Vorrei fare delle cose. Delle cose mie, intendo.
Mie, ma anche di altri. Meglio, con altri. Che per esempio uno ha un’idea e io ci innesto su la mia e l’idea si amplia e cresce e diventa qualcosa di bello.
Poi ognuno fa un pezzetto, quello che gli riesce meglio.
Una cosa tipo un lavoro nuovo, o anche un hobby che un po’ alla volta si trasformi in lavoro.
Una cosa carica di sforzi, ma ispirata al principio di piacere, che nasca in sordina ma con un carico di entusiasmo da novanta, che abbia la traiettoria di un obice e la potenza di un innamoramento.
Che quando te la guardi, dopo un po’ di tempo, sai che è tua e ti ci riconosci dentro.
O anche che si è un po’ trasformata, ma riconosci le energie che ci hai riversato.
Una cosa tipo fare un figlio, ma un pochino meno impegnativa.
Una cosa che acquista un senso e poi te lo restituisce e tu ce lo reimmetti e poi ne ricavi altro.
Ma che sia una cosa bella, sennò non se ne parla neppure.
E soprattutto che si fondi sul concetto di condivisione, che senza di quello non si va da nessuna parte.
Di modo che nei momenti difficili mi faccia anche un po’ da copertina.
giugno 5, 2006 alle 1:26 pm |
comincia a metterci l’idea..vediamo se io ci innesto la mia..e poi?scopriamo come va a finire?^^ mi hai capita!non ci conosciamo e hai descritto la mia mente..meraviglioso!
giugno 5, 2006 alle 1:29 pm |
Ke ne dici di scrivere il teso di una canzone. Sul nostro Blog lo abbiamo fatto una volta. Vieni a darci una mano su!
Dottor Key
giugno 5, 2006 alle 1:45 pm |
Ci stai dicendo che vuoi metterti a frequentare un club per scambisti?
giugno 5, 2006 alle 1:46 pm |
I bisogni sono sogni ripetuti?
giugno 5, 2006 alle 2:05 pm |
basta che la copertina non sia cortina
giugno 5, 2006 alle 2:16 pm |
a me mi viene di farti un sorriso
🙂
giugno 5, 2006 alle 2:22 pm |
Comincia col passare lo swiffer negli angoli più impensati 😉
giugno 5, 2006 alle 2:27 pm |
eh eh eh… questo titolo lo usai anche io una volta! 🙂 baci z
giugno 5, 2006 alle 2:34 pm |
Oggi ne avrei bisogno anch’io. però dovrebbe anche essere capace di distrarti e di rapirti, mentre ti coccola e protegge.
giugno 5, 2006 alle 2:42 pm |
ad occhi aperti, ben spalancati, mi piacerebbe fare questo sogno. sul serio. molto sul serio.
giugno 5, 2006 alle 3:04 pm |
che cosa significa condivisione? E cosa significa acquistare e restituire un senso? Cristo, mi sembra di ascoltare Battiato!
giugno 5, 2006 alle 3:07 pm |
devo andare a una riunione.
giusto per rispondere a climacus: una cosa priva del possesso che fu prealessandrino, tanto per intenderci.
giugno 5, 2006 alle 3:40 pm |
ma non ce l’hai già un blog?
(…mumble…)
giugno 5, 2006 alle 4:31 pm |
in cucina si possono fare tante cose
giugno 5, 2006 alle 4:32 pm |
Anche tu sei stata presa da un senso di incompletezza, Flo?
Perchè a me succede così.
Un abbraccio, se posso.
giugno 5, 2006 alle 5:21 pm |
stavamo dicendo, per l’appunto.
un club per scambisti no, anche perché implica a monte il concetto di avere qualcuno da scambiare. e questa cosa – insieme a talune altre – la escluderei a monte.
una canzone nemmeno, che non sono capace, lo so.
in cucina sì, già lo si fa, con una certa passione, ma fa parte del quotidiano.
anni fa cucinavo per un locale, su serate a tema ed era una cosa che mi procurava questo tipo di soddisfazione estesa, giustappunto.
ma era volontariato culinario, senza riscontri economici.
il blog nemmeno, perché è un luogo chiuso, e invece il desiderio è di scorazzare.
l’incompletezza sì, quella c’entra.
in realtà è un sentimento che ha a che fare con un certo desiderio di rinovamento che tuttavia confligge con l’esigenza di stabilità .
ho sognato due volte di avere questa benedetta casa col giardino, più annessi e connessi.
e come dice giustamente zu, se lo sogni due volte, diventa un bi-sogno.
