L’aspetto delle cose future è vago – post in progress/5

E dalla folla avanzò il giovane con gli occhi di fiamma, le strinse i polsi e la vita e iniziò a ballare con la funambola Arcadia, al suono del violino.
Il violinista si appoggiava a una quinta in cartone e faceva volare l’archetto sulle corde.
Le dita si muovevano agilissime e il ritmo incalzava o rallentava seguendo il respiro dei ballerini.
Lui in questo circo ci era finito molto tempo prima, ancora prima di Zaira, all’indomani della notte in cui si persero in mare.
Era l’epoca della Grande Spedizione, quella che avevano coltivato per mesi e anni, raggranellando i risparmi per allestirla.
Volevano arrivare al di là dell’oceano, dove qualcuno aveva loro raccontato che avrebbero trovato una sorta di paradiso.
In tutti questi anni non ne aveva mai parlato con nessuno. Era l’unico scampato al naufragio e la colpa gli pesava. Quelli del circo erano stati i soli a non fare domande, ed è per questo che li aveva seguiti.
La vista gli era scomparsa quella stessa notte, dopo un bagliore accecante che non aveva saputo spiegarsi, e nelle orecchie gli erano rimasti i versi che la poetessa aveva continuato a recitare all’ impiedi, mentre la barca si inabissava rapidamente e il comandante cercava di metterla in salvo.
La poetessa era stata la prima a imbarcarsi, sembrava quasi che la Grande Spedizione fosse stata pensata per lei sola. Era seguito il banchiere, poi il filosofo, la puttana e lui, il musicista.
E infine il comandante, un uomo taciturno e triste, di cui si sapeva soltanto che aveva perso la moglie e due figlie piccine, di una febbre assassina.
Durante il viaggio ognuno aveva raccontato della spinta che lo aveva condotto fin lì, della sua segreta speranza.
Ognuno aveva ripetuto ciò che altri avevano prima di loro raccontato di questo paradiso in attesa, di questa terra da raggiungere.
Il banchiere parlava di cibo, era ossessionato da ogni sorta di pietanza che avrebbe potuto trovarci e ottenere senza aver nulla da barattare. Descriveva le grandi battute di caccia al cinghiale alle quali avrebbe partecipato.
La puttana lo ascoltava per ore e poi scoppiava in fragorose risate.
Lì –  diceva – nella terra laggiù, non ci sono altre donne, e la poetessa sarà troppo impegnata con i suoi versi per badare agli uomini.
La poetessa sapeva che avrebbe trovato rime che nessuno mai aveva avuto l’ardire di pronunciare, che da alberi altissimi avrebbe raccolto distici e ditirambi maturi e profumati. Raccontava di erbe medicamentose e fiori grandissimi, di uccelli dalle piume amaranto e albe di interminabile durata.
Il filosofo era spesso pensoso, ragionava sul qui e l’altrove, lui voleva solo dimostrare che il mondo si dà a partire da un’idea, ma non aveva idea di quale fosse la sua.
A metà della traversata affermò che tanto valeva essere rimasto a casa, che nessun paradiso gli si sarebbe mai manifestato, giacché la sua anima era nera e inquieta. Ma la puttana sapeva il fatto suo e gli passò un paio di ideuzze.
Niente che avesse sapor di iperuranio, ma al filosofo tanto bastò per proseguire.
Il violinista accompagnava il sorgere del sole e il  tramonto con antiche melodie che provenivano da lontano. A chi chiedeva se quello che cercava fosse una musica nuova, rispondeva di no, che non era stato quello il suo motore.
Con la musica lui ci era cresciuto, nel paradiso avrebbe incontrato il silenzio ininterrotto.
Ma in realtà voleva comporre una melodia fatta solo di battiti di cuore, di doppi battiti raccolti all’unisono, è solo che aveva pudore di dirlo.
Il comandante guardava le mappe e di tanto in tanto si asciugava una lacrima.
E poi accadde all’improvviso, dopo due notti di bonaccia in cui la barca non era avanzata nemmeno di un miglio. Il cielo fu squarciato dai lampi e da una luce indefinibile, come di sole in piena notte, mentre un’enorme colonna d’acqua sollevò l’imbarcazione per decine di metri e un vortice li trascinava lontano.
Il violinista sentiva le grida in lontananza e la voce della poetessa che declamava: tutto ci è chiaro/dacché la nebbia/diviene  limpido cristallo…
E poi più nulla.
Lo avevano ritrovato giorni dopo su una costa isolata, con le orbite vuote e il violino stretto al petto.
Non ricordava niente e nemmeno credeva di essere vivo.
Poi, un giorno, erano arrivati quelli del circo e lo avevano portato con loro, insieme ad orfani di guerra, sognatori e qualche ex-galeotto colpevole di non aver saputo tenere a bada l’anima del leone che era improvvisamente affiorata, costringendo a uccidere per trovare pace.
Suonava, il violinista, anche nei momenti in cui non lavoravano, come se il produrre suoni potesse placarlo e ripagarlo di un sogno perduto.
La sera si sedeva accanto ad Alicia e le raccontava della sua terra lontana senza parole, solo con musiche struggenti.
(In lontananza fuochi d’artificio riempiono l’aria di fumo. Il pubblico osserva compiaciuto)

