Su un monte sacro nella penisola del Sinai Mosè si trovava inginocchiato davanti ad un roveto in fiamme. Stava ricevendo gli ordini dati dal Dio di Israele. Gli fu detto: "Farai un’arca di legno d’acacia e la rivestirai di oro puro. E dentro vi porrai la Testimonianza che io ti darò”.
Dell’Arca dell’Alleanza si racconta tutto e nulla. E’ avvolta dal mistero.
Pare che emanasse energia elettrica, pare fosse protetta dalla potenza di un angelo sterminatore.
Pare sia stata interrata, per proteggerla e proteggersi, per timore del suo contenuto.
Tutto quello che siamo e possiamo è racchiuso in profondità: nelle viscere della terra, in quelle del corpo, nei recessi segreti della memoria, quelli inaccessibili all’inconscio.
La capacità di generare, che altro non è se non il senso dell’immortalità oltre le spoglie mortali.
La capacità di immaginare e creare nuovi mondi.
Il fuoco.
Ancora oggi gli uomini hanno paura delle donne.
Nelle tribù africane le donne vanno a partorire lontano. Il mistero è troppo grande per essere svelato, per essere esposto.
In questo povero occidente noi siamo ormai la società asettica, quella che cancella e rinnega il simbolo per timore dello sconquasso. Quella che rinuncia al sacro per aver perso la capacità di inginocchiarsi e stupirsi.
Abbiamo ridotto tutto a processo razionale, dimenticato i riti, i passaggi iniziatici.
A me piace farmi toccare la pancia, è il massimo dell’intimità che possa concedere a un essere umano.
E quando incontro una gravida è la pancia, che tocco. Il luogo del mistero e del sacro.
Il cantiere alchemico.
Quando guardo il tuffatore di Paestum immagino che stia per lanciarsi al centro di un accogliente ombelico.
Intrepido e coraggioso.
marzo 8, 2007 alle 10:55 am |
Toccare la pancia ad una donna gravida. Anche io.
marzo 8, 2007 alle 11:03 am |
Certi piccoli auguri… non soltanto per oggi, ma perché, come donna e come individuo, tu abbia sempre qualcosa da festeggiare.
marzo 8, 2007 alle 11:13 am |
ma siete proprio sicuri che tutte le donne quando sono incinte abbiano piacere di farsi continuamente toccare la pancia da chicchessia?
marzo 8, 2007 alle 11:19 am |
ma mica continuamente!
(a me sì, a me continuamente, gravida o meno)
marzo 8, 2007 alle 11:24 am |
la mia era una battuta perchè mi sembra che spesso ci sia un po’ questo concetto per cui una donna incinta è una specie di proprietà pubblica..che antropologicamente lo capisco anche..pero’ porelle dovunque vanno trovano estranei pronti a mettere loro le mani adosso..a volte mi sembrano esasperate e le capisco..
marzo 8, 2007 alle 12:12 PM |
(e non è mica facile avere ogni giorno qualcosa da festeggiare…mi viene la sindrome da Pollyanna)
marzo 8, 2007 alle 12:22 PM |
festeggiamo il compleano collettivo.
Di qualcuno.
DIco, ci sarà pure una collettività , sparsa per il mondo, che festeggia il compleanno oggi.
Ecco: auguri
marzo 8, 2007 alle 3:28 PM |
Se gli uomini potessero essere gravidi, magari ti offrirebbero pure la panza da toccare come dono energetico, va bene, ma nel mentre chiuderebbero gli occhi e immaginerebbero la tua mano sul loro pacco.
Gnama
marzo 8, 2007 alle 4:23 PM |
la maggior parte delle donne gravide odia farsi toccare la pancia.Tranne nei casi dove lo richiedano espressamente.
marzo 8, 2007 alle 5:32 PM |
la mia consorte quando mi tocca la pancia mi sussurra “sei grasso!”
gnama…. c’è poco da fantasticare, la realtà è matrigna e io la gobba leopardiana la porto a mo’ di marsupiale
marzo 8, 2007 alle 5:49 PM |
Glid, non ti crucciare, essù. Può sempre tornare utile una cosa rotonda e morbida. Nella ribilitazione, ad esempio, risulterebbe addirittura indispensabile.
Gnama
marzo 8, 2007 alle 8:24 PM |
Ombelico in effetti deriva da Om la cui significana è nota ai più, da Bh che sta ad indicare (pre-aramaico) la parola il logos il fuoriescere del suono dalle labbra socchiuse, ed infine ELICUM che in tardo tirrenico indicava il nascondiglio del demone sacro.
marzo 8, 2007 alle 8:34 PM |
non lo sapevo. è incredibile.
grazie. grazie davvero.
marzo 8, 2007 alle 9:29 PM |
E’ anche vero che la pancia come cantiere alchemico fa venire alla mente quel che scrisse Sir John Delaboutade a proposito del meteorismo.
marzo 8, 2007 alle 9:33 PM |
Si in effetti Delaboutade parlò anche di queste cose. Va detto però che nel suo “Diario di un trippone” egli racconta di quando si addormentò sulla pancia di una balena e in sogno incontra il Piccolomini che gli dona un amuleto: il fuoco nero delle viscere.
marzo 8, 2007 alle 9:35 PM |
Ti sbagli. Il diario di un trippone è di Sam Medusa, bassista degli Intestins.
marzo 8, 2007 alle 9:37 PM |
Boh, sarà . Magari mi sbaglio. Però son sicuro di aver visto una prua interrata spuntare nel giardino di Meneghetti.
