Stiamo raggiungendo punte di delirio, mancano ancora due mesi alla chiusura delle attività promozionali. Due mesi che sono due giorni, due minuti, due anni, due secoli.
Stamattina qui si urla, volano parole grosse. Dagli insulti professionali a quelli personali.
Non ce la faccio.
Siamo stressati, nervosi, irritati. Abbiamo le scrivanie traboccanti. Per andare al bagno devo scavalcare decine di scatoloni contenenti piastrelle e cataloghi. Oppure cedere rassegnatamente all’idea di un catetere.
Un fatto temporaneo, niente di drammatico.
Intanto io sogno, proiettata in avanti. Sogno già il prossimo fine settimana, il giorno dei morti, l’Immacolata. Mi infilo il pensiero nei polmoni, come una bombola di ossigeno. Dovrei aspirare alla quiete e invece leggo mail zeppe di: allora, il prossimo fine settimana facciamo questo e facciamo quello, poi quest’altro, poi ancora quell’altro, invitiamo Tizio, Caio, Sempronia e quell’altra là.
Sì, però io voglio fare anche così e cosà e magari aggiungerci un po’ di quest’altro qua, ma solo dopo che abbiamo fatto tutte quelle altre cose là.
E poi partire, salire su un treno, un’automobile, un aereo, una nave, una bicicletta, un monopattino, una mongolfiera, un quad, un pom-pom, un carruocciolo.
Sogno.
Che mi moltiplico per mitosi. Plop, plop (è il suono della divisione cellulare). Che mi disperdo, mi dilapido, mi distraggo, mi stramazzo, mi abboffo, mi disintegro, mi ricompongo e finalmente mi rilasso.
Dio della burocrazia e del commercio estero, fammi arrivare sana e salva, intatta fino a venerdì. Dammi almeno una pizzetta quotidiana e due caffè.
Rimetti tutti i miei debiti, che poi saldo con un assegno al portatore.
E nel tempo libero non preoccuparti per me: inducimi in tentazione, poi me la sbrigo io.
Plop.
ottobre 24, 2006 alle 11:16 am |
se continia a moltipicarsi così, peggiorerà la già drammatica situazione dei parcheggi sotto l’ufficio
ottobre 24, 2006 alle 12:59 PM |
hai provato ogni tanto, per dieci minuti, mica tanto, a fare tu la piastrella?
immobile, quadrata, non si scalfisce con niente, ottima qualità .
poi ricomincia la fiera con un’altro spirito..
ottobre 24, 2006 alle 1:00 PM |
bene, allora qua ci azzecca il nanetto di ieri:
Ieri mattina, ancora mezzo assonnata, arrivo in stazione. Ora, secondo i miei orari, che non sono mai gli stessi (come faranno quelli che tutti-i giorni-tutti riescono svegliarsi sempre alla stessa ora? Io una volta lo sapevo fare, ma ora non me lo ricordo più), scelgo: treno o pullman.
Ieri mattina è toccato al pullmann, autista donna.
La guardo, mi guarda, la riguardo: azz, Silvia.
Bella, con la divisa blu, professionalissima.
Professione: autista di pullman con laurea in lettere.
Una vita che non la vedevo. Anni.
Deve essere la settimana della rimpatriata, questa.
Abbiamo chiacchierato ininterrottamente per tutto il viaggio, mi sono seduta subito dietro di lei, poi a un tratto ha cominciato a fare un caldo disumano.
I passeggeri hanno iniziato a protestare: apra la ventola, no, la chiuda, accenda lâaria condizionata, davanti si gela, dietro si soffoca, insomma, faccia qualcosa, qui si muore.
Un signore timido si alza e spiega: signorina, allora, dallâalto viene il fresco, ma sotto è caldo caldo.
Io e Silvia interrompiamo per un attimo le chiacchiere.
Caro signore, gli dico, non è forse così nella natura umana? Non è dalle parti inferiori che monta il calore e ascende poi ad infiammare il cuore? Perché dunque stupirsi?
Il signore si siede, imbarazzato. Il tono della risposta era così gentile che non osa pensare di essere stato preso in giro.
Silvia ride: ma dai, smettila, che sono in servizio. Ho fatto il primo viaggio alle 5.30, era ancora buio, una tristezza mortale. Però, ora che ci penso: e se ci mettessimo dâaccordo per viaggiare insieme e organizzassimo dei reading letterari e filosofici per gli immigrati senegalesi?
Due piccioni con una fava ed ecco risolto il problema del parcheggio.
(Effe, non mi prenda sul serio anche stavolta, era una boutade, si diceva per celia)
ottobre 24, 2006 alle 1:02 PM |
(pispa, le ho contate: al momento sono 335, ma ne aspetto ancora altre)
ottobre 24, 2006 alle 3:38 PM |
La piastrella.
Potrebbe essere un’ottimissima professione.
Buongiorno. Per cento euro al mese sarò la sua piastrella di Ravello.
Ma mi spolveri, sa? Ci tengo, io, che la mia ceramica sia intatta.
Il nostro motto?
Siamo ceramiche, non siam di coccio.
ottobre 24, 2006 alle 4:14 PM |
questa cosa della moltiplicazione mi fa venire in mente quelle lampade allungate con dentro quelle bolle belle piene che sembrano uova che si staccano e riattaccano tra di loro…aaaahhh che relax guardarle! mettine una nel tuo ufficio 🙂
ottobre 24, 2006 alle 5:20 PM |
Ma che è il pom-pom?
Un mezzo di trasporto?
Ha di serie il pom-pom navigator?
C’hai il Suv?
Il Luv?
Dopo Napo-Orso Capo, Brunella la Piastrella?
Fine delle domande.
ottobre 24, 2006 alle 7:04 PM |
Io considero, invero la possibilità tua di moltiplicarti per mitosi, o permitosi, che sarebbe poi una malattia, la permitosi, che uno contrae moltipicandosi per mitosi.
Il rimedio c’è è appunto, alla permitosi, come dicesti sopra: dilapidarti, cioè cercare di disperdere qua e là i duplicati tuoi mitosizzati, che poi per trasformazione biologica diventano mitici ed, in seguito, mitizzati.
Però come facciamo poi noi a difenderci da tanti tuoi duplicati mitizzati?
Pensa che mondo sarebbe con tremila piccolemanie vaganti qua e là che ti parlano del loro terribile, estenuante lavoro?!
Mario
🙂
ottobre 24, 2006 alle 8:18 PM |
in cappadocia sulle piastrelle ci cuociono il montone.
sì, ma che ci azzecca? niente.
e il pom-pom?
e tu sei troppo giovane, amico mio, era quella palla enorme con una presa sopra che uno ci si sedeva e rimbalzava. più o meno era l’epoca di susanna pitipitumpà à à à e anche di fanella, la bambola a forma di lola falana.
che io lo so, che se invece mi riproducessi e mi autoclonassi, magari sarei qui e altrove, vi racconterei milioni di altre cosettine, di storie che si svolgono altrove.
magari ci scapperebbe anche qualche dettaglio osé.
magari.
ottobre 24, 2006 alle 8:55 PM |
Ah! QUEL pom-pom!
No no, niente troppo giovane, ci ho giocato anch’io con quella cosa là !
I pom pom, quelli che io chiamavo così, almeno, li facevo pure, con i due dischi di cartone e la lana.
Poi giocavo con le barbie.
Poi avevo il fornetto Herbert e facevo delle torte di plastica che m’invidiava tutto il vicinato.
Poi mi mettevo i tacchi di mamma.
Ora vado, ché la nottata di lavoro ha da inizzià .
Post produzione?
Macchè.
Vi ho prese in giro fino ad oggi!
Facci’o’femminiello!