56 Risposte to “L’aspetto delle cose future è vago – post in progress/5”

  1. Flounder Says:

    mi piacerebbe che riascoltaste la stessa canzone come sforndo a questo video qui.

    è l’immagine filmata di circo personalissimo e metropolitano. mi ha conquistato l’immagine della donna che ingoia le lame.
    era uno dei personaggi ai quali volevo dar voce, ma è superluo farlo quando c’è chi lo ha fatto così bene.

  2. Zu Says:

    fantastico
    non direi però che sia superfluo esprimere in parole quanto qualcun altro ha fatto usando strumenti diversi (non lo sostengo solo come teoria, ma anche come richiesta di lettore affezionato)

  3. Flounder Says:

    è che qua si scrive di ossessioni e per ossessioni.
    le lame dei coltelli sono una delle mie, insieme agli equilibristi, agli specchi, i sogni, le forme di divinazione, i cerchi e una serie di altre cose.
    io ce l’avevo in mente il fachiro o la fachira, e tutte le cose di mangiare fuoco e ingoiare lame e cocci di vetro
    ma questo video mi è piaciuto troppo, è esattamente la trasposizione metropolitana di una serie di cose che avrei raccontato. e quando uno fa una cosa esattamente nel modo in cui avrei voluto io che fosse, mi fermo, incantata.

  4. Flounder Says:

    oggi sono stata a quest’altro circo qua.
    confermo quanto detto da Gnamina e Lisa: Lucilla Galeazzi ha una grandissima voce, come Joan Baez o Violeta Parra.
    c’erano vecchiettini ottantenni che facevano ballare le ragazzine a ritmo di tarantella, e musiche e tammorre. e strumenti bellissimi come questo

    e il mio amico strepitoso

    e un vino che ubriacava

  5. utente anonimo Says:

    mi viene in mente un festa da un mio amico in campagna, questa estate.
    musica tzigana e manouche fino all’alba.
    (certo, certo, anche il vino faceva il suo)

    lisa

    (eppoi un’altra cosa.
    a me quando leggo di questi ciechi, di polsi stretti e di dita che si muovono sulle corde mi piglia un magone, ma un magone che io non lo so proprio)

  6. Wosiris Says:

    approposito di tarantella e di vecchietti che fan ballare. io ho fatto capodanno a napoli per strada ed ho visto anche questo:

    ciao brù

  7. Wosiris Says:

    comunque a leggerti c’è da appassionarsi.

  8. Flounder Says:

    qui sto scrivendo come raramente mi capita di fare, totalmente immersa.
    con il corpo e tutto il resto.
    (quel magone lì, lisa, lo sai, lo sai. che non si scrive di ciechi e polsi stretti e dita sulle corde se non si ha voglia che si legga di ciechi e polsi stretti e dita sulle corde)

  9. broono Says:

    e ti si sta leggendo come raramente capita di fare.
    Col naso in su, a guardare in alto.

    Sei davvero uno spettacolo.

  10. Flounder Says:

    secondo me ognuno ha le sue musiche e i suoi strumenti. a me sono le melodie balcaniche, la musica klezmer, l’organetto diatonico, alcuni tamburi, il violino e le cornamuse.
    certi suoni hanno eco precise in alcuni parti del corpo. si fissano lì e operano.

