Come avviene già da un po’ di tempo, sono parca di parole.
Allora ne approfitto per citare due post: uno, di Effe, che racconta la nostra avventura buranica con Tamar Yellin; l’altro, di HangingRock, che parla delle condizioni per la sussistenza dell’amore.
Mi pare che i due post, seppure affrontando temi diversi, contengano spunti e valutazioni da affiancare.
Per dirla con Effe, "quando si è innamorati non si rinuncia, non si indietreggia, non si comprende il significato della parola no".
Per dirla con Hanging, "penso che esistano delle condizioni comuni e necessarie".
Di mio posso aggiungere solo che penso che l’amore, quale che ne sia la destinazione ultima, l’obiettivo o il disegno, nasca principalmente da una volontà, alla quale farà (o non farà) seguito la messa in campo di determinate capacità.
Attenzione: non è il sentimento ad essere frutto della volontà. Non sono così materialista.
Considero la volontà di base, il sostrato su cui costruire il seguito.
Voglio dire che il nostro sentimento di innamoramento per il racconto della Yellin è stato secondario alla volontà di perseguire un obiettivo di ricerca e condivisione. Solo dopo, quando questo amore ci è sembrato difficile e pieno di ostacoli – e tuttavia necessario – si è messa in moto la macchina delle azioni adatte perché si compiesse.
Così anche con le persone.
L’amore è una disposizione, essenzialmente. Una disposizione di base, una cosa che sta a monte.
E’ il desiderio e la volontà di imparare e padroneggiare una lingua straniera, secondo i criteri necessari di conoscenza della sua grammatica, di consapevolezza delle differenze e delle identità linguistiche e del fine ultimo di reciprocità ad intendersi, quando si parlano due idiomi diversi.
Effe ne fa un discorso letterario.
HangingRock una disamina scientifica.
Io che non ho né l’una né l’altra capacità e so solo esprimermi per immagini, con le mie visioni, vi rimetto qui ciò che avevo postato e cancellato l’altra notte.
Il libro delle frasi fatte e degli amori disfatti.
Roia me om.
Omi roa me.
Eo mia rom.
Mi sembra che tutto quadri. Abbastanza.
Fuori da ogni congettura possibile, l’amore è una faccenda pratica. Tutto il resto, rumore di fondo e spreco di risorse.
ottobre 17, 2007 alle 12:44 pm |
E io, che non ho la capacità di nessuno dei tre, faccio tesoro di disamine, discorsi e visioni.
In silenzio.
(di più non serve, dici tu alla fine. Di meno, ed è un’altra cosa, come dice Hanging a proposito di condizioni)
ottobre 17, 2007 alle 3:14 pm |
in effetti il tuo essere parca di parole, soprattutto dopo un post così, è difficile da accettare…
ottobre 17, 2007 alle 8:27 pm |
niente è più involontario di.
ottobre 17, 2007 alle 8:47 pm |
O Me mar oi.
Aom mi roe.
ottobre 18, 2007 alle 6:49 pm |
Flo, ti ho scritto tramite Splinder.
ottobre 18, 2007 alle 7:38 pm |
Un saluto :**
ottobre 18, 2007 alle 8:57 pm |
E, allibita, ti ho anche risposto…
ottobre 19, 2007 alle 3:46 am |
per me l’amore è l’arte di sorprendere, l’altro e se stessi, per giorni e giorni e giorni, raccontando storie, ascoltando storie.
remo
ottobre 20, 2007 alle 11:12 am |
mi scuso un po’ con tutti, soprattutto per le mail e i messaggi che giacciono senza risposta, ma qui ottobre ha preso una piega inattesa e non riesco a star seduta in un posto per più di dieci minuti.
una sola cosa a volo, per tutti quelli che me l’hanno chiesto.
il brano musicale che fa da sfondo al podcast si chiama Silvestrig ed è il rifacimento di una canzone popolare bretone antichissima.
la versione più conosciuta è quella di Alain Stivell.
qui è Yann-fench Kemener alla voce e Didier Squiban al pianoforte.
baci
ottobre 20, 2007 alle 6:44 pm |
è molto che non passo di qui, magari passo e fuggo, perché non riesco ad articolare pensieri vacanti e non riesco a leggere.
siete tremendamente impegnativi, voi persone intelligenti.
comunque, è sparito il blog?
un post alla volta e poi più?
e poi, improvvisamente, nell’etere straniero, un blog musicale?
il computer è un mezzo troppo difficile, non lo imparerò mai neanche se.
l’amore?
eh
innamorai, ora più ora meno,
ma ringrazio per la sentita partecipazione le altre parti.
gran bella cosa resta, per poveri e ricchi senza distinzione alcuna :)))
ottobre 21, 2007 alle 2:39 pm |
http://minimokarma.blogsome.com/2007/08/21/lamore-e-come-dare-il-bianco-alle-pareti/
ottobre 21, 2007 alle 10:48 pm |
E’ una cosa pratica sì, prova a dire ad un innamorato che non può toccare l’amato!