🙂
de-tta-gli!
de-tta-gli!
de-tta-gli!
de-tta-gli!
ottobre 24, 2006 alle 9:13 PM |
ti indico un nuovo sport: usare la piastrella a mo’ di freesbee (altro modernariato anni 70-80) verso i colleghi maleducati.
(ma la conosco questa silvia?qualcosa mi si muove nella memoria)
ottobre 24, 2006 alle 9:16 PM |
L’idea di una produzione seriale di tante piccole Flounder, e la collegata prospettiva di poterne avere una tutta per me, come dire, mi entusiasma.
Mi prenoto per una Flounder modello Night fever, quella che esce dalla scatola completa di tacco 80 e miniatura di dancefloor in autentica ceramica vietrese.
ottobre 24, 2006 alle 9:48 PM |
uff, hanging, e io che pensavo di farti una sorpresa…
comunque la settimana prossima ci esercitiamo tutti nel gioco proposto da katiuuscia, che mi pare bellissimo.
adesso devo lasciarvi: dopo le tragiche rivelazioni di broono mi pare che il mondo non abbia più senso, che forse non ce l’abbia mai avuto.
è che da lui mi sarei aspettata come minimo che usasse il dolce forno mattel e facesse torte vere.
piccole, ma vere.
ottobre 24, 2006 alle 10:19 PM |
mi noio. ma quo’me? ti laa’sio per umpo’ e la noia si dime’ntiqua di te e tu dime’ntiqui la noia?
ottobre 24, 2006 alle 10:36 PM |
Amore mio, tu non cogli il filo che ci lega.
Io le torte le facevo di plastica perchè, come già detto in precedenza, di avanguardista si tratta (io) e in quanto avanguardista già da allora ero troppo avanti.
Le torte da me prodotte, infatti, altro non erano che quel frisbee dal quale tu oggi ti senti inspiegabilmente attratta.
Affidati a me, cara Dolce Flounder di zucchero vera, che te lo trovo io il senso ogni volta che lo pensi smarrito.
Tzè.
ottobre 24, 2006 alle 10:56 PM |
io dimenticarmi dei te? ma come ti viene?
Certe, piccole ma noie
broono, posso chiamarti magda?
ottobre 24, 2006 alle 10:57 PM |
(almeno nell’intimità )
ottobre 24, 2006 alle 11:16 PM |
Se mai avrò la tua intimità , non sarò così sciocco da star lì a discutere sul nome che mi darai.
(ma Magda quella di Furio e Magda “Non ce la faccio più”???)
ottobre 24, 2006 alle 11:48 PM |
quella lì, magda di “lo vedi che allora è reciproco?”
ottobre 25, 2006 alle 10:14 am |
“noooo, non mi disturba affatto! Magdaaaaaaa!”
fuggire fuggire a gambe levate :))
ottobre 25, 2006 alle 10:57 am |
a me piace quel gioco, invece, proposto da Hanging: più Flounder per tutti.
Scegli la Flouder che vuoi; se non sarai stato troppo bravo, Babbo Natale te la porterà (io, ad esempio, vorrei la Flounder senegalese, che l’etnico tira sempre. Si può?)
ottobre 25, 2006 alle 11:21 am |
(signori, poiché qualcuno qui mi dà della mitomane, stamattina sto producendo ampio book fotografico ad uso blog. vi sarà mostrato stasera. titolo: Santa Flounder della Piastrella)
ottobre 25, 2006 alle 11:38 am |
…la mitosi deve aver funzionato, ieri un tuo clone si aggirava nei pressi dell’auditorium. cantava anche…
ottobre 25, 2006 alle 12:55 PM |
ma nooo, ero io, quella.
cantavo Dream a little dream of me , dei Mama’s and Papa’s.
Sweet dreams till sunbeams find you—
Sweet dreams that leave all worries behind you.
But in your dreams, whatever they be,
Dream a little dream of me.
effe, la Flounder senegalese l’abbiamo finita. è un articolo richiestissimo, insieme a quella islandese.
è rimasta una “Flounder Fustigatrice dei Costumi” (con frustino incluso nella confezione). gliela incarto?
ottobre 25, 2006 alle 1:04 PM |
a me sembrava che cantasse “Ah, non vâavvicinate” (Manon Lescaut) ma sicuramente mi sbaglio…
ottobre 25, 2006 alle 1:09 PM |
Ma sono articoli prenotabili?
Io desidererei la Flounder Cantastorie, se fosse possibile.
In caso di modello esaurito prenderei anche il modello doppio Flounder “NO!” Flounder Coscienza “SI!”
ottobre 25, 2006 alle 1:13 PM |
Delizioso brano, il cui originale risale al 1930. Sicuramente sentirlo dalla tua voce mi farebbe sorridere anziché struggere (no, non sono io pirla, è la musica che frega sempre).
Invece, non so se c’entra, ma oggi è morto Bruno Lauzi.
ottobre 25, 2006 alle 1:18 PM |
hobbs, facciamo che ti eri sbagliato.
(però no, non è vero, cantavo anche quella. ma dimmi la verità : stonavo?)
broono, guarda, se vuoi il modello “Flounder esaurita”, è disponibile anche subito, te lo consegnano in meno di 12 ore senza aggravio di spese postali.
quell’altro modello là , invece, quello NO/SI’, ha un piccolo difettuccio tecnico sul quale l’azienda sta lavorando. Il pulsantino che gestisce la trasmissione pare che si inceppi, di tanto in tanto.
Non vorremmo mai mandare in giro una Flounder che quando vuol dire Sì dice No, e viceversa.
Stiamo lavorando per voi.
ottobre 25, 2006 alle 1:22 PM |
…no anzi, eri “altezzosamente intonata”…
ottobre 25, 2006 alle 1:23 PM |
davvero è così vecchia quella canzone, Zu?
è bellissima quando fa da colonna sonora di quel bellissimo film che si chiama (forse): Beautiful Thing.
un minuto di silenzio per Bruno Lauzi
ottobre 25, 2006 alle 2:56 PM |
Sono in lutto, per Lauzi, ma brevemente.
Mi rallegro invece nel constatare che Hobbs è inequivocabilmente vivo
ottobre 25, 2006 alle 3:29 PM |
(hobbs, è proprio con te che ce l’ha. io non voglio sape’ niente)
ottobre 25, 2006 alle 4:14 PM |
…oddio, vivo è un parolone, diciamo che albergo mio malgrado in quello stadio tra la veglia ed il sonno, quello in cui puoi permetterti di dare dei numeri ai tuoi parenti, anzi, già che ci siamo : 23, 69, 71, 45, 90.
ottobre 25, 2006 alle 4:32 PM |
Scusi Dott. Hobbs,
perdoni la confidenza e l’invadenza, non ci conosciamo ma sento la necessità di rivolgermi direttamente.
Dato che l’ultima volta che su un blog è stato tentato quest’azzardo, il blog della deliziosa (diciamolo, su, è deliziosa) Signorina Hanging per la precisione, poi il numero è uscito realmente, sarei intenzionato, se la cosa non le arreca eccessivo disturbo al sonno naturalmente, a far miei questi numeri anche se a me non sono stati indirizzati (poi al limite si spartisce, ma vediamo, dipende da quant’è).
Ecco, mi trovo qui a scriverLe per comunicarLe il mio pensare che perchè l’azzardo sia completo e quindi di maggior soddisfazione per tutti nel momento i cui dimostrasse capacità premonitrici, basterebbe una sola piccola informazioncina in più e perchè non fare anche 31, già che s’è fatto 30, in pratica, non è che potrebbe indicare anche una ruota?
Cordialmente,
Broono.
ottobre 25, 2006 alle 5:35 PM |
Santa Flounder della Piastrella, si consoli, si.
Son due giorni ch’i canto
Ma l’amore nooooo l’amore mio non puòòòòòòòòò…..
