E’ da anni che accarezzo un sogno. Un desiderio. Che a volte prende anche le tinte della fantasia erotica, lo confesso. Non molto hard, questo è vero, ma ognuno ha le sue predilezioni.
Sogno di incontrare l’uomo della mia vita alla Feltrinelli.
Che non è una cosa casuale o romantica, tutt’altro. Richiede un impegno sovrumano, una pianificazione strategica precisissima che ovviamente varia in funzione del target identificato.
A cominciare dalla scelta del giorno e dell’ora (assolutamente da evitare la pausa pranzo, in cui la ristrettezza dei tempi può preludere solo a fugace scambio di sguardi o a una sveltina nemmeno troppo letteraria. Sconsigliati i festivi tardopomeridiani, quando frotte di famigliole e pischelli invadono i tre piani seminando morte e distruzione). Favorevole il sabato dalle ore 13.30 a poco prima delle 17.00.
Interviene successivamente la scelta dell’abbigliamento. La minigonna ben portata è di rigore. Non serve tanto ad attrarre, quanto a pesare la qualità dello sguardo. Come scivola dalla coscia al titolo del libro che si tiene con nonchalance in bell’evidenza. Quanti passaggi percorre dall’una all’altro, e quante frazioni di secondo dedica ai due. Una precisa formula matematica permette di ponderare i due fattori e stabilire le conseguenze dell’eventuale approccio. Sulla base dei valori ottenuti si effettuano due test di riscontro. Il primo consiste nel cercare lungamente un volume al primo ripiano, in posizione semi-inginocchiata. Il secondo nel volerne recuperare uno all’ultimo scaffale, avvalendosi degli sgabellini gentilmente offerti dalla casa.
I due test non devono essere assolutamente effettuati nel reparto narrativa. Sono consigliati per il primo: classici latini e greci e per il secondo: agiografia cristiana e storia delle religioni.
Ma il vero punto di difficoltà è proprio questo: il reparto.
Dopo anni di osservazione sono giunta a interessanti conclusioni.
Reparto poesia: scansare quelli che sfogliano Hikmet, Neruda e in generale antologie di liriche amorose, a meno che non lo facciano guardando esclusivamente il testo in lingua originale. Se qualcuno si azzarda a chiedere un parere o un consiglio, giusto per attaccar bottone, nominare la Szymborska e poi valutare le reazioni a 15 e 30 secondi, nonché il diametro pupillare.
Reparto informatica: è il più inutile. Il visitatore tipico è bruttissimo, mal rasato. Chiede informazioni accompagnando la frase con moti delle dita a simulare una digitazione. Con un po’ di attenzione si riesce a scorgere un palmo della mano calloso, testimone di frequenti e proficui incontri con se stesso. Se prendendo libri che parlano di blog lo sguardo si posa concupiscente in area scollatura e quello è il vostro punto debole, sorridere e asserire che il template non è tutto.
Reparto lingua originale: si incontrano solo donne, spesso tradite dai mariti. Leggono letteratura sudamericana, come è noto, alternando la Serrano alla Mastretta. Gli uomini quasi non esistono. I pochi sono giovanissimi e spesso comprano Tolkien. Di tanto in tanto un uomo oltre i settanta sceglie poesia tedesca. E’ tempo speso male.
Ci sono poi tre reparti tremendamente a rischio: cucina, spiritualità e psicologia/medicine alternative. In teoria sarebbero i migliori, sono il regno dei single. Sono quelli in cui è più facile attaccare bottone. Con le dovute differenze.
In psicologia si trova l’uomo leggermente in crisi, quello che pensa di poter ancora recuperare la situazione personale cercando di capire chi è lui, chi è lei, chi sono loro. Se solo volesse avrebbe la soluzione a portata di mano. Ma non la vede. Bisognerà aspettare il momento in cui il suo sguardo si poserà su un testo che parli di pensiero laterale. Spesso occorrono mesi.
