 2006 alle 1:47 PM |
a livello di espositori peggio del solito.
il programma pareva teoricamente buono, ma in pratica non so.
la location strepitosa, ma proprio strepitosissima.
aprile 4, 2006 alle 1:48 PM |
Perchè gli espositori peggio del solito?
Pochi? Brutti? Cattivi?
aprile 4, 2006 alle 1:52 PM |
pochi e cattissimi: non facevano sconti.
ho comprato per dovere l’ultimo della nothomb, ma solo perché mi hanno tolto 3 euriss
aprile 4, 2006 alle 2:20 PM |
se lascissi anche io il portafogli vicino allaa tua auto? di solito a me succede che devo rifare tutti documenti e la visita medica per la patente… mai trovato lavoro così! z
aprile 4, 2006 alle 3:05 PM |
per una coincidenza che non esito a definire mostruosa, mi ha appena telefonato una perfetta sconosciuta dalla germania, chiedendomi un lavoro di traduzione brevissimo da completare per domani sera, remunerato pochisimo, quanto basta per ricomprare un paio di occhiali da sole con lenti graduate.
ho qui il testo: una roba carinissima di architettura.
ho detto sì
(quando l’universo fa così va sempre assecondato)
aprile 4, 2006 alle 3:26 PM |
io a casteldellovo sono andato ma la fiera è deludente assai
saluti
mel
aprile 4, 2006 alle 5:53 PM |
So che una domanda del genere fatta in una giornata non proprio positiva causa smarrimento occhiali e in un periodo di Pms potrebbe generare nervosismo ulteriore, ma…
…tu hai ritrovato un portafogli che non conteneva soldi né carte di credito e dopo un sacco di tempo chiedi alla proprietaria quanti soldi contenesse quel portafoglio e lei ti risponde “200 euro”?
Com’è?
Come funziona, voglio dire.
ma magari ho letto male io
aprile 4, 2006 alle 6:01 PM |
Flou, ma perché non fai inserire un bel microchip nella stecchetta degli occhiali, con dati anagrafici, telefonici, elettronici, impronte digitali, link al blog e book fotografico? Senza questo accorgimento, anche il più zelante, fantasioso e caparbio dei principi azzurri stocastici nulla potrebbe di fronte all’incorruttibile anonimato di due lenti che lo osservano fredde, insensibili, mute, che si lasciano attraversare come un’ombra, che nulla raccontano del tuo sguardo, che nulla trattengono di te, se non -forse- il labile ricordo dell’odore delle tempie.
(il giorno che inventeranno gli occhiali telefonabili -quelli a cui si potrà fare uno squillino quando non li trovi- sarà un giorno memorabile come quello dello sbarco sulla luna)
aprile 4, 2006 alle 6:46 PM |
Come tu verificasti or ora per il fatto medesimo degli occhiali che provocarono fortuita fortuna così dapprima, in un accesso di magica sfiducia avevi detto:
“nisciuno sape niente”
Infatti il che o i lcosa è vero ed inconfutabile dappoiché pure l’esimio antico erudito e sapiente Ermesianatte di Colofone, sempre andava momorando, se non bofonchiando:
“Nun se sape, nenti se sape..nun se sape, nenti se sape…”
Esprimendo così scetticamente l’incognita presente, totale, immanente, trascendente, immarcescibile, confermata poi dalla sua alta scuola ed in particolare da suo allievo Zenone da Cesarea il quale asserì:
“Qui non si capisce mai un cazzo”.
Mario
aprile 4, 2006 alle 6:58 PM |
broono, sono andata per sintesi: detto portafogli era stato rubato in altro punto della città , svuotato dei preziosi e abbandonato al volo
hanging, ma tu domani ci sei????
aprile 4, 2006 alle 7:04 PM |
si ma hai ritrovato il portatile che fingesti di aver smarrito per sputtanare le persone? Sanno in giro di quanta cattiveria sei capace? E tua figlia saprà mai chi sei?
aprile 4, 2006 alle 7:06 PM |
utente anonimo, sono capace di cattiverie ben peggiori.
aprile 4, 2006 alle 7:29 PM |
All’anonimo gli diamo l’elemosina o no?
Quia: nenti se sape.
aprile 4, 2006 alle 7:55 PM |
è stato il caso o il destino ?
aprile 4, 2006 alle 10:50 PM |
qui ci piace credere più al destino che al caso.
anche se abbiamo diversi dubbi in merito
aprile 5, 2006 alle 12:49 am |
miiiiiiiiii, ancora? ‘n’ altra volta? Pure qua, anonimo?
C’è ancora qualcuno che non l’ha capito?
Ripetiamolo : la flo’ simula furti e sputtana le persone.
Capito? LA_FLO’_SI-MU-LA_ FUR-TI.
SPUT-TA-NA_LE_PER-SO-NE.
Che poi si sa che è napoletana e i napoletani sono specializzati in questi imbrogli.
Capisco la tua rabbia, anonimo. Ne fossi stata io vittima, sarei incazzata quanto te.
Ma sai com’è?
E’ che a noi la Flo’ ci piace proprio perché è hitchocKiana. Perbene fuori, losca dentro.
La vogliamo così : doppia, menzognera e criminale.
Fattene una ragione.
aprile 5, 2006 alle 8:22 am |
ci facimmo nu film subbito:
“CriminalFlòu”
aprile 5, 2006 alle 9:46 am |
(dalle anteprime di splinder, una cosa si intuisce: all’anonimo le fete ‘o ciato)
aprile 5, 2006 alle 9:47 am |
o “un pesce di nome Flounda”
(la licenza A invece di ER è tipica del gangsta-rap)
aprile 5, 2006 alle 9:55 am |
stamattina il mio livello di perplessità è al colmo
aprile 5, 2006 alle 11:39 am |
…consolati pensando che magari adesso una ragazzina coi capelli rossi e le lentiggini, riesce a leggere il suo libro senza strizzare gli occhi :)…
buondì.
H.
aprile 5, 2006 alle 11:40 am |
flounda, bello!
fa anche un po’ broken english caraibico.
flounda, the sole fish of st.vincent (non trovo isole di san gennaro nei caraibi, eh)
aprile 18, 2006 alle 11:19 PM |
tanto per dire che ho ritrovato gli occhiali.
e che adesso ho due paia di occhiali arancioni.
fortuna? sfortuna?
chi può dirlo.