E in falsetto, per giunta, che mi fa parer tanto che giuoco a l’amabile giuoco de li schacchi vagamente femminiello.
ottobre 25, 2006 alle 7:50 PM |
non per avanzare pretese eccessive, ma tutto quel che si trova nel mio blog è mio.
anche i numeri.
anche i commentatori.
(non fatemelo ripetere un’altra volta che poi mi innervosisco)
ottobre 25, 2006 alle 7:59 PM |
I numeri enunciati, per quel che so io della smorfia, corrispondono per esempio a: ‘o scemo, sottencoppa, omm’e’mmerda, ‘o vino, ‘a paura.
Giocando per Tutte le ruote, consiglierei di puntare dal terno in su.
ottobre 25, 2006 alle 8:47 PM |
(scene of the crime)
ottobre 25, 2006 alle 8:58 PM |
(Flounder modello Night fever, che esce dalla scatola completa di tacco 80 e dance floor vietrese. Dettaglio dall’alto)
ottobre 25, 2006 alle 9:01 PM |
(piastrelle a piede libero)
ottobre 25, 2006 alle 9:02 PM |
(segue una un po’ osé, non so se sia il caso)
ottobre 25, 2006 alle 9:28 PM |
Non osi nemmeno nei commenti?
Dai che giochiamo i numeri!
ottobre 25, 2006 alle 9:29 PM |
Floundie, scetèm 🙂
(sto in lacrimeeeee ahahahahaah)
ottobre 25, 2006 alle 9:35 PM |
hanging, una scena mitica.
(ho dovuto pure spiegare all’amica mia a che cosa mi serviva…che scuorno)
ottobre 25, 2006 alle 9:38 PM |
(piastrelle zen: servono per la meditazione. sbattendoci la testa sopra si ottiene il satori )
ottobre 25, 2006 alle 9:43 PM |
(Babele maiolicata: qua si iniziano a confondere idee e pensieri)
ottobre 25, 2006 alle 10:02 PM |
Ma a trafficare e studiare per mesi tutte queste piastrelle, si diventa esperte anche di fughe?
Nel caso, fornisci consulenze?
ottobre 25, 2006 alle 10:05 PM |
Ciao Flounder
mi sono presa la libertà di quotare il tuo pezzo su “letteredalcarcere” sul mio flog, perchè l’ho trovato… perfetto, semplicemente. spero non ti dispiacerà , ma se sì – let me know.
saluti da un’altra “carcerata”
bennybip
ottobre 25, 2006 alle 10:11 PM |
benny, nessun problema.
l’importante è citare la fonte, perché se no succedono casini che nemmeno ti immagini.
(bocca mia, taci)
broono, di fughe e di toccate
(la battuta era inevitabile)
ottobre 25, 2006 alle 10:17 PM |
zu, non oso.
(tu vai a fiducia: 28)
ottobre 25, 2006 alle 10:41 PM |
28 è un bel numero pari: mio nonno pronunciava con pudore certe combinazioni e anche mio padre li chiamava “ambi erotici”. Dal fin troppo esplicito 6 e 29 all’immaginifico 16 e 28, passando dall’adolescenziale 5 e 29 che abbisognava assolutamente di fantasticare sul magico 21 (‘a femmena annura).
ottobre 26, 2006 alle 7:01 am |
Ecco! Uno non può partire due giorni che si ritrova il tuo blog col titolo cambiato, tre nuovi post (lunghi) e più di centosettanta commenti…e quando ce la faccio a mettermi in paro? Considerato che devo ripartire sabato!
Mi guardo le figure, come quando facevo da bambino (carine le zeppe verdi, però!) e lascio un commento scemo.
Testo: “finche c’è il plop-plop della mitosi io credo di poter stare tranquillo; ti ritrovo anche la settimana prossima dopo il ponte…”
Ossequi,
A.
ottobre 26, 2006 alle 10:11 am |
Signora,
dopo l’accorato appello per modificare il sottotitolo del blog, mi sento di interpretare il sentimento comune, facendo presente che il colore del suo desktop, per come risulta in foto, è imbarazzante.
Siccome questo commento, come ogni altra cosa su codesto blog, è suo, non ne chieda conto ammè.
Signor Hobbs,
e va bene, il Signor Broono è arrivato prima, a mettere il cappello sui suoi numeri. Questione di riflessi, e probabilmente anche di cappello (io non ne posseggo, per dire).
Faccio solo notare che il summenzionato, e di certo commendevole Signor Broono già percepisce le royalties per il sottotitolo di questa settimana, come specificato nelle head lines maniacali. Mi pare pertanto che qui abbia avanzato pretese eccessive, ma è un giudizio personale e non fa statistica.
Singor Hobbs – dicevo – che lei sia vivo e magniloquente l’ho appurato sul suo blog. Ora, lei sa che una parte dei destini del mondo dipende dalle sue arti grafiche. Faccia lei, eh, ma essere ricordato sui libri di storia come Colui che poteva e non fece, mi pare eventualità da cui rifuggire, vieppiù.
Siamo a novembre, pe dire.
Fine dell’suo di blog altrui (credo sia l’art 147 Cod. Pen.)
ottobre 26, 2006 alle 10:16 am |
certe piccole cromìe
un blog ad ampio spettro
ottobre 26, 2006 alle 10:41 am |
…miei cari “giocatene e vincetene tutti”… come disse il entrando al casinò di betlemme…
ottobre 26, 2006 alle 10:43 am |
…tra “il” e “entrando” c’era un “nazareno” misteriosamente scomparso…
buondì a tutti.
ottobre 26, 2006 alle 1:29 PM |
io me li gioco oggi pomeriggio.
ottobre 26, 2006 alle 1:35 PM |
stamattina ricevo mail a contenuti unificati. in tutte mi si ricorda che la mia opzione sta per scadere.
ho opzioni aperte per qualsiasi cosa:
vi serve un albergo? un’interprete? un bus? un aereo? una cena?
ho il terrore che da un momento all’altro mi giunga una mail sull’opzione a vivere.
(oh, ma mai che arrivasse un messaggio che dica: signora, la sua opzione sentimentale sta per scadere. che fa, se lo fidanza o lo passiamo ad altra cliente?)
ottobre 26, 2006 alle 1:36 PM |
Egregio Dott. Effe,
Mi trovo costretto, dopo aver messo il cappello sui numeri, a mettere pure i puntini sulle i.
E’ infatti proprio il da lei correttamente segnalato mio essere destinatario delle royalties di questa settimana, che mi qualifica come l’attuale intestatario di ogni forma di guadagno che viaggi su questo blog per la durata di una settimana.
Per lo stesso principio secondo il quale qui tutto è della Dott.ssa Flounder, infatti, viene logico pensare che chi da Lei venga investito del titolo di Sottotitolo (anche maniacale, si, alla bisogna) diventi automaticamente destinatario di ogni euro che qui si trovi a passare, nell’arco della settimana nella quale si è in carica.
Pertanto mi permetto di escludermi dall’elenco di quelli che avanzano pretese eccessive, pretese che in virtù della mia carica ricevuta non possono che essere definite legittime richieste, cogliendo nello stesso momento l’occasione per ricordarle che una pretesa non può essere eccessiva per sua stessa natura, poiché è nel termine stesso di “pretesa” che vi sono le caratteristiche di un’eccedenza.
Una pretesa non eccessiva è una legittima richiesta.
Una richiesta eccessiva è una pretesa.
Una pretesa eccessiva non esiste.
Mi meraviglio di lei, Dott. Effe.
Risolva il problema del cappello, perchè il freddo è destinato a peggiorare nelle prossime settimane e mi dispiacerebbe trovarmi una seconda volta nella per me difficile condizione di colui che deve correggerla.
