Grazie dei fior, tra tutti gli altri li ho riconosciuti.

Ho avuto in dono un battito di cuore.

Ma io lo rendo, lo torno indietro al padrone.

Io voglio un cuore intero, mica solo un pezzetto.

Mi dite che ci faccio con un tac e uno sfrusccc?

Dove lo appoggio, dove lo metto?

Indossarlo al  mattino quando esco 

così mi vibra al centro del petto?

Portarlo a spasso con il silenziatore

per un po’ d’aria, giusto un paio d’ore?

(Si è solo travestito da battito di cuore,

ma è bocca affamata, cordone ombelicale, mazzo di rose

lamento masticato, destino digerito, futuro trascinato

imbroglio claudicante, segreto malcelato).

Lui dice: sono un battito, null’altro. Un regalo da poco.

Puoi tenermi vicino, tra il letto e il comodino.

Ma un battito da solo risuona in casa con un’eco tremenda.

Batte il tempo e lo strozza.

Dopo un po’ muore di noia. Si avvelena di nostalgia.

E poi gli altri, chi ti vive vicino

s’accorgerebbero di come perdi il passo, come non marchi il ritmo.

Di quel piccolo affanno

che ti trascineresti per il nuovo anno.

Verrebbero da me, pensando che l’ho rubato.

Come spiegare che me l’hai regalato?

Riprenditi il tuo battito, sarà per un’altra occasione.

E adesso pensa a un altro dono.

Per il mio compleanno. Per la festa del patrono.

Per quando andrò in pensione.

Per il Santo Natale.

Per il giorno in cui non sarà più necessario farsi male.

Un dono semplice, banale. Un dono che assomigli a un giorno al mare.

22 Risposte to “Grazie dei fior, tra tutti gli altri li ho riconosciuti.”

  1. all Says:

    (guarda lorsignori come si tirano indietro con aria vaga: nessun si fa avanti, ed è tutto un borbottare “non è mica mio”, “ah, mio no.”, “ohibò, di chi sarà?”, “firulì firulà..”.
    e il battito resta lì, non restituibile senza scontrino

  2. shemale Says:

    Forse se lo riprenderà indietro quel battito, Passera, anche se non mi sembra il tipo.
    Io, invece, ho già in serbo per te una spledida giornata al mare (e anche due, tutto considerato…).
    Ma siamo fuori stagione.

    p.s.) Non mi venire a parlare del “Mare d’inverno”, ti prego. Lo so che è affascinante, ma fa passare sempre la voglia di baciarsi…
    Baci

    Daniele

  3. zop Says:

    puoi sempre riciclarlo il prossimo anno a qualcuno… come è tradizione ogni carNatale.

  4. broono Says:

    un battito di cuore è poco se rapportato a una giornata al mare.
    Diventa molto, se lo si guarda per quello che è.
    Una delle due cose più preziose che chi te l’ha donato aveva.

    Donarne due significa uccidersi, donarne uno significa dipendere, vivere solo se.

    Per non perdere il passo di fronte agli altri, per non farlo avvelenare di nostalgia, basta tenerlo accanto non ai tuoi due, ma all’uno che è rimasto a lui.

    Il che significa restituirglielo, certo.
    Ma c’era anche un’altra soluzione.
    Vivere incollata al suo petto.

    Come fai a essere così bella?
    E’ improvvisazione?
    E’ metodo?
    Son battiti?

  5. cyrano56 Says:

    hai ragione: o tutto o niente. altro che un battito! meriti il cuore intero; se lo riprenda pure.

  6. Flounder Says:

    i meriti non c’entrano.
    è questione di desideri.

    vado a comprarmi un defibrillatore.
    se non mi vedete tornare vuol dire che non funzionava bene.

    (son metodicamente bella, broono. i giorni pari di più.)

  7. cletus Says:

    da copia-incollare, e poi stampare, e poi affrancare e poi spedire a chi sai tu, che proprio in questi giorni, complice il natale, ha pensato bene di tornare ad aprire ferite mai guarite. (toh, ho quasi fatto rima…che bello !!!) 🙂

  8. Flounder Says:

    ci sono cose che andrebbero studiate, cletus. la magia e l’incastro di certi meccanismi, ad esempio.
    o certi ritorni carichi di polvere di ricordo. che avevi appena terminato di spolverare e ti ritrovi di nuovo coperto. mio dio. quanta fatica inutile.
    scoprire perché alcuni sentimenti si affievoliscono e altri no. magari dipende dall’iniziale del nome, mentre noi immaginiamo chissà cosa.
    (se vuoi gliela spedisco io, magari funziona come gesto controscaramantico, chissà)

  9. Flounder Says:

    vorrei spiegare una cosa. perché è proprio una finezza, non immediata.
    il titolo del post.
    che sembra non azzeccarci niente col resto. invece sì.
    mi han fatto male eppure li ho graditi per esempio.
    ma non è questo.
    è che fa pendant con la colonna sonora di Hisaishi
    è la colonna sonora di Hanabi, che in giapponese vuol dire fuoco d’artificio, ma alla lettera, guardando l’ideogramma, è fiore di fuoco.
    in giapponese la parola Hana-bi è un ossimoro: abbina morte e vita.

    (ecco, mi dispiaceva che questa cosa passasse inosservata.)