marzo 8, 2007 alle 9:39 PM |
(ma questo è uno show a domicilio?)
marzo 8, 2007 alle 9:43 PM |
Dicono che il tuffatore di paestum sia rimasto conficcato in verticale sul fondo della piscina per mezz’ora prima che un addetto della pulizia dei fondali si sia accorto della sua presenza.
marzo 8, 2007 alle 9:44 PM |
(mi stavo chiedendo la stessa cosa)
gnama
marzo 8, 2007 alle 9:46 PM |
comincio a dubitare del fatto dell’ombelico: pensare che mi ci ero appassionata 🙂
marzo 8, 2007 alle 9:54 PM |
La tribù dei grandi nasi (alaska) aveva l’abitudine di giocare a kokamuka. Il kokamuka consisteva in un lieto rincorrersi per dare dei severi pizzicotti alle pance dei più ciccioni.
marzo 8, 2007 alle 9:56 PM |
Dicono che se metti il tuo orecchio sulla tua pancia senti il mare.
marzo 8, 2007 alle 9:57 PM |
(la cosa più bella sono i link irreali. ma me lo stai facendo gratis questo show, vero?)
marzo 8, 2007 alle 9:58 PM |
Ma va là .
Comunque la storia dell’ombelico è vera. L’ho sentita raccontare da mia nonna.
marzo 8, 2007 alle 9:58 PM |
ma tua nonna quella indiana o quella di pozzuoli?
marzo 8, 2007 alle 9:59 PM |
(machiè? quello dell’ombelico? o quello della patata?)
marzo 8, 2007 alle 10:00 PM |
quello dell’ombelico
marzo 8, 2007 alle 10:03 PM |
La mia bisnonna ha partorito 34 figli. Nel 1899 sono nati Vittorio, Emanuele, Terzo, Redi, e Talia. Da uno stesso parto!! Zia Talia raccontava che in pancia con gli altri tre gemelli giocavano a “balòn”. Si spingevano l’uno contro l’altro e contro la parete elastica della pancia a mò di wrestling, con grande dolore della bisnonna.
marzo 8, 2007 alle 10:06 PM |
Mia nonna faceva di quelle puzze tremende. Che anche il prete dal pulpito sospendeva l’omelia per invocare il beato Vallecchi contro le cattive arie.
Lele
marzo 8, 2007 alle 10:08 PM |
Per lo show, fanno 60 euro. 50 euro per chi è tesserato ASDFGH.
marzo 8, 2007 alle 10:10 PM |
ce l’hai il POS?
marzo 8, 2007 alle 10:13 PM |
NOS.
marzo 8, 2007 alle 10:51 PM |
http://www.gioca_12_34_88.com/
La figata del terno al lotto nei link va premiata (possibilmente con una vincita)
marzo 9, 2007 alle 12:17 am |
Ma “quello della patata” sarei io?
marzo 9, 2007 alle 7:42 am |
e chi, sennò? 🙂
marzo 9, 2007 alle 11:49 am |
a parte certe coincidenze ombelicali, di qua e di là , il tuffatore di paestum mi ha fatto tornare in mente una canzone che scopersi tramite un amico molto informato, negli anni 80. è di flavio giurato (che pensavo fosse scomparso e invece scopro oggi che ha pure un sito e fa quel che ha sempre fatto: il musicista).
diceva:
“volevo essere un tuffatore,
per rinascere ogni volta
dall’acqua all’aria,
all’ariaaaaaaaaaaaaaaaaaa”
ecco, detto tutto.
🙂
f_e_d
marzo 9, 2007 alle 3:54 PM |
Riuscire a ottenere questa associazione col mio nome è un risultato che non avevo considerato nemmeno nelle mie più rosee previsioni.
marzo 9, 2007 alle 4:28 PM |
broono, un ordine di grandezza sopra il buon rocco, eh.
marzo 9, 2007 alle 6:42 PM |
Anche io tocco (toccavo) sempre la pancia alle donne in gravidanza, m’è sempre parsa una cosa assai bella, finché una persona incinta non mi ha detto ( prima che lo facessi, per fortuna) di esserne a dir poco infastidita. Dopodiché, imbarazzata, ho indagato un po’ in giro e ho raccolto pareri come : usanza disgustosa, grande maleducazione, abitudine imbecille, invasione dell’intimità altrui e robe del genere.
Mah!
Sono perplessa
marzo 13, 2007 alle 12:47 am |
Io una volta, incitato dal post di Flounder, ho toccato la pancia di una ragazza, in modo abbastanza diffuso.
Non so se le è piaciuto così tanto, infatti non mi ha più richiamato 😦
marzo 13, 2007 alle 12:51 am |
ma la mano si muoveva in senso orario o antiorario?
era piatta o a coppa?
si fa presto a dire: toccavo la pancia…
marzo 13, 2007 alle 10:13 PM |
No, no, era piatta.
Stile movimento concentrico, come cerchi sulla sabbia, sempre più ampi.
Senso orario, se non ricordo male.
marzo 13, 2007 alle 10:36 PM |
vabbè, ma allora era un’incompetente.
forse era un manichino.
marzo 14, 2007 alle 4:40 PM |
Forse era manichEA.
( sono dei particolari manichini esposti all’Ikea, che a volte assumono forma umana e tentano di sedurmi, approfittando del fatto che non saprei come smontarli, o rimontarli, se è per questo).