No no, non stia lì a cercar moneta, non mi deve niente per questo consulto.
Son già a posto con le royalties che, legittimamente dovute a me che quel titolo l’ho coniato, ha tentato in qualche modo di far sue nel suo precedente, altrettanto maldestro, tentativo.
IL BOTTINO E’ MIO!
🙂
(buongiorno amore mio, e buongiorno anche a lei, Dott.Effe)
ottobre 26, 2006 alle 1:38 PM |
senti, broono, poiché tutto quel che è tuo – stando nel mio blog – diventa per forza di cose mio…se vinciamo mettiamo tutto sotto la piastrella?
ottobre 26, 2006 alle 1:39 PM |
Mi trovo al contrario in totale accordo con lei (Dott. Effe) per quel che riguarda il desktop della nostra amata Flounderessa.
Mandiamole una foto di Raz Degan nudo, un Freud al mare, qualcosa di morboso.
Quella finestra da banca immagini, sul desktop di chi ama così tanto la bellezza delle cose, ‘un se po’ vedè!
ottobre 26, 2006 alle 1:41 PM |
Si!
Ma sotto la piastrella tua o sotto la piastrella mia?
E nel caso non ci fosse più questa distinzione poichè tutto diventerebbe di entrambi, ma rimanendo comunque inevitabile il problema logistico, sotto la piastrella lì o sotto la piastrella qui?
ottobre 26, 2006 alle 1:43 PM |
dove fa meno freddo.
(mammamia, che bella risposta, mammamia)
ottobre 26, 2006 alle 2:10 PM |
Puoi dirlo.
(giusto ieri ho prenotato la revisione pre-accensione della caldaia, ché son l’unico a Milano che ancora non ha acceso il riscaldamento)
ottobre 26, 2006 alle 2:13 PM |
io stamattina ho dovuto rimettere in auge i sandali.
ottobre 26, 2006 alle 3:52 PM |
sta crollando l immagine del commento 46
ottobre 26, 2006 alle 4:18 PM |
è un buon segno o un cattivo auspicio?
ottobre 26, 2006 alle 5:31 PM |
Stimatissimo Dott. Broono,
veda, di grazia: una pretesa non è eccessiva di default.
Ci sono le giuste pretese, le legittime pretese, le pretese dinastiche, quelle grandi, quelle assurde – le sue essendo, giustappunto, eccessive.
Non posso credere che lei, da uomo avveduto qual è, non abbia concordato un minimo fisso e anticipato da erogarsi su c/c tramite bonifico, per l’utilizzo della sua produzone intellettuale in questa sede.
Si contenti adquante di quel che legittimamenet le spetta, e lasci a noi le briciole, perdiana.
Con ogni osservanza
F
(le mie pretese non erano poi sulle maniglie, ma sulle manine, e su “ma mie”)
ottobre 26, 2006 alle 5:49 PM |
f(l)a-me
f(l)a-me
ottobre 26, 2006 alle 5:55 PM |
P(l)op-corn?
(alla bisogna, fanno sempre comodo)
ottobre 26, 2006 alle 6:00 PM |
Illustrissimo Eminentissimo Ing Avv Comm Dott Effe,
Mi trovo mio malgrado costretto, come predetto (glie lo invio io, un cappello, è giusto dividere in qualche modo i proventi ricavati dall’utilizzo qui fatto della mia produzione intellettuale che altrimenti finirebbe con l’essere fine a se stessa quale non desidera in alcun modo essere) a occuparmi di quel secondo errore il cui non verificarsi auspicavo stamane.
Anche se più che di correzione, in questo caso è più corretto parlare di sottolineatura.
Mi stupisce, infatti, questo mio trovarmi costretto a ricordarle che nella composizione degli elenchi di elementi convalidanti una propria teoria, il cui numero si è portati a pensare essere direttamente proporzionale alla validità della teoria stessa, non è consentito il facile trucco dell’uso dei sinonimi.
COme lei ben saprà , infatti, citare giuste pretese e legittime pretese, come fossero due elementi separati, non è corretto poiché le parole “Giuste” e “Legittime” sono sinonimi e per questo si portano appresso lo stesso identico significato, facendo si che una delle due sia superflua ai fini della convalida della sua teoria, se si vuole seguire la strada da le evidentemente intrapresa, comunemente definita dal volgo, del “Guarda quanti ce ne sono”.
Stesso discorso naturalmente andrebbe fatto per le successive “Grandi” “Assurde” alle quali in qualche misura affiancherei anche quel “Eccessive” fulcro di questo nostro scambio epistolare.
In sostanza, Eminentissimo Illustrissimo Ing Avv Comm Dott Effe, se proviamo a non farci gabbare dal sottile gioco dei sinonimi e per questo riduciamo il suo elenco all’effettivo numero di originali, ci rendiamo immediatamente conto che l’esiguo numero non solo non è sufficiente per contrastare la mia teoria, ma è addirittura esplicativo per quello che riguarda la mia, di teoria.
Da uomo avveduto quale è anche lei, infatti, sono certo che saprà onestamente riconoscere che le giuste e le legittime pretese da lei elencate, che solo per ricordare il trucco dei sinonimi di cui sopra continueremo a citare separatamente, altro non sono che “diritti”, categoria all’interno della quale si trovano quelle legittime richieste di cui accennavo stamane, diritti che portano al loro interno quella implicita autorizzazione all’eccesso nel caso in cui non venissero garantiti.
E così torniamo a bomba.
Nell’esprimerle il mio più vivo piacere per questo nostro carteggio, approfitto di questa mia per riparare a una svista da me commessa stamane, svista che non mi ha ricordato di esternarle tutta la mia ammirazione per la sua, ben più importante, produzione intellettuale.
Termini, produzione e intellettuale, che come lei ben sa, e dei quali, con altissimi esempi, ci porta per fortuna a poter godere, non sempre sono sinonimi.
Nel suo caso si, quindi bene si metta in fila, ché son certo che la settimana prossima toccherà sicuramente a lei.
🙂
ottobre 26, 2006 alle 6:08 PM |
(ma quanto sono fortunata, ad avere siffatti gentlemen a casa mia. posso offrire un tè?)
ottobre 26, 2006 alle 6:12 PM |
NO!
(sto facendo i compiti)
ottobre 26, 2006 alle 6:24 PM |
(hai sbagliato lato, chéri)
ottobre 26, 2006 alle 6:35 PM |
Dormi tu a sinistra?
ottobre 26, 2006 alle 8:42 PM |
(questi due sono uno spettacolo, mi sto consolando)
ottobre 26, 2006 alle 9:46 PM |
hanging, ma non c’è nulla di spontaneo.
ci prepariamo le battute in privato: allora tu scrivi così e io colì.
va bene?
un, due, tre, via!
ottobre 26, 2006 alle 10:08 PM |
così!
(vai amore mio, tocca a te!)
ottobre 26, 2006 alle 10:16 PM |
colì
(sono andata bene, tesoro?)
ottobre 26, 2006 alle 10:17 PM |
(non mi distraete, che sto scrivendo il primo capitolo di un manuale importantissimo)
ottobre 26, 2006 alle 10:19 PM |
Non potrei chiedere di più.
ottobre 26, 2006 alle 10:26 PM |
Tanto scrivi sempre i primi capitoli di un sacco di cose.
Una volta hai persino promesso di farne una collana.
“Tutti i primi capitoli di Flounder”
(non ricordo se sul tuo, sul mio blog o in mail, ma di questa cosa c’è testimonianza scritta, sappilo!)
ottobre 26, 2006 alle 10:27 PM |
stai cercando di ricattarmi?
ottobre 26, 2006 alle 10:39 PM |
No no, macchè.