In spiritualità e medicine alternative la situazione è più grave: è l’uomo che ha perso se stesso ma pensa di essersi ritrovato in Osho Raijnesh o Anthony De Mello. Lo vuole comunicare, far sapere al mondo, che lui non è depresso, non soffre, che ha sofferto ma ora sta bene. Di nascosto consulta anche Kamasutra e Tao dell’Amore per sapere dove ha sbagliato. Può soffrire di psoriasi, dispnea psicogena e temporanei deficit erettivi. I Fiori di Bach non sevono a niente, col tempo lo scoprirà da solo.
In cucina c’è il single autoconsapevole, che ha trasformato la difficoltà in atout. Che attacca discorso con sapienza, umorismo, savoir-faire. Da tenere in considerazione. Può riservare piacevoli sorprese. Valutare l’esubero del giro vita prima di farsi coinvolgere in discussioni troppo impegnative sull’uso dell’anice stellato e del pepe di Giamaica.
Reparto viaggi e hobby creativi: belli, ricchi e irraggiungibili. Momentaneamente sottovalutati per indisponibilità personale di tempo libero.
Reparto economia e marketing: fuori dal target e dagli interessi personali. Non ho dati a riguardo.
Reparto umoristici e affini: barzellette di Totti, le migliori battute dei Fichi d’india e simili. Passare ostentando disprezzo. Valutare le reazioni e decidere in base al singolo caso.
Le migliori soddisfazioni, in termini di osservazione, vengono dai reparti filosofia, arte, scienze sociali e storia. Peccato che i visitatori siano veramente interessati ai libri e a quasi null’altro. Occorre una strategia d’approccio ben articolata. Una parola di troppo può essere fatale. Un’ostentazione inopportuna vanificare mesi e mesi di attesa. Pochi ma ponderati gesti: seguire lo sguardo di lui e allungare la mano sullo stesso libro, battendolo per una frazione di secondo. Poi lasciarglielo, con un sorriso.
Inciampare e cadergli addosso con una pila di libri accuratamente selezionati. Non deve mancare un saggio su architettura e società o uno studio sulla storia del cinema. Spesso non funziona comunque. E’ bene saperlo in anticipo per evitare delusioni e crisi di autostima.
Reparto bambini: andarci solo se si è in compagnia del proprio figlio. In questo caso preferire il mercoledì pomeriggio al sabato. Inutile che vi spieghi il perché. Consigliato solo se si amano i bambini, anche quelli altrui. E’ anche un banco di verità: impossibile mentire di fronte ai propri figli, raccontando che ci si sta separando o che si è sul punto di, quando i bambini gridano: andiamo, papà, mamma ci aspetta qui fuori per andare a cena dai nonni. In questo senso è un reparto assolutamente sicuro, anche se penalizza notevolmente il coté erotico della faccenda.
Per ora basta. Ammetto di avere parecchie lacune, sono dati e informazioni frammentarie e incomplete.
Ma il punto è che non posso continuare a comprare libri su libri che non leggerò mai solo per condurre i miei studi sul campo. E poi troppa teoria uccide la pratica.
Me l’ha detto anche uno alla Feltrinelli, stamattina, mentre sfogliavo il libro di una francese sul rapporto tra sesso e filosofia.
Aveva una bella talare, e il collarino bianco gli illuminava il sorriso.
aprile 25, 2005 alle 12:08 am |
confesso, sono rimasto colpito. il mio personale sogno erotico è dall’età di 15 anni connesso alla feltrinelli. pensavo di essere da ricovero, queste pagine mi ridanno speranza.
aprile 25, 2005 alle 12:46 am |
in genere passo alla feltrinelli un paio di volte al mese, da solo, ed altrettante in compagnia.
l’ultima volta ho comprato il dvd di Jesus Christ Superstar, piu’ o meno sotto pasqua.