giugno 5, 2006 alle 5:38 pm |
(nelle more passerò lo swiffer dappertutto, son cose che danno soddisfazione)
giugno 5, 2006 alle 6:05 pm |
tutto ciò mi fa pensare a un bel viaggio che ho fatto, dove ognuno era parte integrante e non sostituibile, necessaria come i posti che si attraversavano.
calzini puzzolenti, cene col fornellino, frittate con la sabbia e scarpe dimenticate sulla spiaggia inclusi, tipo.
lisa
giugno 5, 2006 alle 6:13 pm |
Cara Flo
ho una casa con giardino ed annessi e connessi, e gramigne da strappare ed albicocche da cogliere e piante di fico da potare … a tutto cio’ io mi accosto quasi quotidianamente con i sentimenti che hai narrato con la solita eccellente bravura … se ti va …
giugno 5, 2006 alle 7:26 pm |
Ho la soluzione: ti vuoi mettere commè?
giugno 5, 2006 alle 7:41 pm |
(sareste la coppia più bella del mondo)
giugno 5, 2006 alle 8:05 pm |
E il triangolo no? Non l’avete consideeerato?
giugno 5, 2006 alle 8:16 pm |
hanging, non me lo dire due volte
(potremmo fare una comune a casa di ventoditerra, come in quel libro lì, l’Albergo delle donne tristi. solo che rideremmo a crepapelle)
zu e shemale, niente pensierini maliziosi voi due. qui si parla di affinità elettive.
(o no?)
giugno 5, 2006 alle 9:37 pm |
(qua, passo passo, il bi-sogno sta diventando multi-sogno ;o))
giugno 5, 2006 alle 9:51 pm |
Flounder & Hanging: affinità finissime, ozi preziosi, attente attività , gioie giocose, intelligenze intente.
(nonché due supergnocche, sia ben chiaro)
giugno 6, 2006 alle 12:51 am |
questa coppia l’ho creata io!
cmq nella comune vengo anch’io e faremo come nei conventi che le suore giovani accudiscono le anziane
giugno 6, 2006 alle 1:15 am |
seee…mo’ tutti reclamano la loro parte.
ebbene, no, ci siamo piaciute a prima vista.
buon compleanno, dido.
giugno 6, 2006 alle 1:16 am |
zu, lingue linguacciute
(in senso di gossip)
giugno 6, 2006 alle 2:05 am |
flounder & hanging, suvvia, confessate, questa coppia tra un anacardo e un altro anacardo l’ha creata dido
(flou, “una cosa tipo fare un figlio ma un pochino meno impegnativa” m’ha creato ansia, direi. dice che è impegnativo fare un figlio? o un altro, per esempio?)
(nel frattempo qui non mi funzionano più i tasti, credo sian stanchi, non so che uscirà di questo commento)
giugno 6, 2006 alle 10:00 am |
io invece vorrei proprio fare un figlio.
giugno 6, 2006 alle 10:24 am |
possiamo mai dire che non è impegnativo?
io comunque – nonostante tutto (malattie, ricoveri, ansie, solitudine, pressioni esterne etc etc) – ne farei anche altri due.
giugno 6, 2006 alle 10:37 am |
i figli sono una ricchezza enorme
come avrei fatto senza di loro
🙂
giugno 6, 2006 alle 12:11 pm |
perché, li vendi?
giugno 6, 2006 alle 12:40 pm |
Insomma, mi sembra che tu voglia creare qualcosa, ma non come unica artefice. “Tipo fare un figlio” è emblematico…
giugno 6, 2006 alle 12:41 pm |
A proposito di copertina, io suggerisco il buon vecchio lavoro a maglia. 😉
giugno 6, 2006 alle 12:47 pm |
ho voglia di progetti condivisi.
dalle piccole cose di ogni giorno a quelle più impegnative. e non necessariamente nel senso di coppia.
giugno 6, 2006 alle 12:49 pm |
giocatore, il ricamo mi ha dato non poche soddisfazioni, in passato.
(mo’ devo dire qui – davanti a tutti – che da vicino non ci vedo più tanto bene? lo devo dire per forza?)
giugno 6, 2006 alle 2:46 pm |
il ricamo e la cucina continuano a darmi belle soddisfazioni ma sai che ci vuole Flo?
Un bel viaggio
Propongo di mettere su un banchetto in cui si vende di tutto, parole, ricami, piatti tipici, sogni. Poi con il ricavato un bel viaggio. Sono ancora indecisa sulla meta, sicuramente il Sud del mondo, che il mio cuore e’ a Sud ma se Est od Ovest non so ancora, devo sentire il vento….
giugno 6, 2006 alle 2:48 pm |
..ehm, non ho potuto fare a meno di notare le affinita’ elettive….
c’e’ qalcosa che mi sono persa nel frattempo?