Ti sto solo dando prova della mia capacità di tener traccia dei tuoi impegni, per non perdere di vista quel nostro progettino di “assistente personale portaborse fai caffè ricordami che devo telefonare in banca”.
ottobre 26, 2006 alle 10:51 PM |
broo’, ma tutto questo avviene gratis o devo pure pagare?
ottobre 26, 2006 alle 11:00 PM |
No, vabbè, fa nulla.
Quel “pure” m’ha levato la poesia.
Offrirò i miei servigi a qualcun’altrA.
Tu non apprezzi.
Tzè.
ottobre 26, 2006 alle 11:04 PM |
ah, vabbè, allora dillo che era tutta una finta
(mammama’, e che brutto carattere)
ottobre 27, 2006 alle 9:46 am |
Excellentissimus ac reverendissimus (di seguito. EaR) Mons. Broono,
lei mena il can per lâaia, ciurla nel manico, fa il pesce in barile, e tutte e tre le cose contemporaneamente, il che presuppone una non comune abilità di giocoleria.
Come Lei mâinsegna, *giusto* e *legittimo* conoscono significati affatto differenti, ancorché contigui. La giustezza delle pretesa assume una connotazione morale, a significare che essa pretesa è equa, esatta, corrispondete al vero.
Una pretesa legittima può invece essere nientâaffatto equa, e giungere a essere invece abnorme, eccessiva (lâeccessività è quindi ulteriore apposizione e non sinonimo o tautologia, rispetto alla pretesa); unicamente, fonda la sua legittimità su qualche fonte riconosciuta, un titolo, una legge.
Per dire, la pretesa di censurare e cancellare, basandosi su unâipotetica legge che così stabilisse, tutti i post di Flounder che iniziano con la lettera âCâ, sarebbe certamente abnorme e iniqua, e nondimeno legittima ex lege.
Mi segue?
Di modo che, o EaR, le Sue pretese a incassare le royalties per il sottotitolo vigente sono legittime, mentre lâaccampare pretese su altre fonti di introito ivi maturate appare eccessivo.
Sono certo che lei vorrà piegarsi alla chiarezza della ragione e dellâetimo.
La stimo vivamente, e mi dichiaro servo Suo
(e intanto la settimana delle Maniglie volge allâoccaso)
ottobre 27, 2006 alle 11:14 am |
(…)lei mena il can per lâaia, ciurla nel manico, fa il pesce in barile, e tutte e tre le cose contemporaneamente(…)
effe, per piacere, mi scagioni.
non dica che questo gliel’ho suggerito io, che poi mi mette il broncio e per tre giorni non commenta, salta la colazione e si incapriccia tutto.
ottobre 27, 2006 alle 2:44 PM |
Dear Mr. Effe (non ho visto la fiction su Papa Luciani né mai una puntata di ER, ma nutro una sana passione per Mr. Bean, quindi per seguirla in questa sua sterzata sulla lingua straniera non posso che volgermi in quella direzione, spero il paragone non le risulti offensivo),
L’improvvisa impennata nella scelta della grammatica da lei utilizzata per questo nostro scambio, impennata che segnala uno spostamento del piano di confronto da quello della sostanza a quello della forma, mi fa leggere tra le righe (perchè sulle righe ho qualche difficoltà , lo riconosco, e quindi guardo tra) che sulla sostanza cominciavano a intravedersi motivi di vacillo (vacillum-vacillae).
Parafrasando un noto illuminato, mi verrebbe da dire che lei sta cercando di menare il can col manico perchè si sta fregando il pesce dal barile, se mi passa l’azzardo.
Non di meno, è nella decisione di inserire nel nostro dibattito il concetto di Morale, che come lei certamente saprà indica nel libero arbtitrio, seppur regolamentato, il meridiano di Greenwich prima del quale e dopo il quale tutto diventa relativo, a segnalarmi che la direzione presa avrà presto come punto d’arrivo un definitivo “Ma pensala un po’ come cazzo ti pare”, consiglio che non potrò che accogliere come giusto, ma anche legittimo, per nulla eccessivo e che seguirò con deferenza e con umile volontà di apprendere quale strada sia per me la più giusta.
Il noto studioso medio orientale Nero Afghan, in un suo famoso studio sulle tecniche di confronto dialettico, dedicò un capitolo a questa pratica dâuso comune di rendere difficile la comprensione per velocizzare lâepilogo e garantirsi una posizione di forza, capitolo che intitolò âFumo negli occhiâ.
Ma qui siam gente di padania, abituati a guidare nelle nebbie, la cui costante presenza ci ha insegnato che per uscirne è sufficiente non guardare la nebbia ma una linea qualsiasi, se possibile quella di mezzeria, nel poco campo visivo che ci è offerto dal piccolo cono di luce che il nostro mezzo ci concede, e quella seguire senza mai perderla di vista.
Se sapremo farlo senza lasciarci andare al timore che la nebbia genera, giungeremo a destinazione.
à nellâarbitraria assegnazione di significato variabile a seconda della bisogna, ai termini utilizzati, che individuo la mia linea di mezzeria e su quella fisso la mia attenzione, al fine di giungere incolume alla mia meta.
Converrà con me che anche sul piano della morale, quindi del relativismo in senso stretto, legittima e equa non differiscono affatto poiché entrambi dipendono da un codice superiore che stabilisce fin dove si può parlare di consentito, quindi equo, quindi legittimo e oltre quale linea si parla di eccessivo, non legittimo, finâanco estorto.
Continua dunque lei a sostenere che concetti separati da quella linea possano in qualche modo trovarsi insieme al di qua o al di là di detta linea, idea che posso avvallare solo in seguito al suo introdotto concetto di morale.
Nellâavvallare tale teoria, solo in virtù del libero arbitrio di cui sopra, però, mi permetto di evidenziarle in quale punto del suo pensiero la sua teoria continua a fare acqua (son pesce, me ne intendo)
In questa frase âlâeccessività è quindi ulteriore apposizione e non sinonimo o tautologia, rispetto alla pretesaâ la presenza del termine âulterioreâ dichiara la possibilità di sostenere il senso della frase anche senza lâuso del termine âeccessività â, uso che viene fatto solo come accrescitivo (libero di farlo, naturalmente, non è questa la questione) come da lei puntualizzato e non, come sostenuto in precedenza, come necessità data dal differente significato.
Se è vero dunque che il libro arbitrio le consente di sostenere il significato di un termine attraverso lâuso di âulterioriâ termini, è altrettanto vero che ciò dimostra in sé stesso che lâulteriorità di un vocabolo dichiara la presenza del concetto che vuole esprimere indipendentemente dalla sua presenza o meno.
à ulteriore, appunto, ciò che ribadisce.
E se ribadisce, converrà con me, indica qualcosa che già era presente.
E in quale termine era già presente il significato di eccessività ?
Nel termine pretesa, appunto.
Non apro il capitolo legislativo poiché sono sicuro che vivendo noi entrambi nella stessa democrazia, sarebbe pericoloso intraprendere una strada alla fine della quale ci potremmo trovare a considerare in modi diversi il concetto di diritto.
Mi permetto soltanto di sottolineare come il riferire ad una legge la parola âpretesaâ, da me inserita nel capo dei diritti, la identifichi come âdovereâ e non più come âdirittoâ.
Se prendiamo i termini da lei oggi inseriti, quindi, e li mettiamo tutti insieme nella stessa frase, sarà pericolosamente facile ottenere un riassunto che trova nella legge moralmente scritta la chiave di lettura che lei vuol dare alla necessità della nostra ospite di dare a lei i proventi della cultura.
Questo riassunto, per quanto celato dietro abili parole, dichiara innegabilmente la sua origine piemontese, quindi napoleonica, quindi arbitrariamente autoritaria, seppur innegabilmente dotta.