aprile 25, 2005 alle 12:53 am |
anch’io ho fantasie erotiche nella feltrinelli, perché ci sono i divanetti al piano di sopra. senti ma uno che bazzica semplicemente il reparto tascabili, come lo valuti?
aprile 25, 2005 alle 12:58 am |
icekent
tu mi metti in difficoltà . non possedendo lettore dvd e non amando vedere film a casa, escludo in toto il reparto multimedia. forniscimi dati a riguardo.
binario
il reparto tascabili è troppo ampio e multiforme per poter essere oppurtunamente valutato. per quanto mi riguarda, l’approccio sarebbe sintetico. mi limiterei a riferirmi con lo sguardo al mio modesto metro e mezzo per poi aggiungere: vedo che apprezza il formato.. 😀
aprile 25, 2005 alle 2:09 am |
al bar della feltrinelli servono un bianco che è uno spettacolo.
è un reparto da non sottovalutare, quello.
chi ha un libro in mano, in libreria ci sta il tempo necessario.
chi ha un vino in mano in una libreria, è perchè ci vuole stare finchè ha voglia.
aprile 25, 2005 alle 9:40 am |
Dovrò andarci pià spesso, alla feltrinelli. Non solo per verificare il saldo della tesserina, ma per vedere se qualcuna in minigonna mi casca addosso. A 31 anni, sarebbe un bel colpo, finalmente… 🙂
aprile 25, 2005 alle 9:40 am |
41, gli anni, sono 41… 😦
aprile 25, 2005 alle 10:50 am |
le fantasie alla Feltrinelli sono più colorate se si legge un libro erotico, non sò da voi ma a Ravenna li hanno incastrati frà i gialli e gli storici, quindi qualche strusciamento si ruba sempre. Per quanto riguarda la minigonna ha piu successo al supermercato, quando ci si tuffa dentro il freezer dei surgelati, in un elegantissimo 120°.
aprile 25, 2005 alle 10:54 am |
Ah, flounder, se non avessi quindici anni più di te e quattro matrimoni falliti alle spalle, mi sarei già ampiamente, ineluttabilmente, deficitariamente innamorato. Di chi? Di te! Cazzo, questo post è scritto da dea. Meriti un’ovazione assoluta. Meriti uno di quei momenti spettacolari della vita, in cui io (identico ad un giovane Richard Gere) passo a prenderti in fabbrica (tu somigli a Debra Winger che, in effetti, somiglia a te), ti sollevo, ti lancio in aria, ti riprendo, faccio finta di mollarti (e allora tutte le colleghe operaie si alzano, intonano un ‘OOOOH’ carico di stupore, poi rifiatano e applaudono), poi ti infilo mezzo metro di
aprile 25, 2005 alle 10:59 am |
poi ti bacio appassionatamente eppur pudicamente, ti porto fuori dalla fabbrica (ché ormai non sento più le braccia), faccio il saluto militare al sergente istruttore (anche lui si trova lì per andare a liberare una donna avvenente dalla catena di montaggio), e infine si va a casa a tromb
aprile 25, 2005 alle 11:04 am |
a fare all’amore per ore ore e ore come due piccioni e una fava, cioè, come due piccioni e basta, imperocché la fava è implicita. Insomma, meriti tutto questo e financo un uomo migliore di me, sebbene sia impossibile trovarlo. Cazzo quanto sei brava!
aprile 25, 2005 alle 11:07 am |
Oh, ieri sono uscito con due donne! La cosa straordinaria è che mi hanno dato entrambe il due di picche senza mettersi d’accordo prima.
aprile 25, 2005 alle 11:08 am |
Il tempo passa, l’ubriachezza resta. Vado a scrivere commenti sofisticati sul mio blog. Ciao
aprile 25, 2005 alle 11:10 am |
Non riesco più a trovarlo. Il mio blog.
aprile 25, 2005 alle 11:15 am |
Câè un tempo per vivere e un tempo per morire, câè un tempo per ridere e un tempo per piangere, câè⦠câè tutto, ormai câè tutto tranne il tempo per leggere. à così che ho smesso di farmi del male frequentando le librerie, passo davanti alla vetrina, un sospiro, unâocchiata fugace ai titoli esposti sapendo che lâoro sta sotto la sabbia, poi abbasso lo sguardo e vado via perché cadere in tentazione è facile e sbancare il conto corrente con la carta di credito ancor di più.