  10. broono Says:

    …ehm…

    (…AnnaBella dov’è?…)

    😉

  11. Flounder Says:

    (son stata un po’ troppo pedante?)

  12. broono Says:

    sei stata come volevi essere.
    non può esserci “troppo” in questo.

  13. pispa Says:

    bella.
    questa semplicità nelle parole.
    d’altra parte donarlo tutto, il cuore, si può anche morire.
    è roba per gente coraggiosa 🙂

  14. Matho Says:

    OT
    ciao. solo un saluto e tanti auguri.

    matho.

  15. zass Says:

    tutto o niente, bello e brutto, acqua e fuoco e noi in mezzo trascinati. Ogni tanto la razionalità ci fa troneggiare ma il tempo di un battito o la vista su un infinito pesaggistico. Quest’anno sembrerebbe che duri un minuto di più.

  16. Flounder Says:

    certi giorni sembra una caccia al tesoro, una follia, un soggetto improvvisato.
    o forse sono io che vedo oltre le cose, non so. che sento i pensieri oltre le pareti, oltre le distanze, oltre le ragionevoli e sensate apparenze. oltre quel doveroso perbenismo che bisogna osservare per stare a questo mondo.
    va bene, immoliamoci alla finzione. disegniamo e raccontiamo.
    questa donna che ha un battito di troppo e un uomo che gliel’ha regalato, ma in fondo è solo una metafora.
    o forse no. non so. (però credo di sì, vorrei vedere se davvero uno si togliesse un battito, altro che.)
    una donna che piange e un’altra donna che piange a sua volta e un uomo che non piange, no, lui no.
    o forse sì, ma in silenzio, non visto.
    un battito, un singhiozzo, un battito.
    un singhiozzo, un battito, un singhiozzo.
    quanto più in sincronia possibile.

    certi giorni mi sembra un quadro dei fauvisti. quando mi sento drammatica.
    altri giorni un romanzo in 1.942 puntate, quando mi sento annoiata.

    una delle due donne a un certo punto dovrebbe smettere di piangere, altrimenti il copione perde di senso e diventa poco credibile.
    perché il pianto va bene o quando prelude al dramma o quando porta alla catarsi, sennò non serve a nulla.
    nel mondo dell’arte è così. qui siamo in un blog aperto al pubblico, anche se non pagante. il senso è lo stesso.
    o smette di piangere o ci vuole il colpo di scena.
    per esempio un omicidio con un movente inatteso.
    o un’aritmia cardiaca che costringe quello che aveva regalato il battito a confessare che l’ha donato e allora i parenti decidono di andare a riprenderselo, ma la donna che l’aveva ricevuto non lo trova più, poi si ricorda di averlo messo in una scatolina piena di spilli e altre cose e quando la riapre il battito le scoppia in viso e la sfigura per sempre.
    o un personaggio nuovo che entra con una gag e stravolge tutto.
    o che finalmente una mattina vanno a questo cazzo di mare e viene uno tsunami e il finale è così tragico proprio quando tutti si aspettavano il lieto fine.
    una cosa così insomma.

    in ogni caso in certi giorni è più facile scrivere la sceneggiatura di una soap con 485 personaggi diversi che un testo per vivere.
    e considerando che per il secondo non ti pagano nemmeno, certi giorni mi chiedo se ne valga la pena.
    è che vivere a soggetto non sempre porta da qualche parte.

    poi ci ritorno, che stanotte ho le idee confuse, ho visto king kong e mi sono immedesimata assai.

  17. dirtyinbirdland Says:

    a volte scrivi come se passassi per le strade con il cuore sopra la pelle–

  18. contrabasso Says:

    Ciao Flou,
    stanotte ti ho sognata. Ricordo solo che parlavo di te ai miei parenti: una persona in carne ed ossa e loro non comprendevano come potesse essere, visto che eri poco più di un cartone animato, il personaggio di un libro, il compagno immaginario di un bambino.
    Ti auguro tanti battiti. Sempre e comunque.

  19. contrabasso Says:

    O gesù “ti ho sognat(a)”! Non saltare sulla sedia, non darmi uno scapaccione!
    ;))

  20. Flounder Says:

    è così, maiko.
    cuore su pelle, labbra perennemente screpolate (la cosmetica non serve a niente, in taluni frangenti) e polmoni pieni di frammenti di vetro.
    sono una lottatrice d’animo fragile.
    puoi vedermi in equilibrio agli angoli delle strade, mentre offro briciole di passanti ai piccioni, mentre catturo sguardi che poi conservo in sacchetti di vario colore: qui quelli tristi, di là quelli felici, in un altro quelli cupi.
    di mestiere faccio il parafulmine.
    se intorno ci sono zanzare, pizzicheranno me.
    se avete voglia di andare in vacanza senza fare brutti incontri, portatemi con voi: li farò io al vostro posto.

  21. Flounder Says:

    daniele, scusa se ho cancellato il post successivo e il tuo commento.
    ma era un post di prova, mi serviva solo per fare una segnalazione di malfunzionamento a splinder.

  22. pispa Says:

    vivere a soggetto

    bella questa, bellissima.
    mi sembra il senso della vita
    ci scriviamo un libro?
    però poi una si chiede cosa ci diciamo e l’altra mi diventa pensosa??..
    non ci scriviamo niente, eh?

    ci scriviamo gli auguri di buon anno:

    bonne année et bonnes fètes, flò.

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