Mi permetto quindi di concludere questa mia, con lâunica via dâuscita che il suo essere autoritario, nonostante il furbo suo dichiararsi mio servo (tecnica utilizzata da molti rivoluzionari intrufolatisi nelle corti francesi come maggiordomi, giullari o cameriere al fine di avvicinare il sovrano (io) e colpirlo) mi consente, e cioè con quel âMa pensala un poâ come cazzo ti pareâ che mi auguro le indichi nel puro giuoco, lâunico fine di questa mia voglia di star qui a romperle le balle.
Con affetto, sincera stima e orgoglio per il tempo da lei dedicatomi in questo due giorni, ma tenga giù le mani dalla Flounderessa e dalla sua pecunia ché è mia,
Bruno.
ottobre 27, 2006 alle 2:56 PM |
adesso do tutto in beneficenza, ohhh! e non se ne parla più.
comunque andiamo al sodo, bru: pago fiori di parcelle a un divorzista che se adottasse i tuoi toni avremmo già bell’e concluso tutto il fatto.
oggi stesso lo sollevo dall’incarico e ti incarico per fax.
(e per finire, una piccola precisazione: qua il pesce sono io, sono la sogliola)
ottobre 27, 2006 alle 3:09 PM |
Che in me risieda l’unica possibilità di reale e definitiva risoluzione del Suo precedente rapporto, mia gentile ospite, è cosa che vado sostenendo da tempo.
E’ Lei che, nonostante natura Le suggerisca continuamente il contrario, continua a resistermi.
Si lasci andare, su, che cominciamo a scrivere il secondo capitolo.
🙂
ottobre 27, 2006 alle 3:53 PM |
[io intanto metto qui i p(l)op-corn a segnare il posto, tanto prima di lunedì non c’è seguito. Poi, non so]
ottobre 27, 2006 alle 5:21 PM |
(no, no. non voglio far polemica.
che se solo volessi farla comincerei col disquisire inutilmente, chiederei cose stupide, tipo giorno, ora e minuto in cui mi sono opposta. e soprattutto a cosa. ma non voglio far polemica, no.)
e va bene, broono, hai vinto.
hai vinto, hai vinto.
di fronte a tanta insistenza non posso che cedere.
non mi opporrò più a niente, te lo giuro, né ora né mai più.
lasciamo dunque che la Natura segua il suo Corso. (760 ore di lezione frontale, 420 di stage, prove pratiche di laboratorio, discussione dell’elaborato finale, per un totale di 24 crediti formativi e possibilità di riscatto a fini pensionistici)
ottobre 27, 2006 alle 5:54 PM |
ANSA, 17.53
Le truppe Onoo stanno lentamente lasciando la striscia di Flounder, senza disordini apparenti.
Al momento il fianco destro risulta completamente smilitarizzato e si prevede che anche il fianco sinistro lo sarà al massimo entro sera.
I nemici del popolo sono stati arrestati: dalla sua cella la Coscienza reclama un giusto processo e si appella alla Corte dellâAja invocando il rispetto dei prigionieri di guerra.
(vado, vado, che ho da fare. vadoooo)
ottobre 27, 2006 alle 6:01 PM |
🙂
(per l’esposizione di un comunicato più dettagliato è in corso riunione ufficiale segretissima del consiglio dei Generali)
ottobre 30, 2006 alle 11:39 am |
Dott.
laddove Dott. sta per Dottissimo) Broono,
veda che lei compie un errore di cateroria, pargonando un mezzo di scambio, e fors’anche di giudizio sul valore (la pecunia) con l’oggetto del giudizio stesso (Flounder)
” tenga giù le mani dalla Flounderessa e dalla sua pecunia ché è mia”
Sicché lei professa il cliscé del machismo, della donna-oggetto subordinata e prona (proona?)
Direi che codesto atteggiamento appare vieppiù eccessivo, nell’ambito del presente blog che è, lo ricordiamo, dichiaratamente sessista.
Tuttavia sono roso ora dal dubbio che, come già “pretesa”, secondo lei anche il termine “Atteggiamento” possa essere impicito ricettacolo del concetto di eccessività .
Come dire: Tutto è eccessivo, e quindi nulla lo è (se tutto eccede il limite, il limite non è più tale)
Posizione su cui forse potrei anche concordare, non fosse che…
Ma un momento: oltre al fatto che sto mettendo in scena un soliloquio, prolungando un post che nessuno legge più, mi dicono che è ora il mio turno di passare alla cassa flounderiana, vedasi sototitolo di stamane.
Avea ragione lei: esigere i proventi di tutto ciò che passa di qui non è eccessivo: è morale
(la morale essendo il luogo del limite e dell’ecesso)
Deferenti omaggi
F
ottobre 30, 2006 alle 1:24 PM |
Bront. (là ddove Bront sta per l’altro nano, Brontolissimo) Effe,
Mi sento in dovere di riassumerle brevemente (ha un annetto?) un veloce scambio avvenuto pochi giorni addietro a casa del qui presente, tra il sottoscritto e la sessista.
Durante detto scambio, ricordo bene, fu proprio lei (la sessista) a dichiararsi disponibile all’inchino là ddove ve ne fosse la necessità .
Non posso far altro dunque che rimettere le cose al loro giusto posto, specificando che il mio atteggiamento, facilmente, lo riconosco, scambiabile per maschilista, in realtà ha come unica finalità la soddisfazione delle volontà espresse dalla suddetta sessista, atteggiamento che va dunque a posizionarsi tra quel genere di comportamenti che sono tutt’altro che maschilisti.
No, su questo la tranquillizzo, nel termine “Atteggiamento” non ritrovo alcun concetto legato all’eccesso.
Avremmo corso il rischio di trovarvene, nel caso in cui di P…atteggiamento si fosse trattato, essendo il patteggiamento un tentativo di ridimensionare recioproci eccessi al fine di individuare un punto comune.
Ma come trasferimento alternato e democratico di pecunia attraverso subaffitto di nuovo sottotitolo dimostra, in questa casa la sessista ha già stabilito un ordine e una serie di regole che consentono una civile convivenza, senza alcun tipo di nostro intervento mediante medianza.
Su un’altra cosa, mi sento di tranquillizzarla.
Non si lasci condizionare dallo scorrere via via indietro nell’archivio, di questo nostro dottissimo scambio, scorrimento che a detta sua ridurrebbe progressivamente il numero dei fortunati spettatori.
Non dimentichi che siamo io e lei i protagonisti di questo scambio.
Io e lei, capisce?
Il braccio e la mente, la bella e la bestia, Gianni e Pinotto.
Una mescola che porterà la gente ad andare negli archivi a controllare dove siamo giunti, anche nel prossimo anno, lustro, decennio.
Siamo il futuro, Bront Effe, non tema cali di attenzione.
Laddove c’è una donna, ci sarà attenzione perenne per noi due.
Si fidi di me, che parlo per sentito dire, ma sentito con attenzione.
Mi avvio alla conclusione di questa mia, salutandola come si confà al nuovo settimanale riscossore morale e suggerendole di non lasciarsi andare ai facili entusiasmi ai quali ciò che la sessista concede settimanalmente inducono, comportamento che la porterebbe a sperperare subito tutto non riuscendo così ad arrivare alla famosa 4 settimana della settimana, cioè sabato.
Si ricordi che sta per iniziare l’inverno.
Non si beva subito tutto.
Mantenga qualche doblone da parte per un cappello, ché la settimana di godimento frutti della sessista, parlo per esperienza, passa con una velocità che dire stellare è riduttivo.
Ultimo, e qui davvero la saluto, una domanda:
Dove passo a ritirare?
