Cominciò con un niente, un piccolo solco al centro del letto matrimoniale al quale lei non dette peso più di tanto. Se non un pensiero passeggero, il sospetto di un incauto acquisto.
Ma sono cose che all’inizio di un matrimonio passano inosservate.
Era poco più di una fessura, un impercettibile avvallamento. Che rotolando dalla parte di lui a stento ci si faceva caso. Però lei lo aveva notato.
E lo notava giorno dopo giorno, rifacendo il letto al mattino.
Con il tempo si era approfondito e allargato.
Dapprima si sarebbe detto il giaciglio di un gatto. Poi crebbe ancora, fino a contenere un’intera figura umana. E a niente valeva rigirare il materasso, alternando lato estivo e invernale, che tanto non cambiava nulla.
Anzi, sembrava addirittura che peggiorasse.
Le volte in cui si era arrischiata a parlargliene lui l’aveva guardata stupito e lei si era sentita come una di quelle casalinghe stupide, un po’ maniache. Quelle che ogni giorno passano il polpastrello sugli scaffali e i bordi delle cornici, aspettando con un misto di fastidio e desiderio l’accumularsi della polvere, per mortificare la domestica di turno o precipitarsi alla riscossa, con quella strana libidine che solo le casalinghe tenute lungamente in cattività riescono a provare.
Come se munirsi di strofinaccio e pronto legno contenga in sé il segreto potere di eliminare anche la patina polverosa dalla propria esistenza, di rinverdire sentimenti stantii.
Sicché non gliene parlò più, contando i giorni che la separavano dall’acquisto di un nuovo materasso.
Ma nel frattempo si accorgeva di altre cose, di quanto diventasse sempre più difficile rotolare dalla sua parte, ad esempio. Lo attribuiva all’età, alla stanchezza, al tempo.
Aveva imparato la sua schiena a memoria, contato infinite volte le righe del pigiama.
Era un’impresa difficoltosa attraverso la trincea scavata nel letto. Le sembrava addirittura che la distanza aumentasse sensibilmente notte dopo notte.
Finché accadde. Colpa di un’insonnia devastante che le lasciò gli occhi sbarrati.
Misteriosamente una forma prese corpo tra i due. Aveva lunghi capelli neri e una camicia da notte di seta bianca. La vide allungarsi verso l’uomo, suo marito. Passargli le mani tra i capelli diradati, slacciargli lentamente il pigiama.
Lo vide socchiudere gli occhi e sorridere come non accadeva da tempo.
Li vide abbracciarsi e congiungersi silenziosamente. Poi lui si riaddormentò e la donna si rannicchiò nuovamente al suo posto.
Ma era notte e il silenzio invitava alla confidenza.
E tu chi sei?, chiese la moglie
Sono la Menzogna, rispose la donna. Con una voce che sembrava uscita da un film degli anni Quaranta.
E cosa ci fai qui, nel mio letto?
Sono qui da sempre.
Proprio da sempre?
Direi di sì, rispose la Menzogna, senza nemmeno aggrottare la fronte nello sforzo di fingere un ricordo dubbioso.
Poi scomparve.
Al mattino la donna era ancora sveglia. Aveva trascorso il resto della notte chiedendosi cosa fare.
Un materasso nuovo non sarebbe servito.
Lo abbracciò al risveglio, come non succedeva da molto. E continuò così fino alla fine dei suoi giorni, quando ormai la distanza tra i due era così ampia che nemmeno una terza piazza sarebbe riuscita a colmarla.