  11. Flounder Says:

    (ma che c’è in alto? mica si sbircerà sotto il vestitino della funambola? ohibò)

  12. Flounder Says:

    e poi un giorno vorrei raccontare tutto il fatto delle musiche dell’est, come mi ci sono imbattuta, quel sogno strano che fin da molto prima mi si è presentato per anni (che in parte compare tra un paio di post, perché secondo me qui ci azzeccava) e un incontro bizzarro che mi fece paura.
    (quelli che pensano che i sogni notturni non siano reali e non raccontino pezzi di altre vite io certe volte li vorrei far entrare nei miei)

  13. utente anonimo Says:

    (è che in certi periodi le manchevolezze si sentono come non mai, e cantano come quel violino in assolo.
    e invece di fare male, lo ascolti, e lo riascolti, e ti sembra quasi di annusare un senso)

    lisa

  14. broono Says:

    C’è una funambola che sta offrendo il meglio di sé.

    (solo incidentalmente da qui sotto si vede anche sotto il vestito, ma il “meglio di sé” al quale si assiste rimane comunque il totale)

    🙂

  15. Flounder Says:

    di questa canzone russa degli anni ’30 conosco solo un verso, in italiano, ed è: il sole ingannatore qualche volta può far male
    l’ho ascoltata per la prima volta in un film bellissimo, che porta lo stesso titolo: Il sole ingannatore, che ha preso un Oscar, nel ’94 o ’95. è una storia di epurazioni: un uomo deve ucciderne un altro, ma l’altro è il marito della donna che lui ha più amato nella sua vita e ancora ama. lui lo risparmierebbe, se potesse, ma non può farlo.
    ci sono una serie di piani laceranti in questa storia e questa canzone che ricorre, insieme a un sole che li abbaglia tutti e mostra il lato insensato della rivoluzione russa, della rivoluzione in generale. l’amarezza dei sogni bruciati.
    insomma, una roba ma una roba che non si può dire.
    non sono mai più riuscita a ritrovarla o riascoltarla.
    per puro caso l’ho risentita l’altra settimana, dopo dodici anni, durante lo spettacolo di Moni Ovadia, cantata da una voce sublime, quella di Lee Colbert.
    io in quel momento sarei scesa in platea a ballarla, avrei urlato.
    riuscire poi a ritrovarla abbinata a quel video bellissimo è stato ancora più sorprendente. l’idea che una persona possa averla abbinata alle stesse immagini che mi scorrono in mente.
    il verificarsi di certe circostanze in alcuni momenti ha qualcosa di incredibile
    (non è solo questa la coincidenza, ce ne sono anche altre, è davvero una cosa impressionante)

  16. Flounder Says:

    al circo si usano abitini con le mutande a calzoncino incorporate 🙂

  17. broono Says:

    Il circo è il mondo della fantasia.

    🙂

  18. Flounder Says:

    stanotte mi sono sognata il fachiro.
    mi diceva: ah, sì? è così? mi volevi eliminare da questa storia?
    (mi ha fatto venire un senso di colpa grande quanto un tendone)

  19. broono Says:

    Potevi rispondergli:
    “Ma no…non ti avrei mai potuto eliminare! Volevo solo farti stare un po’ sulle spine!”

    AH!AH!AH!

  20. Effe Says:

    la musica klezmer ha sempre ragione.
    E anche Canetti.
    Veniamo tutti da Est

  21. Flounder Says:

    effe, e io ieri mi sono comprata un disco bello, al festival della zampogna: il duo Malastrana.
    clarinetto e fisarmonica, un po’ chassidico e un po’ no.
    (e posso giurare che mentre pagavo mi è sembrato di sentire un vento un po’ buranico in sottofondo)

    broonino, ma quanto mi sei simpatico stamattina?
    (sono in trattativa col fachiro: è innamorato della donna del lanciatore di coltelli, non vorrei che finisse tutto in carneficina)

  22. utente anonimo Says:

    Flou, non ci crederai! Quelli della REALE MUTUA hanno deciso di rimandare in tv il loro spot, quello del circo, approfittando del successo che sta avendo il tuo racconto!
    Ah! Sti pubblicitari, ne sanno una più der diavolo…
    Gnama

  23. HangingRock Says:

    Facciamo che mi porti a vedere Andrea un’altra volta?
    E poi. Ma la poetessa era Selima Hill?