âcamiseria, io questa fauna non lâho mai notata in libreria, dâaltronde non son mai entrato in libreria con lâocchio da etologo e la voce da superquark in sottofondo che mi descrive la scena.
Entravo a razzo con la lista dei titoli da cercare, qualche occhiata curiosa alla vorrei ma non posso esagerare⦠e poi via alla cassa. Librerie di piccola città di provincia, troppo affollate, niente divani, figuriamoci la degustazione di bacchici nettari. Ci sono pure un paio di wine bar lì vicino pessimamente frequentati da fighette in brucior di mondanità .
Lâambientazione delle pretese letture galeotte fu la biblioteca ai tempi dellâuniversità , una biblioteca valeva lâaltra o meglio ogni biblioteca era come un diverso continente per la quotidiana puntata del documentario.
La puntata più bella la ricordo ancora come un film, incontro fugace di sguardi, quellâattimo di pausa nello scorrere del tempo⦠mioddio è un angelo, si è lei, stessa scuola diplomata un anno prima di me, incantevole viso incorniciato da lunghi boccoli mori⦠abbasso lo sguardo sul libro⦠due minuti a maledire lâesame ormai prossimo, rialzo gli occhi e di nuovo ci incrociamo, un sorriso di saluto e mi prometto che se ancora alzando gli occhi dal malloppo funzionerà il richiamo subliminale salterò la sessione che fuori câè un gran sole. Esitazione, ecco, mi ricordo anche il nome B.B. ottimo, allora di nuovo alzo lo sguardo e dopo ancora un incrocio dâocchi e di sorrisi appare unâombra, una figura da giocatore di rugby le si avvicina alle spalle e posa una mano sulla sua, lei mi volge lâetereo profilo e gli sorride, chiude il suo libro, si alza e se ne vanno.
Quanto mi piacevano i documentari.
aprile 25, 2005 alle 11:26 am |
ahahaha climacus,
pensa una volta io sono uscito con due donne contemporanemente e il giorno dopo mi son svegliato con un terribile mal di schiena. il fatto è che abbiamo soltanto guardato un film in tre, devo essermi addormentato e loro per sovrammercato mi hanno bastonato con una mazza da baseball tra l’ultima costola e il bacino, direi per tutto il secondo tempo. dev’essere per quello che non mi ricordo il titolo del film.
va che ti è andata di lusso, dai!
aprile 25, 2005 alle 12:16 PM |
rcl
il fatto di sbagliare la propria età di dieci anni andrebbe studiato. è tremendamente freudiano. consiglio il reparto di manuali di self-help
kri
oddio, agli strusciamenti non ci avevo pensato, ero su ambizioni molto più elevate. al supermercato poi ho perso ogni speranza: ne vengo via stracarica di casse d’acqua. e mai che nessuno abbia tentato con un: permette, posso aiutarla? credo di avere un bicipite che intimidisce.
broono
mi hai dato un input validissimo. peccato che: io al bar della feltrinelli non mi ci sia mai fermata. perché in fin dei conti sono timida e l’idea di stare lì appollaiata su uno di quei sgabelli a trespolo mi intimidisce non poco.
comunque avresti avuto dei jeans, una lunga felpa blu con colletto bianco, tipo di ralph lauren e vecchie scarpe da basket, tipo converse di tela. e avresti sfogliato fumetti di science fiction, altro reparto totalmente inesplorato.
climacus
davvero hai 15 anni più di me? io pensavo che fossi intorno ai 30.
