Piccole cose da notare, quasi niente da sottolineare. Un indizio di primavera, un enorme spazio vuoto da riempire. Qualche timido progetto, uno scorcio in prospettiva. Wurstel e patatine, un rapper sconosciuto. Cose apparentemente senza importanza. Accumuli di briciole. Formichine in fila. La beffa del finto stile coloniale, il grottesco di ogni forma di imitazione. Una serra in un grande magazzino, immaginata in un giardino d’inverno, dove al caldo di una stufa osservare la vegetazione che rinasce.
Sogni di futuro, sogni di presente. Nessuna promessa da fare, nessuna da mantenere: il prezzo della libertà, il suo gusto agrodolce.
(in sottofondo Marta Glen, Destiny o Believer. O Enough. Après tout, c’est la vie)
marzo 18, 2013 alle 4:46 pm |