Maggio 7, 2005 alle 1:01 am |
tanti demoni che sono parti di noi ci posseggono e poi non siamo più noi o lo siamo come mai lo siamo stati prima. il punto è che noi stessi non ci conosciamo, io mi scopro giorno dopo giorno, in difetti nuovi, quelli vecchi si perfezionano, quando vedo i miei difetti a volte dico: “lei non se li merita” ma intanto ci sono
notte
flo’
Maggio 7, 2005 alle 1:02 am |
e tuttosommato non faccio nulla per togliermeli
Maggio 7, 2005 alle 2:01 am |
Notte Flounder
:* ghita
Maggio 7, 2005 alle 9:05 am |
Deh, cara Flounder, hai grande inventiva, bellissime idee, una scrittura pregevole, ironia e gusto, tatto olfatto e buona vista, un sesto senso per le menzogne, un settimo per la verità : incontriamoci, così che io possa scipparti il talento.
Sai che cosa manca a questo post? Qualche goloso dettaglio hard sull’accoppiamento di Menzogna e Fetonte (lui si chiama Fetonte, vero?). E poi manca un personaggio, Falso Mendace, che si accoppia prima a Lei e poi a Menzogna. Non posso credere che non esista Falso Mendace. Puoi chiedere a Coscienza?
Comunque, questa Flounder che scippa l’idea iniziale del materasso a Fuoridaidenti e la trasforma, mi è piaciuta moooooooooltizzzzzimo. Che tu sia benedetta, Flounder!
Maggio 7, 2005 alle 9:06 am |
Che tu sia benedetta, flounder!
Maggio 7, 2005 alle 9:06 am |
SVEGLIATI!
Maggio 7, 2005 alle 9:07 am |
Che tu sia benedetta, Flounder! Bello davvero quello che ho letto. Salutami Clim. Buon WE
Maggio 7, 2005 alle 10:26 am |
che tristezza, scrivi così bene, è un peccato, vorrei avere la tua voce per raccontarti come quella Donna aveva mentito
una sposa
Maggio 7, 2005 alle 10:48 am |
hladik
i demoni sono tremendi. riconoscerli è già il primo passo.
ghita
la poesia che hai postato. ecco, è una delle mie preferite. l’ho nominata qualche giorno fa, l’avrei postata ieri notte se non avessi finalmente scritto questo post che spingeva da un po’ di tempo.
climacus
questo è niente. vedrai quando scipperò a calma anche gli orologi del cinese.
sono imprecisa, superficiale, frettolosa, lo so. per questo scrivo su un blog e non scrivo libri. in realtà c’erano un sacco di finali possibili, anche che la Menzogna si accoppi a turno con ciascuno dei due, anche che sparisca dopo che la moglie se ne accorge. ieri m’andava così.
contadina
e dopo un’intera giornata a discettare d’amore, in termini così nichilisti come quelli che abbiamo adoperato, cosa ti aspettavi? io ho il terrore della Menzogna, della Falsità , dell’Ipocrisia, proprio non ce la faccio.
una sposa
e a te che ti posso dire? è un peccato di che? io non ho inventiva, checchè si creda. ma ho un dono, che a volte diventa una maledizione: la gente mi racconta storie. più le donne che gli uomini. mi consegnano dettagli, frammenti. e a me piace trasformarli in storie.
il tuo commento semi-anonimo mi dice che forse sei fortunata. sono felice per te.
e adesso vado a fare un pic-nic.
Maggio 7, 2005 alle 11:40 am |
non vedo la maledizione, ma sento un leggero fastidio per la categoria Sposa, forse mi sbaglio
Maggio 7, 2005 alle 12:42 PM |
splendida metafora..struggente nella sua sottile amarezza.
Maggio 7, 2005 alle 12:56 PM |
terribile. Frequentissimo. Che paura.
Maggio 7, 2005 alle 1:56 PM |
terribilmente vero, all’inzio la vedi ma non sai o non vuoi riconoscerla…
Buon pic nic!!!
Maggio 7, 2005 alle 2:18 PM |
flo, questo davvero m’è piaciuto assai, più degli altri che ho letto sin qui.
lascerò sedimentare le impressioni e poi lo rileggerò sicuramente.
il tuo proporti come pietra filosofale dei racconti e delle confidenze altrui è davvero molto bello, poetico.
devo cercare lo strudel.