  24. Flounder Says:

    hanging, io vorrei farvelo vedere in formazione completa, con il tenebroso ascanio al violino e la bella flautista recentemente acquisita.
    la poetessa non era Selima Hill, e nemmeno la Szymborska e neppure la Cavalli o la Merini o quell’altra là dei rasoi che non mi ricordo mai come si chiama.
    lo sai come me la sono immaginata?
    come quella bionda alta che abbiamo visto a Roma, la tizia che si occupava di sindacato 🙂

    gnamina, ma credi che mi spetteranno delle royalties?

  25. mrka Says:

    ho letto tutto con gli occhi del ragazzino che vuole ipnotizzare gli animali in ti ricordi di dolly bell?.
    è possibile?.
    ( senti, flo, son disperata. vedo il tuo blog con i caratteri lunghi dieci centimetri. le elle sono così lunghe da fare ombra alla lettera a fianco. il mio blogghe lo vedo in grassetto. che mi succede? è colpa del nuovo browser 7.x, installato questa mattina, accidenti a me?)

  26. Effe Says:

    guardi che la musca klezmer, e la cultura yiddish, e la stroia degli ashkenaziti – a me tutto questo inteerssa davvero molto.
    Se ne dovrebbe parlare, leggere, ascoltare.
    Se è un vento che soffia, non dovremmo ignorarlo

  27. Flounder Says:

    eh, sì, se ne dovrebbe.
    ma poiché per mancanza di tempo non vogliamo far torto a nessuno, non leggiamo, non ascoltiamo e non ci occupiamo di nessuno 🙂

  28. Flounder Says:

    sono in trattativa col fachiro.
    lo faccio rientrare nel circo, ma in cambio lui giura che non si occuperà della donna del lanciatore di coltelli.
    gli ho proposto una soluzione che pare aver gradito molto 🙂

  29. broono Says:

    Mh…non ti fidare.
    Quello per la moglie del lanciatore di coltelli tiene il chiodo fisso.

    AH!AH!AH!

  30. ipsediggy Says:

    buono che la puttana sapeva il fatto suo (e gli passò un paio di ideuzze)

  31. Flounder Says:

    igor e bruno, voi due andreste troppo d’accordo.
    troppo.
    io vi devo far incontrare, siete fatti l’uno per l’altro.
    vi immagino insieme a discutere, vedo le vostre teste totalmente diverse (in senso fisico, intendo, storie di capelli e non), vedo le liti, le questioni di principio.
    secondo me voi sareste grandi amici, credetemi.

  32. broono Says:

    Ciao Igor, sono Bruno.

    Io faccio “le questioni di principio”, eh.
    E la cosa non è trattabile.

  33. MariaStrofa Says:

    ciao: sono indietro coi post in progress. immagino che il banchiere il filosofo e la puttana siano stati inghiottiti – il violinista al circo. ha un che di chagall il violinista – ma è solo per non dire bello e basta. ve’ mi è piaciuto.

    ciao

  34. Flounder Says:

    maria strofa, non ti preoccupare: non sono previsti né esami mid-term né di fine corso.
    a tutti quelli che abbiano frequentato almeno un post verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione, per gli usi consentiti dalla legge.
    la partecipazione al seguente circo costituisce credito formativo 🙂

    broono, ti posso fare una piccola errata corrige?

  35. ipsediggy Says:

    buono chela puttana sapeva il fatto suo (e gli passò un paio di ideuzze)

  36. Flounder Says:

    (iggy, io lo sapevo troppo che a te questa frase ti sarebbe piaciuta. mentre la scrivevo ridevo, pensandoci)

  37. broono Says:

    Certo che puoi.

  38. Flounder Says:

    erata corrige
    Ciao Igor, sono Bruno.

    Io faccio “le questioni di principio”, eh. E la cosa non è trattabile.
    Poi però a volte me ne dispiaccio e mi ammorbidisco. So anche porgere le scuse.
    Ma ti dico che se non vengono accettate, ci faccio su una doppia questione di principio. E la cosa non è trattabile
    Eccheccazz’ 😀

    (e mandami un bacino con la mano, sooltano)

  39. broono Says:

    QUesta non è un’errata corrige.
    Questa è una libera interpretazione!
    🙂

    ti mando un bacino SULLA mano.
    poi sul braccio
    poi sulla spalla.
    poi su su su.