sul mezzo metro di ho deglutito due volte, temendo il seguito del commento. poi ho pensato che visto che non somiglio alla winger la cosa non era poi così preoccupante.
un’ultima cosa, da donna a uomo: quando vediamo un uomo che esce con due donne, noi pensiamo o che è sfigato o che è gay. sappiti regolare.
buon san glider.
patrono del reparto sogni e bisogni
aprile 25, 2005 alle 1:20 PM |
🙂 Flou, lo so che mi ripeto, ma porta pazienza… ma il mio vocabolario è limitato dalla a alla f ( condensato come i reader’s digest di un tempo ) : fantastica :-)))
aprile 25, 2005 alle 1:55 PM |
cioè faaica ?
invece di stare qui a far complimenti andate a scrivere.
fannulloni!
aprile 25, 2005 alle 2:13 PM |
qui fai veramente onore al subject del blog e sei assolutamente esilarante. :-)..io ricordo quel famoso film in cui i due avevano acquistato libri di fotografia (guardini e barche, mi pare), la libreria era la Rizzoli di New York…buffo quando parli di certi film come se fossero tuoi ricordi personali..;-) sará che sono proprio una maledetta romatica..
aprile 25, 2005 alle 2:33 PM |
Orpo… quella è l’immagine che hai di me???
vabbè…una maglia RL ce l’ho, in effetti.
non è una felpa, ma se dev’essere, mi adeguerò.
lo sapevo che le converse non le avrei dovute buttare, accidenti!
comunque non è che sia proprio una regola, il bar.
è che io le volte che ci entro, in libreria, lo faccio perchè sto passeggiando e (a parte i rari casi nei quali cerco libri precisi) e ho tempo da “perdere”.
di conseguenza entro e vago senza una meta precisa, standoci dentro anche qualche ora per uscirne magari con un solo libro che nemmeno sapevo mi sarei portato via.
il bar è solo perchè, dopo qualche ora appunto, si finisce col fermarsi anche lì.
e poi perchè è lì che fanno le presentazioni.
(ne ho vista una, intendiamoci, non vorrei far la parte di quello che si vende come frequentatore di presentazioni di libri, quale non sono…ancora)
sui jeans ci hai preso abbastanza.
anche se Rumeo Pigli sta cercando in tutti i modi di prenderne il posto, “essi” resitono con coraggio!
😉
aprile 25, 2005 alle 2:33 PM |
brezza, il film era “falling in love” (avuto stesso flash mentre leggevo flou) 🙂
aprile 25, 2005 alle 2:39 PM |
si, ricordo, anche se all’epoca per me esistevano ancora solo i film doppiati e quindi me lo ricorderó sempre con il titolo di ‘Innamorarsi’.
aprile 25, 2005 alle 4:16 PM |
quando abitavo a milano non conoscevo tantissime persone, almeno per il primo mese. così passavo interi pomeriggi in libreria, quelli che non mi sono mai più potuta permettere e dedicare
lì ho scoperto che i libri sussurrano.
mi chiamavano. finiva che ne uscivo con cose di cui non avevo mai sentito parlare prima.
oppure entravo per comprare qualcosa di cui avevo letto la recensione, ma in quel preciso istante il libro mi respingeva. non era pronto.
o forse non ero pronta io.
ancora oggi entro e passo a volo d’uccello, accarezzando con la coda dell’occhio le esposizioni.
finché una macchia mi attrae.
e quasi sempre è amore.
tutte le cose belle chiamano un po’ in sordina. difficile che l’amore urli.
aprile 25, 2005 alle 4:21 PM |
parlo da macho: niente come l’ipercoop in pausa pranzo. in libreria vado solo per la libraia (la storia si sta sviluppando molto lentamente, però, dopo dieci anni non ho ancora capito se è libera o no – so solo che ha un figlio adolescente. e che gli piacciono gli irlandesi, intesi come scrittori, e niente i sudamericani)
aprile 25, 2005 alle 4:23 PM |
ah sì, sono un cosiddetto “lettore debole”.
