Il dispiacere è una matrioska. Nel passare delle settimane si placa, si ridimensiona, si rimpicciolisce.
Ma non sai, non puoi sapere, quante bamboline dovrai aprire, giorno dopo giorno. A fatica, smontando e rimontando altrove. Facendo combaciare le due parti esattamente e disponendo le matrioske in fila.
Quello che si sa, invece, è che alla fine ne resterà una, minuscola e compatta. Il nucleo intatto e precisissimo di quel dolore, irriducibile.
Maggio 23, 2013 alle 7:15 PM |
Chissà se esiste anche il nocciolo del piacere…
Maggio 23, 2013 alle 8:43 PM |
Credo di no. E vorrei dirmi che mi sbaglio.
Maggio 25, 2013 alle 11:06 PM |
Già. Il nucleo del dispiacere è sempre in agguato.
Maggio 26, 2013 alle 12:27 am |
Più che in agguato, sta là. Inattaccabile e inamovibile.
luglio 30, 2013 alle 6:36 PM |
[…] F. […]