  40. Flounder Says:

    hai ragione, hai ragione.
    stavo per specificarlo: questa non è un’errata corrige, ma un’integrazione

  41. Flounder Says:

    (vi piacereste, sì, sì. quanto vi piacereste. come ho fatto a non pensarci finora?)

  42. Flounder Says:

    vi posso organizzare un blind-date?

  43. broono Says:

    Se è a casa tua, si.

  44. Flounder Says:

    io poi faccio il terzo incomodo? 🙂

  45. broono Says:

    Terzo?
    Perché, Igor si ferma molto?

  46. Flounder Says:

    igor, ti fermi molto?

  47. ipsediggy Says:

    usti, mi son perso un fracco di passaggi (ho ripostato ché alla precedente mi s’impallò il piccìriello).

    donc, ciao bruno, sono igor – iggy, ma anche altro, per tanti e i miei principi li questiono spess’assai. quando non trovo codivisione, parte il primo tentativo di slargo della ‘visuale’. se l’incodivisibilità sussiste anche dopo il terzo/quarto slargamento, non mi rammarico ché so avercela messa tutta e mela faccio svivolare addosso (la questione condivisa).

    un blind date con bruno? flounder, dì la verità: tu non mi vuoi bene! ;-DD
    scherzo.. ma sino a doveabititu mi vuoi far scendere? no, dico, ma hai presente?
    eccomunque no. non mi fermerò allungo ché domattina presto devo essere a piacenza (e poi cremona e poi lodi e poi cheppalle che domani sarà solo martedì..)

    (flou, ma allora mi pensi?!? ma sei fuori? varda chelo faccio anch’io nèh?!-)

  48. broono Says:

    Usti! Ma tu mi sei un fracco delle mie parti!

    No no, guarda, dalla descrizione, ribadisco che “le questioni di principio” la faccio io.
    Io quando non c’è condivisione mi metto lì buono buono, spiego, illustro, delineo, testo, controprovo, espongo, chiedo “dubbi?” e alla puntuale risposta “no” chiudo la questione incondivisibilità.

    Mai andato oltre il primo tentativo.

    Faccio io, vah, che mi viene così bene che soprattutto non mi sono mai trovato a definire il mio spiegarmi: tentativo.

    Ma quale tentativo…il tentativo è roba per chi mi contesta.

    🙂

  49. Flounder Says:

    in verità, in verità dirovvi: forse siete addirittura vicini di casa
    (ma non giurereivi)

    l’agente flounder che sta nervosa

  50. utente anonimo Says:

    … ma io nel frattempo mi ero dimenticata una cosa bella, ‘rcamiseria.
    che io qualche mese fa ho visto uno spettacolo teatrale che era di un delizioso, ma di un delizioso unico.

    sì, sul circo.
    bambole-ballerine con le scarpette rosse che pedalano sopra un camper, uomini col vestito da sposa cha mangiavano nel portabagagli (sempre del camper), un circo delle pulci in versione pop-corn, una trapezista che faceva un salto mortale dentro il camper e che ti camminava sulle gambe, due braccia che scendevano dal tettino, il numero del cappello, e la luna piena.
    Caravan Kermesse, si chiamava.

    (se mi riesce metto pure il link.)

    lisa

  51. broono Says:

    La cosa curiosa di questo spettacolo (quello linkato da Lisa) è che la sua descrizione inizia con
    “Azione-entratteinment per un attore (signor Ker)”

    Che vabbé …non sarà proprio Keuner, certo, ma cavolo, quanto sono belle (curiose) le cose che questa serie di post si sta facendo girare intorno.

  52. utente anonimo Says:

    io non so chi sia questo Keuner, ma il signor Ker era bellissimo.

    (anche più di Daniel Auteil, e ho detto tutto)

    lisa

  53. Flounder Says:

    più di daniel?
    nun po’ essere 🙂

  54. broono Says:

    Il Signor Keuner è quello citato nel post giù giù giù che ha preceduto la serie del circo.

  55. utente anonimo Says:

    no, è vero, più di Daniel no.
    (però mi ha fatto ballare guancia a guancia, stretti stretti, vicinivicini.
    e lì non le dico altro, signoramia)

    lisa

    (sto diventando una lettrice volante, e questo non va be-ne)

  56. aitan Says:

    voleva solo dimostrare che il mondo si dà a partire da un’idea, ma non aveva idea di quale fosse la sua
    me la incornicio

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