aprile 25, 2005 alle 4:24 PM |
dunne, la metà di niente
storia di una donna che riprende in mano la sua vita dopo che il marito la molla.
consiglio di buttare lì con nonchalance la frase portante del libro: “ogni giorno ha la sua pena, quanto basta per arrivare fino a sera”.
poi offrire spalla d’appoggio 😀
aprile 25, 2005 alle 4:26 PM |
…oops, è irlandese.
aprile 25, 2005 alle 4:42 PM |
Alla Feltrinelli? No troppa “merce”. Il luogo ideale per un sogno sensuale è una biblioteca pubblica, dove i libri non si possono comprare al massimo avere in prestito con la condizionale, Preferibilmente una con sede antica e quelle deliziose eroticissime sale con i tavolini e gli abat jour con le campanule di vetro verde e le pareti tappezzate di libri di cuoio e carta screziata, nell’inconfondibile odor di biblioteca, un misto di carta vecchia, passaggi di dita sulle copertine e i respiri uniti di tutte le parole che aleggiano in nubi per i soffitti alti sospinte dai sospiri e dai rapimenti degli astanti. Seduti vicini ci si urta i gomiti, oh scusi, ma di nulla, si raccolgono i fasci di fotocopie caduti e i cappucci delle penne offrendo incollature di scollature, e chinandosi visioni ravvicinate di altre rotondità o altri scorci sotto i tavoli. Racchiudendo in un grazie, ma prego, promesse e speranze. Ci si spia i libri presi e già si capisce tutto. Dietro gli occhiali di corno timidi del giovane professore che studia l’incunabolo de “La città del sole “di Campanella, chissà quali palpiti… e che dire della deliziosa ragazza pallida con le trecce e le ballerine di vernice che fa una tesi su Virginia Woolf? Gli sguardi attraversano la sala, come laser che proteggono le teche dei diamanti dei ladri di James Bond, tra un capoverso e l’altro delle dotte letture. Nel silenzio. Le ginocchia si sfiorano, le caramelline Saila menta escono dalle scatoline succhiate con complicità . E con la scusa di consultare la vecchia Treccani sdrucita che sta dietro uno scaffale in un intimo angolo semi oscuro, chini sul vecchio volume può scapparci un bacio clandestino sulla nuca raggiato di mille brividi, una carezza sul polso o più.
hic et nunc
(auguri!)
aprile 25, 2005 alle 6:31 PM |
niente freud… anche se sono molto più giovane dei miei 41, c’è che il 3 è vicino, troppo vicino al 4…
aprile 25, 2005 alle 7:20 PM |
climacus, davvero hai 15 anni più di flounder? eppure dopo questa sfilza di commenti te ne darei almeno 20 meno di lei. ihihih! (risata finta, oggi sono depresso come una prugna secca).
aprile 25, 2005 alle 9:17 PM |
i commenti di climacus mi hanno fatto morir dalle risate. e mi è pure rimasto un dubbio atroce riguardo al capitolo età . io giocherò al lotto due numeri fra il 15 e il 90. ci sono quasi? la feltrinelli come luogo per trovare l’amore è un classico. il capitolo informatica però è da evitare come la peste.scappa.
🙂
-marika-
aprile 25, 2005 alle 10:48 PM |
hic et nunc
mi ti aspettavo 😀
marika
secondo me bluffa.comunque mettici pure 5 euro da parte mia.
binario
depresso come una prugna secca è terribile. escogita qualcos’altro. già sull’uvetta potrei transigere
aprile 25, 2005 alle 10:56 PM |
attenta flo …è anche il sogno di un amico mio carissimo(e pure blogger) se vi incocciate…è fatta. [Però stai all’occhio che quello ti sdraia tra “Follia” e “Che tu sia per me il coltello”
aprile 25, 2005 alle 10:58 PM |
brezza si…erano giardini e barche. E ancora ci ritroviamo con le stesse cicatrici.