(gli omaggi)
Suo ammiratissimo Broono.
ottobre 30, 2006 alle 1:28 PM |
Durante detto scambio, ricordo bene, fu proprio lei (la sessista) a dichiararsi disponibile all’inchino là ddove ve ne fosse la necessità .
questa si chiama delazione 🙂
ottobre 30, 2006 alle 1:49 PM |
Di dichiarazione pubblica (e quindi impegno formale, giusto per ribadirlo) trattasi.
Ho fatto 100
ottobre 30, 2006 alle 1:54 PM |
questo fa scattare un bonus ulteriore sulle royalties della settimana passata.
al 150 si vince anche un orsetto in peluche anallergico.
ottobre 30, 2006 alle 2:17 PM |
Apparte che (ho verificato) il titolo di questa settimana non è del Bront Effe, ma è tuo (vedasi comm. 46), lui si è solo inserito dopo togliendo una virgola e avanzando pretese che, a questo punto abbiamo le prove, non sono eccessive ma sono semplicemente usurpate.
Ecco, diciamolo per amor di verità .
Chè io staffetto solo con gente onesta!!!
In ogni caso, avendo io esaurito la mia recedente candidatura, mi permetto di propormi per il prossimo giro con il nuovo (ma come faccio a essere così bravo):
“Certe piccole magie”.
Un blog che sa fare il gioco della donna tagliata in due.
Dai, dimmi se non merita di star su almeno un anno.
ottobre 30, 2006 alle 2:23 PM |
mi permetto di dissentire.
egli, il signor Effe, propose questo titolo, in separata sede, mesi addietro, in epoche non sospette.
non voglio essere tagliata in due.
non mi piace.
preferisco uscire dal cappello e fare “Buuuhhh”
ottobre 30, 2006 alle 2:54 PM |
Uh, ma mi ero perso il giuoco!!!
Parto, eh? Parto. Non leggo i 103, quindi se per caso ci sono repliche cassate e via andare.
Certe piccole fobie
Certe piccole fonie
Sette piccole magie
Certe piccole malie
Certe pentole da zie
Certe piccole follie
Cento bagole tra pie…
ottobre 30, 2006 alle 2:55 PM |
Si, infatti il carteggio privato era l’eventualità alternativa che avevo anch’io previsto.
Ma sa com’è…è sempre quella questioncina delle informazioni mancanti che portano a formulare tesi sbagliate nel caso specifico ma giuste in assoluto.
🙂
Non ho detto che VUOI esser tagliata in due.
Ho detto che è il tuo blog a farlo.
(che, come si sa, non sempre chiede il permesso al padrone)
ottobre 30, 2006 alle 4:49 PM |
Stim.
(dove Stim. sta per stimmate, dotato di)
Broono,
noto che ancora lei non si rassegna, non queta, non addolcisce e permane grifagno.
Ma come, lei non si fida della sottotitolatura ufficiale e sfrcuglia i commenti alla ricerca di un punto debole, per sottrarmi anche questa certa, piccola ma mia sodisfazione, che per parte mia io già ebbi a bere l’amarone in calice d’essere arrivato secondo, e non ne feci doglianza, che pure sarebbe stata legittima.
Mi taccia dunque di aver grinfie e di usurpare.
Non o sa, forse, che se solo avessi un cuore, esso cuore sarebbe puro e mondo?
Respingo ogni accusa e la condanno per mendacio.
Si rassegni, il suo tempo è fuggito.
Lei è però ancora giovane, si rifaccia una vita fuori di qui, esca, stringa amicizie nuove, frequenti un corso di cha cha cha, si iscriva al Club degli Editori.
(tutto quanto fa spettaclo, dacché lei assicura la presenza del pubblico. La faccenda dell’inchino la tengo in canna, per non sparare subito tutte le munizioni)
Gli omaggi li può ritirare in portineria, previa parola d’ordine “C’è un pacco per Cinzia?”
Riverisco
F
ottobre 30, 2006 alle 5:38 PM |
si sappia che non scriverò altri post per timore che questo sparisca nella pagina seguente e voi due la smettiate.
ottobre 30, 2006 alle 6:03 PM |
Oh, sì, dai. Però, Flounder, dovresti girare con il cartello del round ben steso sopra la testa, a rialzare l’orlo della minigonna che avrai opportunamente indossato.
(lo confesso, ho scritto qui sol per appropriarmi del commento n. 108, un numero magico)
ottobre 30, 2006 alle 6:05 PM |
zu, ho anche i manicotti di piume di struzzo ai polsi e gli stivaletti bianchi da majorette.
cercherò di dare il meglio di me.
ottobre 30, 2006 alle 6:18 PM |
“Certo piccole, ma vie.”
Un blog che non impone il limite dei 110.
ottobre 30, 2006 alle 7:42 PM |
Certe piattole ma pie.
E il 111 è mmmmio.
ottobre 30, 2006 alle 8:33 PM |
Certe discole regie
un blog da onirismo paranormale
ottobre 30, 2006 alle 9:37 PM |
certe piccole cavie.
un blog in fase di sperimentazione.
(ah beh, ma allora continuiamo pure)
lisa
ottobre 30, 2006 alle 10:57 PM |
Certe piccole tenie
Un blog dai modi un po’ affettati
ottobre 30, 2006 alle 11:06 PM |
Certe ricche leccornie
un blog da leccarsi (anche) i baffi
ottobre 30, 2006 alle 11:37 PM |
Certe piccole ucronìe
Un blog con pretese atemporali
ottobre 30, 2006 alle 11:50 PM |
Carte, picchi e melodie.
Un blog che offre la razione K.
ottobre 30, 2006 alle 11:54 PM |
Erti picchi e praterie
un blog da Mogol-Battisti
ottobre 31, 2006 alle 12:09 am |
certe piccole avarie.
un blog d’emergenza.
lisa
ottobre 31, 2006 alle 7:22 am |
(oh, ma allora…)
Certe piccole ordalie
Un blog che ti mette alla prova
ottobre 31, 2006 alle 10:41 am |
certe piccole sartie
un blog che ti lega per sempre
(certe piccole avarie è molto bello.
Da qui in poi, si rischiano ripetizioni)
ottobre 31, 2006 alle 10:54 am |
(in effetti, tra qui e l’altro post, si perde il conto)
Certe piccole scansie
un blog che colleziona emozioni
ottobre 31, 2006 alle 11:10 am |
certi piccoli suvvia.
un blog ragionevole.
lisa
(uh, ch’e-mozione, sig. effe)
ottobre 31, 2006 alle 2:39 PM |
certe piccole razzie
per un blog che non deve chiedere mai!
(com’è bello questo gioco!)
ma è un gioco?
ottobre 31, 2006 alle 2:46 PM |
certe piccole sodomie
un blog in corpo undici
ottobre 31, 2006 alle 2:49 PM |
Herr Zog, my beautyfull laundrette,
è questo un momento nel quale le nostre posizioni richiedono una tregua e uno sforzo comune al fine di fronteggiare l’emergenza che anche Lei sono certo avrà avuto la spiacevole occasione di notare.
Qui siamo messi di fronte a quella che richia di essere una delle scelte più difficili della vita, per affrontare la quale urge l’unione di ogni nostro sforzo e qualità interiore.
La Sessista si è dichiarata intenzionata a interrompere ogni sua nuova produzione per il timore di vederci scomparire in quell’archivio che ci occulterebbe agli occhi suoi e di ogni fortunato convenuto.
Si rende conto di cosa abbiamo combinato?
Non Le trema il terreno sotto i piedi?
Non sente vacillar ogni sua certezza?
Si, vacilla…lo sento!
“Mi taccia…
Non o sa…”
Minoio….esci da questo corpo! Abbandona questo essere e restituiscilo alla sua ragione! Vaderetro! Vade Retro! Va Deretro! Upa Umpa Upa!