Maggio 7, 2005 alle 3:42 PM |
ecco perche’ l’ho chiamato così… l’ho capito ora.
Maggio 7, 2005 alle 3:42 PM |
io sono doppiamente onorato per lo scippo e la citazione climatica. quasi quasi vi regalo un bel rolex orginale cadauno
Maggio 7, 2005 alle 4:11 PM |
allora è successo questo: che al picnic c’erano due compagni di liceo, di quelli che si conoscono da 25 anni, le rispettive mogli, di cui una mia compagna di classe e le bimbe.
e per coincidenza sottile il tema della mattinata è stato proprio la Grande Menzogna
e si badi bene, utente sposa e utente climacus che in questa storia il protagonista non è né la moglie (categoria per la quale non avverto alcun fastidio), né un Fetonte qualsiasi, ma la Menzogna.
non il tradimento esogeno, banale nella sua facilità . parlavo di altro, della Menzogna dell’esistenza, di quando per troppo tempo si stabilisce un ruolo con se stessi.
verdad , che cosa hai chiamato così?
glider , sbrigati.
fuoridaidenti il tuo materasso mi era rimasto impresso, sebbene il contesto fosse diverso. mi piace questo fatto che ci leggiamo e poi ne tiriamo fuori altre cose.
kri è proprio così. come dicevano anche i miei amici stamattina: l’assuefarsi a determinate modalità convincendosi che siano quelle giuste, nel lavoro come nel resto.
oggi sono un tutt’uno con la Coscienza. del resto detiene il 51% del pacchetto azionario.
Maggio 7, 2005 alle 4:15 PM |
eh, mi piacerebbe leggere i verbali del cda della flounder spa.
no dico, coscienza farà pure quel che vuole col 51%, ma tutto quel che dicono i 49% va messo a verbale…
lo so lo so, adesso vado a cercare, mamma mia che carattere!
Maggio 7, 2005 alle 4:17 PM |
ah, verdad, ho capito, il blog.
La Casalinga (ho preso troppo sole).
ma c’è casalinga e casalinga.
donna in carriera e donna in carriera.
madre e madre. moglie e moglie.
e d’altronde la frustrazione è un fenomeno trasversale.
Maggio 7, 2005 alle 4:18 PM |
glider
litigano poco, in verità . ma quando lo fanno ho il sospetto che non siano due signore.
Maggio 7, 2005 alle 4:26 PM |
ÃÂ la guerre comme ÃÂ la guerre
Maggio 7, 2005 alle 4:27 PM |
è il pan grattato rosolato nel burro che non è mica facile!
Maggio 7, 2005 alle 4:30 PM |
quello è il meno.
è la pasta il problema, che va fatta riposare, sbatacchiata con una forza immane e tirata sottilissima.
mi stai facendo venir voglia di andarlo a preparare 😀
Maggio 7, 2005 alle 4:53 PM |
implorerò la mia amica pasticcera.
Maggio 7, 2005 alle 5:18 PM |
una volta vidi prepapare la pasta per lo strudel da dei pasticceri professionisti..alla fine si mettevano in due o tre a tirarla, non con il mattarello ma un po’ come si fa con la pasta della pizza e da un panetto ne avevano fatto un lenzuolo…glider se vuoi ti diamo una mano 🙂
Maggio 7, 2005 alle 5:20 PM |
una mano in pasta?
Maggio 7, 2005 alle 6:04 PM |
la distanza tra di loro è così ampia che appena si possono toccare attravero le grate di un pigiama… eheh… per laterza piazza… vedremo…
Maggio 7, 2005 alle 7:29 PM |
quanta gente in un due piazze… ecco perché si chiama così
Maggio 7, 2005 alle 10:24 PM |
uff, i solchi nei letti, sulle poltrone, ci scrissi qualcosa tempo fa… non ricordo cosa, ora…
però, :-*