aprile 25, 2005 alle 11:00 PM |
eh giá verdad…quant’e’vero…
aprile 25, 2005 alle 11:01 PM |
bambole, questa volta io non c’entro.
e non c’ero nemmeno.
follia, mmmhhhhh….
aprile 25, 2005 alle 11:05 PM |
cmq anch’io ho adorato Follia e Che tu sia per me il coltello…posso incocciarlo io questo amico?
aprile 25, 2005 alle 11:08 PM |
eccallÃ
aprile 25, 2005 alle 11:09 PM |
😉
aprile 25, 2005 alle 11:20 PM |
reparto cassa; impassibili, enigmatici, vagamente empatici. delle figure di cera che non si curano della vostra brama di possesso, forse per questo tanto desiderati, sanno decifrare le vostre mire satellitari meglio di altri. ma tant’è…
aprile 25, 2005 alle 11:36 PM |
voleva essere terribile. comunque va un po’ meglio. sì, diciamo uvetta.
no, diciamo come una giornata scolorita buttata ai piedi del letto prima di rassegnarsi a un sonno agitato.
aprile 26, 2005 alle 12:05 am |
in effetti (e daje co sto outing) una cosa che mi manca tanto di non essere donna è non potere mettere una minigonna, oltre ad avere brutte gambe pelose si intende :–) per il resto, si può dire “come sempre”?, bel post flo’, però io ho conosciuto informatici scopatori folli, e poi non è detto che la confidenza con l’autoerotismo sia da considerare un elemento negativo, potenzia l’immaginazione, e la componente più voluttuosa e sofisticata del desiderio, parlo per sentito dire eh si intende … :–)
aprile 26, 2005 alle 12:08 am |
non lo metterei mai in dubbio, hladik 🙂
aprile 26, 2005 alle 11:14 am |
lo incocciate già spesso e volentieri qui dentro …ma ha uno stile ..diciamo ambiguo …e gratuito.
aprile 26, 2005 alle 11:17 am |
qui dentro?
o qui dentro qui dentro?
ambiguo e gratuito…mmmhh?…e chi può essere?
aprile 26, 2005 alle 11:29 am |
capisco.
aprile 26, 2005 alle 11:56 am |
brezza, emmelospieghipurammè?
aprile 26, 2005 alle 4:11 PM |
mi sa che il prossimo libro sarà quello di questo philip dunne …
aprile 27, 2005 alle 12:52 am |
catherine dunne. catherine.
è una donna.
aprile 27, 2005 alle 4:57 PM |
io questo fine settimana sono sicuramente alla feltrinelli a milano.
dimmi a quale e a che ora, poi sarà il caso…
aprile 27, 2005 alle 5:24 PM |
scopro che la fantasia feltrinelliana insomma non è un’esclusiva!
Una volta mi accadde il contrario e proprio nella sezione new age, esoterismo, medicine alternative ecc; un single insomma!
Gentilmente mi avvicina, scorge il titolo del libro che sto sfogliando e sorridendo mi dice che potrebbe essere frainteso nell’abbordarmi in una libreria (anzi da Feltrinelli) ma che proprio non ha resistito e vuole invitarmi a pranzo. Inutile dire che scioccamente rifiutai nonostante fosse oltre che carino, apparentemente “affidabile”.
Avevo vent’anni……. pazienza..
Ma confesso che più di una volta ho provato a sventolare il libro che stavo leggendo sotto al naso di un ipotetico “corteggiatore” (ipotetico perchè io avrei voluto che, non perchè avesse dato un qualsivoglia cenno di interesse nei miei confronti!), spesso in attesa che arrivasse quel carnaio di nome metropolitana, ma invano.
Accadeva quasi sempre che una volta saliti sul vagone il mio “lui” sfoggiasse la gazzetta dello sport e si e no guardasse e capisse le figure sigh!