Tante cose a dire il vero lo so, ma…
giugno 6, 2006 alle 4:33 pm |
non ti sei persa nulla che non si possa agevolmente recuperare
(più o meno come le puntate di un posto al sole..)
giugno 6, 2006 alle 4:42 pm |
ok allora resta l’idea del banchetto itinerante
come stai flo?
giugno 6, 2006 alle 4:50 pm |
apparentemente bene.
(ti devo chiedere delle cose)
giugno 6, 2006 alle 4:51 pm |
scrivimi….
giugno 6, 2006 alle 5:02 pm |
appena fatto…
giugno 6, 2006 alle 5:03 pm |
annabe’, parliamo di cose serie: quest’estate ti rifaccio il co.co.pro?
giugno 6, 2006 alle 5:08 pm |
sogni e bisogni condivisi. manca lo stimolo.
giugno 6, 2006 alle 5:15 pm |
e gli stimoli, signora mia, purtroppo non si comprano al mercato.
in realtà penso che di stimoli ce ne siano fin troppi.
manca piuttosto la costanza nel coltivare cose e sentimenti.
giugno 6, 2006 alle 5:17 pm |
flo fammene un altro pure tu di coccode’…. tanto ormai…!
😉
spero vivamente di non poter assolvere all’incarico perche’ finalmente in meritate ferie…
spero….
giugno 6, 2006 alle 5:19 pm |
più che costanza direi manca cura che scalda nel coltivarle..
giugno 6, 2006 alle 5:30 pm |
…direi che di calore ce n’e’ pure troppo, magari malgestito tanto che o gela, o brucia….
giugno 6, 2006 alle 6:10 pm |
ma io parlo di cura, non di calore.. cura.. aver cura di qualcosa o.. 🙂
giugno 6, 2006 alle 11:05 pm |
Cara,
ho cercato per anni qualcuno, giusto tre persone, che scrivessero con me un romanzo progressivo… uno parte, l’altro segue, l’altro prosegue…
Alla fine, il romanzo l’ho scritto da me, ed adesso me lo tengo nel cassetto, come una specie di figlio a cui troppi padri hanno negato un cognome.
giugno 7, 2006 alle 10:34 am |
[â¦] Viceversa, con lâandar del tempo, la vita mâha chiarito i libri.
Ma questi mentono, anche i piuâ sinceri. I meno abili, in mancanza di parole e di frasi nelle quali racchiuderle, colgono, della vita, unâimmagine povera e piatta; altri, come Lucano, lâappesantiscono, lâammantano di una dignitaâ che non possiede. Altri ancora, al contrario, come Petronio, lâalleggeriscono, ne fanno una palla vuota e saltellante, che eâ facile prendere e lanciare in un universo senza peso. I poeti ci trasportano in un mondo piuâ vasto, o piuâ bello, piuâ ardente o piuâ dolce di quello che ci eâ dato; per cioâ, appunto, diverso e, in pratica, pressoccheâ inabitabile. I filosofi sottopongono la realtaâ, per poterla studiare allo stadio puro, pressâa poco alle stesse trasformazioni che subiscono i corpi sotto lâazione del fuoco o del macero: di un essere o di un avvenimento, quali li abbiamo conosciuti noi, pare non sussista nulla in quei cristalli o in quella cenere. Gli storici ci propongono una visione sistematica del passato troppo completa, una serie di cause ed effetti troppo esatta e nitida per aver mai potuto essere vera del tutto; rimodellano questa docile materia inanimata, ma io so che anche a Plutarco sfuggiraâ sempre Alessandro. I narratori, gli autori di favole milesie altro non fanno che appendere in mostra sul banco, a guisa di macellai, piccolo pezzi di carne graditi alle mosche. Mi troverei molto male in un mondo senza libri, ma non eâ liâ che si trova la realtaâ, dato che non vi eâ per intero.
Memorie di Adriano
M.Y.
giugno 7, 2006 alle 12:55 pm |
ce l’ho su uno scaffale dalla fine degli anni ’90.
ci evitiamo con molta classe. ogni tanto lo spolvero, ma non ho il coraggio di aprirlo, non so perché.
giugno 7, 2006 alle 2:17 pm |
…e’ curioso, anche io ho avuto una certa attrazione/repulsione per diversi anni. Lo vedevo in libreria e dicevo “prima o poi devo leggerlo”… ma lo lasciavo li’ certa che quando sarebbe dovuto arrivare il suo momento sarebbe arrivato.
Ecco, e’ arrivato!