Come scegliere tra noi e lei?
Si chiama amore, dunque, questo?
Lei ama, Herr Zog, ciò che stiamo tenendo fermo?
Teniamoci per mano, try a little tenderness, volemose’bbene e restituiamo al mondo le parole che ci hanno resi reali.
Rinunciamo, o noi, all’attenzione, a favore della meraviglia?
Io dico si, Effe!
Io dico si oggi e dirò si sempre, Effe!
Qui ed ora, io dico Si!
Dica Si con me!
Si!
Si!
Si!
ottobre 31, 2006 alle 2:51 PM |
certe piccole cortesie
un blog per gli ospiti
ottobre 31, 2006 alle 2:53 PM |
egregia dottoressa flounder, lei che è così tassonomica perché non fa una bella raccolta, di modo che non ci si ripeta invano?
ottobre 31, 2006 alle 2:54 PM |
e se vi delegassi, o cortesi ospiti?
( e visto che stai qua, spiegami che è il corpo 11)
ottobre 31, 2006 alle 2:58 PM |
(comunque che Effe e Broono potessero fidanzarsi, era un’ipotesi che non avevo valutato. o forse sì, ma di quelle che restano sotto il pelo della Coscienza e si ha paura di ammettere anche a se stessi)
Cara Flounder,
il pelo della Coscienza ce lo dici a soreta.
Tante belle cose.
Tua glabra Coscienza
ottobre 31, 2006 alle 3:00 PM |
è la dimensione (corpo) di scrittura.
tu che dimensione dai ai tuoi file di word?
eppoi il riferimento è a busi:
http://www.bol.it/libri/scheda/ea978880438446.html;jsessionid=C515E6579C48778E00FCE25F5D7579AD
non è per non esser cortese, ché pure sono un po’ piemontese, ma è che proprio non sono capace. non è nella mia natura.
ottobre 31, 2006 alle 3:08 PM |
Certe piccole Marie
Un blog che dà assuefazione
ottobre 31, 2006 alle 3:09 PM |
Certe piccole megalomanie
Un blog che esagera, vacca se esagera
ottobre 31, 2006 alle 3:13 PM |
Certe piccole metallurgie
L’arte di lavorare le parole con fresa, seghetto alternativo e un po’ di lima
ottobre 31, 2006 alle 3:15 PM |
scusate, ma state facendo di me una blogstar?
no, ditelo. che se del caso tocca rifarsi il guardaroba.
ottobre 31, 2006 alle 3:15 PM |
Certe piccole microchirurgie
Come dare in mano il bisturi alla Flo e vivere – diciamo moderatamente – felici
ottobre 31, 2006 alle 3:17 PM |
Certe piccole acrobazie
Come diventare una blogstar sfruttando la deficienza dei propri commentatori
ottobre 31, 2006 alle 3:18 PM |
Certe piccole amnesie
Il blog di qualcuno che aveva qualcosa da dire, prima che succedesse qualcosa che ora non mi viene…
ottobre 31, 2006 alle 3:18 PM |
(questa, ammettilo, è venuta bene…)
ottobre 31, 2006 alle 3:39 PM |
Certe piccole amnistie
un blog da culto che va oltre l’indulto
ottobre 31, 2006 alle 3:40 PM |
Certe piccole gelosie
Il blog che guai a te se lo vai a dire in giro.
ottobre 31, 2006 alle 3:41 PM |
Certe piccole ginecomastie
Il blog che non ti arricchirà , ma almeno ti fa le tette grosse
ottobre 31, 2006 alle 3:42 PM |
Certe piccole gesuggiuseppemmarie
Il blog che ti sprona ad andare a Messa, anche se al limite stai in fondo.
ottobre 31, 2006 alle 3:42 PM |
(forza, Zu, si faccia avanti, lei e la sua camicia hawaiiana…)
ottobre 31, 2006 alle 3:46 PM |
Certe piccole dislessie
Il bogl ceh t’inacsina il copro e anceh la metne
ottobre 31, 2006 alle 3:48 PM |
Certe piccole artroscopie
Un blog capace di inventare ogni scusa, pur di non mettersi in ginocchio
ottobre 31, 2006 alle 3:53 PM |
Certe piccole cacofonie
Il blog che Tiziano Ferro, in confronto, ci fa una pippa
ottobre 31, 2006 alle 3:53 PM |
certe piccole asfissie
un blog così bello da togliere il fiato
(comunque, molte di queste definizioni mi sembrano fuori concorso per patente violazione delle regole del gioco -regole peraltro inesistenti)
ottobre 31, 2006 alle 3:58 PM |
Ma lo sa dunque, Caro Broono, che visto da vicino lei non è poi affatto male?
Con quell’aria da maledetto.
Che poi io sono facile di lacrima e di costumi.
E dico allora Sì.
Sì, e così sia.
Non osi dividere il blog la volontà che i blogger hanno unito.
Addio, è stato bello (a tratti)
ottobre 31, 2006 alle 4:00 PM |
Certe piccole anemie
Un blog senza il quale ci si sente deboli
P.S. Ho vinto l’orsetto
ottobre 31, 2006 alle 4:02 PM |
Certe piccole asfissie
Il blog che ti farà mancare il respiro
ottobre 31, 2006 alle 4:12 PM |
E con questa vi straccio tutti e vinco il premio per il miglior centocinquantaduesimo commento:
Certe piccole narcolessie
Il blog ch
ottobre 31, 2006 alle 4:14 PM |
Mi ero già fatto avanti e tra l’altro lì al n. 25 si può notare un’anticipazione.
Per il resto, non sono in possesso di camicia hawaiana, ma se me la regali la indosserò (ne preferirei però una con gli sbuffi, così da poterla sfoggiare a un prossimo concerto).
ottobre 31, 2006 alle 4:18 PM |
E quella cos’è? Non mi menta, che qua non mi si piglia per i fondelli mentre quelle due si stanno prendendo per i fornelli…
Ma lei che strumento suona? La cosa m’interessa alquanto. Potremmo comporre il duo
certe piccole melodie
e andare in giro per l’Italia.
Alla Flo il compito di girare col cappello.
ottobre 31, 2006 alle 4:30 PM |
Ohibò.
Beh, del resto l’Ill.mo Ill.mo Ill.mo Dott. Effe aveva correttamente annunciato il probabile verificarsi di ripetizioni.
Quell’uomo pre vede!
Per vade!
Pro patria!
Addio, è stato bello (attratti).
ottobre 31, 2006 alle 4:31 PM |
Ecco munque rimane valido che l’orsetto promesso sia innegabilmente mio.
ottobre 31, 2006 alle 4:38 PM |
certe piccole crioterapie
un blog a freddo
certe piccole stregonerie
un blog da paura
certe piccole autopsie
un blog post …mortem
certe piccole pralinerie
un blog delizioso
certe piccole foschie
un blog in cui perdersi
ottobre 31, 2006 alle 4:49 PM |
Certe piccole acromegalie
Un blog che soffre di gigantismo
novembre 1, 2006 alle 1:09 am |
a raga’, foschie e anemie erano già stati detti, però.
(tana!)
lisa
novembre 1, 2006 alle 2:45 am |
(per broono)
novembre 1, 2006 alle 10:45 am |
certe piccole cazzimmerie
un blog in comunione di beni
ssò fuori concorso vabbè 🙂
novembre 1, 2006 alle 11:40 am |
Certe piccole energie
Un blog per quando si tira tardi
novembre 1, 2006 alle 12:03 PM |
Certe piccole afonie
un blog post-allucchi
novembre 1, 2006 alle 7:38 PM |
certe piccole isterie.
un blog con l’essepiemme inclusa.
lisa
novembre 1, 2006 alle 9:15 PM |
certe piccole allergie
un blog antistaminico